Credits: NASA/Goddard/Arizona State University

La sonda della NASALunar Reconnaissance Orbiter (LRO)”, lanciata nel giugno 2009 per studiare la Luna da 50-200 chilometri di altitudine, ha fotografato il luogo dell’impatto del secondo stadio di un razzo, schiantatosi sulla superficie lunare il 4 marzo 2022, precisamente sul lato nascosto della Luna.

Inizialmente si pensava che il secondo stadio appartenesse al Falcon 9 della SpaceX; invece, l’ultima ipotesi (non ancora confermata), afferma che il secondo stadio potrebbe appartenere al razzo cinese della missione lunare Chang’e 5-T1.

In realtà, il mistero più grande non è la provenienza del razzo schiantatosi sulla Luna, bensì il doppio cratere creatosi con l’impatto: uno orientale (18 metri di diametro) e uno occidentale (16 metri di diametro).

Luogo dell’impatto del secondo stadio di un razzo, avvenuto il 4 marzo 2022 vicino al cratere Hertzsprung. Immagine ingrandita 3x, fotografata dalla sonda NASA’s Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO).
Credits: NASA/Goddard/Arizona State University
Luogo dell’impatto del secondo stadio di un razzo, avvenuto il 4 marzo 2022 vicino al cratere Hertzsprung. Immagine fotografata dalla sonda NASA’s Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO).
Credits: NASA/Goddard/Arizona State University

Questo doppio cratere ha lasciato un grande mistero nelle menti degli scienziati della NASA. Infatti, potrebbe indicare che il corpo del razzo possedeva grandi masse a ciascuna delle sue estremità.

Solitamente, un razzo esaurito ha una massa concentrata all’estremità del motore, mentre il resto dello stadio consiste principalmente in un serbatoio vuoto.

La NASA ha anche confrontato il doppio cratere con i crateri formatisi con gli impatti degli stadi dei razzi delle missioni Apollo. Il risultato non ha eliminato il mistero, poiché gli stadi dei razzi Saturn V delle missioni Apollo, schiantatisi sulla superficie lunare, crearono singoli crateri molto più grandi (più di 35 metri di diametro).

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Queste quattro immagini mostrano i crateri formati dagli impatti degli stadi dell’Apollo SIV-B: i diametri dei crateri variano da 35 a 40 metri.
Credits: Nasa/Goddard/Arizona State University

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Articolo a cura di Fabio Meneghella

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