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Patrizio Rispo, dagli inizi al successo di Un Posto al Sole: “Cosa è per me questa soap”, l’attore a cuore aperto

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Patrizio Rispo è uno dei colossi del palinsesto Rai che, ormai da lunghissimi anni, interpreta il ruolo di Raffaele in Un Posto al Sole.

Una carriera, la sua, che non si ferma di certo a questa famosa soap ma che, ad ogni modo, è riuscita a diventare tra le più brillanti del panorama televisivo italiano. L’amore per la recitazione lo ha portato a scoprire qualcosa di sé cimentandosi nelle vite degli altri, attraverso quelle storie che sono state raccontate in primis e poi vissute.

L’attore si è così raccontato ai microfoni di Kosmo Magazine, ripercorrendo le tappe più importanti della sua vita professionale e di quella strada, speciale e importante, che lo ha condotto a conoscere il magico e immortale mondo di Un Posto al Sole.


Alle spalle hai una carriera ricca di successi, ma ricordi qual è stato il primo momento in cui hai capito di voler fare l’attore?

Sin da bambino ho sempre vissuto dall’esterno: mi guardavo da fuori e mi rendevo conto di avere questa capacità di ascoltare gli altri. Mi buttavo spesso nel mondo di chi mi stava attorno e avevo questa sete di vivere altre vite. Una propensione, questa, che creava anche preoccupazione in mia madre. In me c’era questa capacità e questa voglia di provare altri mondi a me sconosciuti. Grazie alla scuola che ho frequentato, ho così iniziato a recitare e ho compreso fino in fondo quali fossero le caratteristiche dell’attore. Da lì non ho più smesso.

Un Posto al Sole: una soap che ti ha dato tanto in questi lunghissimi anni. Cosa ha rappresentato per te?

Per me ha rappresentato moltissimo e, soprattutto, ha tolto la cosa più brutta di questo lavoro: la precarietà. Grazie a questa soap, ho avuto la possibilità di interpretare diverse sfaccettature di Raffaele e ho colto tutte le occasioni che questo personaggio mi ha donato. Per me è sempre stato un viaggio meraviglioso.

Parlando appunto del tuo personaggio Raffaele, quanto c’è di te in lui? Cosa ti ha insegnato più di tutto?

Ormai io e lui siamo due vasi comunicanti, non saprei dire chi sarei stato se non ci fosse stato Raffaele. Più che insegnato, mi ha autorizzato a mantenere delle corde del mio carattere: questo personaggio mi consente infatti di restare sempre vivace, curioso e fanfarone come lui. Se non ci fosse stato lui, sarei stato preso per pazzo. La gente, quando mi ferma, vuole infatti salutare Raffaele e non Patrizio.

Oltre all’attività di attore, sei anche proprietario di un ristorante nel centro di Napoli. Qual è la bellezza più importante di questa città e cosa continua a trasmetterti?

Oltre alla bellezza, la cosa più affascinante di Napoli sono i napoletani. Grazie alla storia che hanno vissuto, hanno saputo cogliere caratteristiche bellissime. Hanno fatto del napoletano una personalità accogliente, fantasiosa, risolutiva. La città non è una, ma contiene mille realtà, diverse le une dalle altre. Tutti i napoletani hanno in sé una dose di talento, che affascina l’Italia intera.

Secondo te, qual è il punto di forza di Un Posto al Sole?

Assolutamente si, la protagonista della soap è proprio la solarità di questa città. Moltissime persone nel mondo imparano la lingua napoletana proprio guardando Un Posto al Sole, e ci sono stranieri che ne vengono attratti grazie a questa serie.

Futuri progetti?

Continuo con i miei recital, soprattutto quello su Anna Magnani e su Diego Armando Maradona, insieme alla soprano Raffaella Brusino. Mia moglie ha inoltre scritto un libro dal titolo “La camorra si studia in terza” e, da questo volume, stiamo preparando un film.

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