Dopo la sua partecipazione ad Area Sanremo e a numerose esperienze musicali, Salvatore Ruisi ritorna con il nuovo singolo Torneremo: un brano, questo, che parla di speranza ma con una certa diffidenza. Il cantautore racconta infatti l’incertezza del futuro, e lo fa con la sublimità della sua musica.


Com’è nato il tuo primo approccio alla musica? Quando hai scoperto che sarebbe stata la tua strada?

Tutto è iniziato più o meno all’Università, quando ho iniziato a comporre le prime canzoni. Ci ho creduto sin da subito, soprattutto quando ho visto la reazione del pubblico. Mi piaceva davvero molto. Nel 2018, ho così partecipato ad Area Sanremo e sono riuscito ad arrivare alla finalissima; quello è stato senz’altro un gran momento per me. E’ stato lì che ho capito che avrei voluto intraprendere quella strada.

Parliamo del tuo nuovo singolo Torneremo: dove nasce l’idea per questo brano?

E’ un brano molto intimo e familiare, anche se si potrebbe pensare che parli di pandemia. Ho iniziato in realtà a parlare di un piccolo episodio, per poi affrontare un problema più grande. E’ una canzone intima, e io mi sono rivisto in quello che abbiamo affrontato, a causa dell’isolamento e della rinuncia a molte cose. E’ insomma un augurio per ritornare a quello che un tempo era la nostra vita, e magari anche per cambiare in meglio.

La tua canzone parla soprattutto dell’incertezza del futuro. Cosa consiglieresti a coloro che hanno appunto paura del futuro? Secondo te, è possibile vivere il presente senza i pensieri sull’incertezza che ci aspetta?

Sono molto pessimista a riguardo; in questa canzone parlo di speranza, ma anche di rassegnazione. Le aspettative del futuro possono sicuramente essere tradite, e quello che posso consigliare è conservare la speranza. Quando qualcosa si avvera, è ancora più soddisfacente.

Come ti sei approcciato a questo genere musicale? Chi sono stati i tuoi maestri musicali?

Il mio punto di riferimento è Bob Dylan; l’ho ascoltato da sempre e mi ha accompagnato anche nella composizione. Ci sono poi stati De André, De Gregori e i cantautori maledetti che ascolto tantissimo. Apprezzo inoltre i cantautori che ci sono oggi come Brunori Sas e Di Martino.

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Quali sono i tuoi futuri progetti? Puoi anticiparci qualcosa?

Il 5 agosto suonerò a Castel dei Conti di Modica, durante una rassegna culturale e in una cornice molto bella. Ci sono poi concerti da definire, e spero che dopo l’estate possa rientrare in studio per un nuovo album.

Intervista a cura di Stefania Meneghella

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