stefano bini si raccontaStefano Bini in Road to Meraviglie (foto gentilmente concessa dall'uff. stampa 361 Comunicazione) kosmomagazine.it

Il conduttore Stefano Bini torna, il 27 agosto 2023, con un nuovo episodio di Road to Meraviglie, che va in onda su Rai Premium e Rai Play.

Un progetto, quello da cui creato, che è diventato un vero punto di riferimento per coloro che vanno alla ricerca di nuovi – e sconosciuti – territori italiani. Il volto Rai si è così raccontato ai microfoni di Kosmo Magazine, svelando le parti più importanti del suo lavoro e chiacchierando su quello che gli hanno donato le sue due regioni del cuore: Lombardia e Toscana.


Alle tue spalle hai già una lunga carriera, ma quando è nata questa fiammella per il mondo delle parole e della conduzione?

È nata sin da piccolo, perché per questo lavoro ci nasci. Quando ero bambino, le maestre mi sceglievano sempre come protagonista delle recite scolastiche. Quando ho iniziato pallavolo, mi mettevano come capitano e per l’intrattenimento me ne sono accorto sin da subito. In adolescenza, ho capito che la mia strada sarebbe stata quella.

Sta andando in onda su Rai Premium il tuo programma Road to Meraviglie: dov’è nata l’idea per questo progetto?

È venuta fuori mettendo insieme le mie esperienze: quella dell’intrattenimento – dopo tante conduzioni live e l’adorato Domenica Live su Canale 5 – e quella culinaria. Io provengo infatti da una famiglia di ristoratori: lo sono stati e lo sono il mio trisnonno, bisnonno, nonno, padre, cugino. Nel corso degli anni, ho sempre avuto questa propensione anche se ben presto mi sono approcciato al mondo dello spettacolo. Ho però lavorato nelle aziende ristorative di famiglia per ben 13 stagioni estive, e l’idea di questo programma nasce proprio dal pensiero di raccontare la tradizione e il territorio. Volevo mettere insieme il mio sapere culinario con la mia esperienza di intrattenitore. E’ così nato questo progetto, che sta andando molto bene e che mi sta rendendo molto felice.

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Stefano Bini in Road to Meraviglie (foto gentilmente concessa dall’uff. stampa 361 Comunicazione) kosmomagazine.it

Stai attraversando diversi posti d’Italia, soprattutto le regioni Lombardia e Toscana. Sono due territori che hanno sempre fatto parte di te: la Toscana è infatti il tuo luogo di nascita, mentre in Lombardia vivi ormai da molti anni. Quanto questi due territori hanno influito nel tuo lavoro e nel tuo modo di essere?

Le ho sempre sentite mie: in Toscana ci sono nato, la Lombardia mi ha cullato professionalmente. Mi ci sono infatti trasferito dopo la laurea magistrale nel 2012 e, da lì, è stato amore a prima vista. Abito inoltre a Milano 2, che è il quartiere della tv commerciale, e ho voluto rendere omaggio a due regioni che mi hanno dato molto moralmente, professionalmente ed economicamente. Sicuramente, quando ero in Toscana ero molto più spensierato: lì la vita è più tranquilla, c’è molto mare, molta montagna e collina. Le persone vivono in maniera diversa. La Lombardia dà invece un’impostazione più rigida: si pensa molto al lavoro, al presente e subito al domani. Ci si diverte meno e si lavora di più. Le differenze sono queste ma, dentro di me, convivono entrambe le regioni.

Cosa vedremo durante la prossima puntata? Puoi anticiparci qualcosa?

Domani 27 agosto alle ore 14.10 su Rai Premium e su Rai Play, andremo a Grosseto e analizzeremo due ricette della tradizione: tortello maremmano e riso al sugo bianco di maiale nero. Andremo a visitare la Chiesa, il centro storico di Batignano e la Chiesa di Montepascali.

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Stefano Bini in Road to Meraviglie (foto gentilmente concessa dall’uff. stampa 361 Comunicazione) kosmomagazine.it

Quali sono le risorse più importanti di questi territori da te raccontati?

La natura e la cultura. Abbiamo tanta montagna, tanta collina e tanto mare. Abbiamo l’arte, anche nei piccoli borghi che non sono conosciuti da nessuno e che hanno millenni di storia.

Futuri progetti?

Ci sono una serie di progetti in ballo, tra cui uno per Rai Italia dove racconteremo la cultura e i paesaggi agli italiani all’esterno, parlandone con persone in studio. Racconteremo quindi l’Italia nascosta a loro, che hanno voglia di rivedere i propri luoghi d’origine.

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