Credits: NASA's Goddard Space Flight Center

La NASA ha selezionato due nuove missioni su Venere: “DAVINCI” (Deep Atmosphere Venus Investigation of Noble gases, Chemistry, and Imaging) e “VERITAS” (Venus Emissivity, Radio Science, InSAR, Topography, and Spectroscopy).

PERCHE’ IL PIANETA VENERE?

L’obiettivo delle due missioni è capire come Venere sia diventato un pianeta quasi infernale, pur avendo molte caratteristiche simili alla Terra. Infatti, si pensa che sia stato il primo pianeta abitabile del nostro sistema solare, e il primo ad avere un oceano.

Le domande più importanti, a cui devono rispondere queste missioni sono: “La Terra, un giorno, potrebbe diventare come Venere?” e “Perché un pianeta quasi gemello alla Terra, si è trasformato in uno dei luoghi più infernali del sistema solare?

Pianeta Venere fotografato nel 1974 dalla sonda Mariner 10 della NASA.
Credits: NASA/JPL-Caltech

ALCUNE CARATTERISTICHE DI VENERE

Venere è il secondo pianeta del sistema solare, nonché il più vicino alla Terra (la distanza Terra-Venere varia tra i 38 milioni e i 260 milioni di chilometri).

Solitamente è chiamato il “gemello della Terra”, perché entrambi hanno dimensioni e densità simili: il diametro di Venere è di 12.103 km; quello della Terra è di 12.745 km. Ma vi sono altre caratteristiche completamente differenti dalla Terra: ad esempio, Venere ha un’atmosfera densa e tossica, perennemente avvolta da dense nuvole giallastre, ricche di acido solforico, che intrappolano il calore, provocando un effetto serra.

E non solo: l’aria è piena di anidride carbonica, e le sue temperature raggiungono i 475 gradi Celsius (con questo calore si potrebbe fondere il piombo). La sua superficie, che ha un colore simile alla ruggine, è costellata da montagne screpolate e da migliaia di vulcani, alcuni dei quali si pensa che siano attivi.

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Come potrebbe essere stato Venere in passato.
Credits: NASA’s Goddard Space Flight Center / Music is “Spring into Life” by Oliver Worth, via Universal Production Music

Un’ultima caratteristica spaventosa del pianeta è la sua pressione dell’aria, la quale è più di 90 volte quella della Terra, capace di schiacciare e comprimere anche il metallo (stare sulla superficie di Venere, è come trovarsi a 1600 metri di profondità nel nostro oceano terrestre). Venere, in conclusione, è il pianeta più caldo e inospitale del sistema solare (perfino le missioni robotiche non possono viverci per più di qualche minuto).

Per quanto riguarda le caratteristiche orbitali e dell’asse del pianeta, Venere ruota su se stesso come la Terra, ma la differenza è che ruota all’indietro. Questo significa che sulla Terra il Sole sorge ad Est, mentre su Venere sorge ad Ovest.

COME SARA’ LA MISSIONE “DAVINCI”?

La missione “DAVINCI”, della “NASA’s Goddard Spaceflight Center” e della “Lockheed Martin”, è la più ambiziosa del programma “Discovery” della NASA. Nel giugno 2029 la sonda “DaVinci Carrier, Relay, and Imaging (Cris)“, con a bordo il veicolo per la discesa “DAVINCI“, partirà verso l’orbita di Venere, con l’obiettivo di mappare le aree montuose e studiare le nubi venusiane.

Successivamente, nel giugno 2031, il piccolo veicolo per la discesa “DAVINCI” si sgancerà dalla sonda madre e penetrerà l’atmosfera di Venere per circa un’ora, alla velocità di 12 metri al secondo; dopodiché atterrerà sulle montagne dell’Alpha Regio.

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Animazione della missione “DAVINCI+”. 
Credit: NASA’s Goddard Space Flight Center/NASA’s Conceptual Image Lab / Music: “The Future Ancient Now” – Nathan Moore

COSA FARA’ “DAVINCI” NEL DETTAGLIO?

Il veicolo spaziale “DAVINCI”, mentre precipiterà lentamente tra le dense nuvole, misurerà e campionerà la composizione dell’atmosfera venusiana, compresi i venti e le temperature, per capire come si sia formata ed evoluta, e se ci siano tracce di un passato oceano evaporato nell’aria.

Inoltre, “DAVINCI” scatterà foto in alta risoluzione della geologia di Venere, per scoprire se il pianeta abbia una tettonica a placche come la Terra.

Una curiosità: “DAVINCI”, per le dense nuvole presenti nell’atmosfera venusiana, impiegherà un’ora per raggiungere il suolo (possiamo dire che le nuvole saranno una specie di “secondo paracadute”).

Nel dettaglio, “DAVINCI” avrà cinque strumenti scientifici, uno dei più importanti è il “VMS” (Venus Mass Spectrometer). Il compito del “VMS” sarà ingerire i gas presenti nell’atmosfera durante la discesa, e analizzare la loro composizione chimica.

E non solo: alcuni sistemi del “VMS” dovranno essere adattati per funzionare nell’atmosfera altamente inospitale di Venere, formata da nubi di acido solforico e temperature superficiali sufficientemente alte da fondere il piombo.

In più, per proteggere i cinque strumenti di “DAVINCI” ci saranno altre protezioni aggiuntive, per il forte calore e l’altissima pressione dell’aria, come ad esempio il titanio, che ricoprirà il veicolo spaziale, il quale avrà una larghezza di 1 metro e una forma sferica (il titanio è uno dei materiali più forti al mondo).

Non dobbiamo dimenticarci del paracadute, il quale dovrà avere un tessuto resistente alle nuvole ricche di acido. Esso sarà utilizzato solo per la prima metà del percorso, poiché le dense nuvole sono sufficienti a rallentare il veicolo.

Illustrazione artistica della missione DAVINCI della NASA.
Credits: NASA’s Goddard Space Flight Center

“DAVINCI” RIUSCIRA’ A SOPRAVVIVERE SU VENERE?

Il veicolo spaziale “DAVINCI” ha come obiettivo principale la discesa nell’atmosfera venusiana, e lo studio dei gas di cui è composta. Quando si poserà sul suolo di Venere avrà un futuro incerto: si pensa che potrebbe sopravvivere per 17-18 minuti (questi minuti sono sufficienti per studiare l’ambiente circostante). Purtroppo, la pressione dell’aria è talmente grande da schiacciare anche il metallo (vivere sulla superficie di Venere è come vivere con due elefanti sulla testa).

Per approfondire l’argomento nel dettaglio, è possibile consultare un articolo del “The Planetary Science Journal Clicca QUI.

COSA FARA’ L’ALTRA MISSIONE NASA “VERITAS”?

Anche la missione “VERITAS” fa parte del “Discovery Program”. Essa sarà una sonda costruita dalla NASA JPL (Jet Propulsion Laboratory), la quale tra il 2028 e il 2030 partirà verso l’orbita di Venere. Il suo obiettivo sarà mappare la superficie venusiana, per determinare la geologia del pianeta, e capire come sia diventato così diverso dalla Terra. Inoltre, avrà anche un radar per le ricostruzioni in 3D della topografia del pianeta, affinché si possa avere una conferma sui processi geologici, come ad esempio la tettonica a placche, e se vi siano vulcani attivi.

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ULTIME NOTIZIE:

L’ESA (Agenzia Spaziale Europea) ha annunciato la realizzazione di una sonda chiamata “EnVision”, che orbiterà attorno a Venere. La missione sarà lanciata nel 2031.

Articolo a cura di Fabio Meneghella

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