Il pianista Luis Di Gennaro sarà presente al Festival Naturalmente Pianoforte, che si terrà dal 20 al 24 e il 27 luglio 2022: c’è grande attesa per la nuova edizione di questo festival che ha fuso – da sempre – musica e natura e che fa vivere un’esperienza unica nella valle del Casentino (in provincia di Arezzo). Il musicista – con alle spalle numerose esperienze in ambito musicale – ci ha raccontato qualcosa in più sulla sua esibizione e su tutti i suoi progetti futuri.


Com’è nato il tuo primo approccio alla musica? Quando hai scoperto che sarebbe stata la tua strada?

Avevo 5 anni, quando mi fu regalato per la prima volta il pianoforte dai miei genitori. E’ stato il mio primo strumento e non ho mai abbandonato questa strada. Per me è sempre stato importantissimo.

Domenica 24 luglio ti esibirai al Festival Naturalmente Pianoforte: quali sono le tue aspettative a riguardo? Secondo te, quale sarà la reazione del pubblico?

Il Festival si tiene nelle zone interne dell’Appennino, e sono molto legato a questi luogo: l’Italia è sicuramente una sorta di caccia al tesoro. Io suono in questa rassegna dal 2014, e ho sempre visto una sorta di ‘Comunità ruscello‘ che si contrappone a una ‘Comunità pozzanghera‘. E’ incredibile vedere la gente che si avvolge intorno ai pianoforti; quest’anno sarò anche il curatore di una rassegna nella rassegna, che si chiamerà Musica nei Borghi. Ho scelto 50 pianisti da tutta Italia, che suoneranno il pianoforte a 360°. La domenica farò invece uno spettacolo che è un misto tra la musica classica e la musica elettronica; il tema sarà l’acqua, e cercheremo di sensibilizzare il tema ambientale.

Suonerai insieme a Comakema e, come special guest, ci sarà Afran. Com’è nato il vostro incontro e com’è stata la vostra collaborazione?

Comakema è un artista del Casentino che ha molto successo tra i giovani: lui fa infatti musica elettronica. E’ un dj, e lo conoscevo da un po’ (anche se non avevamo mai collaborato). Ho pensato che lui avrebbe potuto benissimo interagire con il pianoforte, e l’ho invitato. Afran è invece un artista del Camerun, e si occuperà di arti figurative: realizzerà infatti un’opera durante la nostra esibizione.

Come ti sei approcciato a questo tuo stile musicale? Chi sono stati i tuoi maestri musicali?

Uno dei miei maestri – che oggi purtroppo non c’è più – insegnava al Conservatorio di Monopoli, ed era Gianni Lenoci. Sapeva suonare nella tradizione dei jazzisti, e ha trovato un modo di fare anche pianoforte: aveva infatti un pianismo tutto suo ed ermetico. Lui mi ha insegnato che bisogna in qualche modo depensare e dimenticare i propri insegnanti, in modo da cercare uno stile proprio. Da lì è partita una bella corrispondenza con lui. Un altro maestro – per me molto importante – è inoltre Danilo Rea, un musicista che ha lavorato con Mia, Baglioni, Fabio Concato. Un’altra maestra è stata infine Rita Marcotulli, la pianista di Pino Daniele: lei è un po’ più pedagogica perché fa una didattica più seria dal punto di vista della programmazione didattica. E’ stata anche lei per me molto importante, perché mi ha fatto capire che c’è bisogno di tanto studio e tanta tecnica per suonare bene l’improvvisazione.

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Quali sono i tuoi futuri progetti? Puoi anticiparci qualcosa?

Il 18 agosto parteciperò – a Mercogliano – a un reading con Vincenzo Costantino Cinaski, grande amico di Vinicio Capossela. Nella settimana del 19-20-21 agosto ci sarà invece un Festival in Lucania, e parteciperò insieme a Brunori Sas e Michele Placido. Verso le 4 del mattino, parleremo dell’amore. Uscirà presto il mio disco live Concerto alle Terre dell’Orso, che io definirei un album ‘sporco‘: non è perfetto ma è molto bello perché è stato concepito durante le mie esibizioni. Entro quest’anno, pubblicherò invece un disco sui Coldplay che si chiamerà ‘Can anybody fly this thing?‘. Il 25 agosto suonerò infatti a Palazzo Caracciolo (Napoli), e sarà un bellissimo omaggio ai Coldplay.

Intervista a cura di Stefania Meneghella

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