Roberta Giallo ritorna sulla scena musicale parlando di un artista che è riuscito, in una chiave meravigliosa, a donare una musica pura e sincera a tutti noi: Lucio Dalla. E’ stato infatti fatidico l’incontro avvenuto tra Roberta e il cantante bolognese: un legame, il loro, che è cresciuto in una prospettiva musicale e umana.

Parla proprio di questo il singolo Le città di Lucio Dalla: un omaggio al grande artista, alla città di Bologna e a quanto importante tutto questo sia stato per Roberta Giallo. Con all’attivo numerose esperienze musicali nazionali e internazionali, la cantautrice decide di donarci una parte di sé. Lo fa restituendo al mondo quella nostalgia e quella trasparenza che Lucio Dalla ha lasciato, quando è andato via. Il ricordo di lui diventa così un ricordo più chiaro e nitido: la consapevolezza che, la musica, ha sempre il potere di rendere la vita immortale. Grazie Roberta per questo intramontabile dono!


Com’è avvenuto il tuo primo approccio alla musica? Quando hai compreso che sarebbe stata la tua strada?

Dacché ho ricordo, ho sempre avuto la musica con me: già a quattro anni e mezzo studiavo il pianoforte. L’idea di farla diventare la mia professione è invece nata col tempo; a 11 anni ho scritto la mia prima canzone, mentre a 15 anni ho iniziato a pensare che avrei voluto fare la musicista. Però ho iniziato davvero a dedicarmi a questo sogno, solo mentre studiavo Filosofia all’Università: durante il periodo dei miei studi, realizzavo musica nel tempo libero. Una volta laureatami, ho invece iniziato a dedicare più tempo e più impegno alla musica.

Parliamo di Lucio Dalla, il tuo mentore artistico. Com’è avvenuto il vostro incontro e cosa ti ha lasciato lui, professionalmente parlando?

L’incontro è avvenuto perché io già lavoravo con Mauro Malavasi, grande produttore italiano ed internazionale, che aveva già prodotto diversi dischi di Lucio. Mauro mi disse che l’unico artista che avrebbe potuto comprendermi al 100% sarebbe stato appunto Lucio Dalla. Gli invio perciò alcuni miei provini e una bozza di romanzo collegato alle canzoni inserite nei provini. Lucio chiese di incontrarmi e mi ritrovai così a cena a Bologna con Lucio: da lì sono partite le nostre collaborazioni ed è iniziata anche una grande amicizia. Il nostro era un rapporto contemporaneamente umano e professionale.

Il singolo ‘La città di Lucio Dalla’ è appunto dedicato al mitico artista. Se lui fosse qui, cosa pensi che direbbe su questo brano e sul tuo meraviglioso gesto di rendergli omaggio?

È impossibile dirlo: Lucio era imprevedibile. Probabilmente avrebbe avuto una reazione ironica. Spesso gli artisti, davanti a un complimento, reagiscono con uno strano imbarazzo. Penso quindi che avrebbe trovato una chiave ironica e divertente. Ma credo che ne sarebbe stato contento!

Cosa ha rappresentato per te Bologna? Qual è il ruolo che ha avuto nella tua vita questa città?

Come dico nella canzone, Bologna mi è stata un po’ madre e un po’ figlia. È stata la città che mi ha svezzata quando sono arrivata con la mia ingenuità, e con i miei sogni ed ambizioni. Bologna mi ha dato la possibilità di diventare quello che sono ora, anche semplicemente facendomi conoscere i grandi artisti che ho avuto modo di incontrare. Bologna mi ha davvero donato dei rapporti professionali e dei riconoscimenti importanti.

Hai avuto numerose esperienze musicali sia in Italia sia all’estero. C’è stato un momento che ti ha lasciato un segno più di altri?

Se proprio devo scegliere un’esperienza all’estero, quello che ricordo con maggiore affetto è stato quando a Hong Kong ho rappresentato l’Italia alla Festa Europea della Musica. Ci ero tornata per la seconda volta dopo che, nella prima occasione, avevo ottenuto un successo importante. Quando vi ho fatto ritornato, ho ricevuto un grande riconoscimento da parte di tutti gli spettatori. Forse il successo che aveva avuto la mia prima esperienza, ha influito nella scelta di farmi rappresentare l’Italia.

Hai avuto collaborazioni con molti artisti. C’è una collaborazione che sogni e che non hai ancora avuto il piacere di sperimentare?

Se sogno, sogno proprio in grande. Mi piacerebbe collaborare con Mary J. Blige, Bjork, Antony and the Johnsons. Tornando in Italia, direi invece Cesare Cremonini, Carmen Consoli e Loredana Bertè. Questi sono solo i primi nomi che mi vengono in mente, ma ci sono sicuramente molti gli artisti con cui vorrei lavorare. Ho avuto inoltre la fortuna di aprire un concerto di Sting, quindi magari sarebbe bello collaborare anche con lui.

Come sta procedendo la promozione del brano La città di Lucio Dalla?

Il singolo è stato molto estemporaneo. Lo scrissi subito dopo la morte di Lucio. Ho aspettato perché volevo capire se fosse solo uno sfogo o se invece era una canzone vera e propria. Non mi sembrava inoltre il caso di farla uscire subito dopo la sua scomparsa. Ora che sono passati dieci anni, ho pensato di pubblicarlo e lo sto promuovendo anche nello spettacolo “Un incontro con Lucio Dalla” con Ernesto Assante. Lo sto promuovendo anche attraverso interviste o live.

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Ci sono futuri progetti in ballo? Puoi anticiparci qualcosa?

Ci saranno molti progetti: canzoni nuove, spettacoli teatrali e un’esperienza cinematografica. Mi piace muovermi sotto tanti aspetti. Sto promuovendo il mio ultimo album, attraverso un progetto legato ai videoclip dei singoli che sto cercando di girare nei musei. A teatro, sono invece nello spettacolo di Federico Rampini: saremo in giro a raccontare l’Oriente. Ed infine sarò la protagonista e la voce narrante di un film dedicato ai primi 25 anni della Musica Indipendente.

Intervista a cura di Stefania Meneghella

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