Chiara Parenti ha all’attivo varie esperienze letterarie, che l’hanno portata ad attirare a sé una grande quantità di lettori. E’ l’autrice di Per lanciarsi dalle stelle, la fortunata storia – edita da Garzanti Editore – che è adesso diventata un film Netflix e che sta ottenendo un grande successo: Sole – la protagonista – è piena di paure e deve capire come affrontarle, uscendo dalla sua zona di comfort e accettando diverse prove di coraggio. La Parenti – che ha adesso pubblicato il sequel Per sfiorare le nuvole – ce ne ha parlato in questa intervista, raccontandoci tutti i suoi sogni e i suoi progetti futuri.


Hai alle spalle numerosi riconoscimenti letterari, ma com’è nata la fiammella per la letteratura? Quando hai scoperto che sarebbe stata la tua strada?

Ho iniziato per gioco, leggendo. Ho iniziato anche piuttosto tardi, pur avendo sempre preferito l’italiano alla matematica. Sono prima di tutto una lettrice, e per caso mi è venuto in mente di provare a scrivere qualcosa anche io. Sono nati i primi libri di racconti brevi, e da lì è iniziata l’avventura.

Parliamo del libro Per lanciarsi dalle stelle, che è adesso diventato un film Netflix. Dov’è nata innanzitutto l’idea per questo romanzo?

Questo libro nasce prima di tutto da me, dato che ho diverse paure da sempre. Ho così immaginato la protagonista Sole, che aveva la vita vissuta a metà e che non si lanciava in imprese che erano per lei qualcosa di insormontabile. Ho pensato che cosa farebbe, e ho così ideato delle prove di coraggio che le hanno permesso di uscire dalla sua zona di comfort. Nel seguito, si va invece più in profondità e si affronta una paura più matura e più profonda.

La storia racconta l’importanza del superare le paure, e anche la presenza dell’ansia che è diventata una costante nelle nostre vite. Secondo te, come si può sconfiggere la paura?

Sicuramente avere un gruppo di persone che regalano un sorriso aiuta. Sole non è da sola, ma ha delle persone che le stanno accanto. Credo che questo sia importante. E’ soprattutto importante pensare che la felicità venga da dentro, e questo può permettere a tutti noi di conoscerci e di capire cosa ci fa stare bene. Questo può attenuare l’ansia.

Ti saresti mai immaginata che queste pagine sarebbero diventate un prodotto per la tv? Qual è il ricordo più bello che conservi della tua esperienza sul set?

Non ero mai stata su un set, ed è stato interessante. Non avevo mai visto come si gira un film. Pensare poi che tutto venga da una mia storia è incredibile, e faccio ancora un po’ fatica a credere che le mie pagine siano state scelte per lo schermo. Non avevo letto la sceneggiatura, quando sono arrivata sul set, e mi hanno chiaramente spiegato i cambiamenti che avevano pensato per rendere la storia più visiva.

La protagonista è Sole che, nel film, viene interpretata dall’attrice Federica Torchetti. Com’è stato dare un volto alle tue parole?

Lei la trovo perfetta, e ha un tono leggero con cui riesce a sdrammatizzare le difficoltà della protagonista. E’ davvero molto brava.

Hai scritto il sequel Per sfiorare le nuvole: pensi che possa esserci un secondo film ispirato al romanzo?

Sole ritorna alle prese con una sua nuova paura: nel 2018, l’avevo lasciata con le sue 100 paure. Ce n’è però una che non è ancora stata superata, ossia la paura di dire di no e di dare così una brutta impressione. Stavolta è più difficile per lei, perché si ritrova ad entrare nella profondità di sé stessi. Con lei ho conosciuto le radici di questa paura che, specialmente per noi donne, deriva dall’educazione: ci insegnano spesso – da piccoline – che c’è sempre qualcuno di grande che ne sa più di noi, e che è importante obbedire e stare composte. Forse questo tipo di educazione ci porta ad avere difficoltà nel contraddire qualcuno. Per affrontarla, Sole decide così di cimentarsi con una lista di cose da non fare e che possono aiutarla a dire di no agli altri, dicendo invece si a se stessa. In questo sarà importante l’incontro con la scultrice Gertrude, che la metterà di fronte a questa sua debolezza che le sta condizionando la vita. Anche stavolta, in questo suo viaggio non sarà sola.

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Come ti sei approcciata a questo stile letterario? Chi sono stati i tuoi maestri letterari?

Mi piace molto la psicologia. È un tema che mi ha sempre affascinato. Da quando è nato il mio bambino, leggo molto i manuali di pedagogia e psicologia, e mi stanno aiutando ad avere spunti sulla paura. Dalla commedia romantica mi sono così spostata su un altro tipo genere, quello in cui la protagonista si trova a fare un percorso e in cui il lettore può riconoscersi sentendosi bene. Sole sta dando uno stimolo a cercare di cambiare, e sta senz’altro lasciando qualcosa in chi legge.

Quali sono i tuoi futuri progetti? Puoi anticiparci qualcosa?

Dovrebbe uscire con Garzanti un altro romanzo. Ho trovato un’altra tematica che mi stava a cuore e anche lì ho messo in mano a una protagonista un nuovo viaggio, sempre all’interno di noi stessi.

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