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I suoi 17 anni non lo frenano, anzi gli fanno premere il pedale dell’acceleratore con ancora più grinta nelle piste del TCR Italy con la sua Honda Type R TCR. Carlo Tamburini, giovane e talentoso pilota mantovano, si sta per raccontare attraverso questa intervista.


Benvenuto tra le nostre pagine Carlo. Stai dimostrando ,gara dopo gara, il tuo talento nel mondo del Motorsport, a soli 17 anni. Quando hai cominciato a correre in pista? Quale percorso hai seguito finora?

Ciao a tutti! Ho cominciato da bambino in una pista di go-kart elettrici indoor vicino a casa mia, dove ho frequentato un piccolo corso imparando le basi della guida in pista, come il significato delle bandiere esposte dai commissari di gara. Ma il vero e proprio debutto è stato il giorno del mio nono compleanno. Durante l’inverno avevamo acquistato un go-kart da gara con motore a scoppio e quel giorno finalmente è arrivato il momento di guidare in una vera e propria pista. Ricordo ancora la tensione prima di provarlo per la prima volta e la sensazione di adrenalina fortissima dietro al volante. Così è iniziato il mio percorso nel mondo del karting, durato dal 2014 al 2020, durante il quale sono cresciuto molto come pilota ma anche come persona, salendo anno dopo anno di categoria nei campionati italiani e in eventi internazionali. È un ambiente molto impegnativo per un bambino o un ragazzino, la pressione è già alta e non tutti riescono a continuare il percorso. Anche io ho avuto momenti di difficoltà e di crescita, ma il mio obbiettivo è sempre stato quello di arrivare nel mondo delle auto e quindi il percorso nel karting aveva per me uno scopo ben preciso. Nell’autunno del 2020 ho partecipato ai miei primi due weekend di gara in formula, dopo mesi di lockdown passati al simulatore. La mia prima esperienza su una monoposto l’avevo fatta a 14 anni, ma ovviamente le gare sono un’altra storia; in entrambi i weekend sono finito sul podio ed è arrivata così la conferma che tutti gli anni di preparazione con i go-kart sono serviti per iniziare il mio sogno nel mondo delle auto da corsa nel verso giusto. L’anno scorso ho corso in Formula 4, dove ho ottenuto vittorie in circuiti come Imola e Misano. Guidare negli autodromi italiani più importanti e storici per le prime volte è stato bellissimo e farlo con una monoposto ha reso il tutto ancora migliore. A fine anno ho fatto anche il mio debutto con una vettura a ruote coperte, la Honda TCR. Alla mia prima gara nella categoria a Monza sono riuscito a dominare segnando la Pole Position e una doppia vittoria. Così per la stagione 2022 ho scelto di proseguire con MM Motorsport e Honda nel TCR Italy, un campionato super competitivo con nomi importanti e piloti esteri.

Hai recentemente vinto la gara ad Imola del TCR con il Team MM Motorsport. Quali strategie hai messo in atto per arrivare a vincere e quanto lavoro c’è alle spalle di ogni vittoria?

Vincere a Imola è stato fantastico. Tra quelle italiane è sicuramente la mia pista preferita e salire sul gradino più alto del podio al secondo round di un campionato così difficile è qualcosa di speciale. Erano passati pochi mesi dalla mia ultima vittoria, ma nonostante ciò sembrano sempre periodi lunghissimi. A parte gli addetti ai lavori, poche persone immaginano il lavoro che c’è dietro alle vittorie dei piloti più forti. Tanta palestra, anche perché l’allenamento fisico non migliora solo le mie prestazioni ma mi aiuta anche mentalmente, e tanto simulatore, a casa e dal mio team insieme al mio ingegnere. Anche quando si è lontani dalla pista non si può perdere la concentrazione, perché i weekend di gara sono pochi ed è necessario arrivare già preparati in modo da sfruttare al massimo ogni occasione. Già al primo round stagionale a Monza ero stato molto competitivo, ma in gara un po’ di sfortuna mi ha impedito di concretizzare. Quindi Imola è stata anche una forte liberazione, ricordo di avere urlato dopo aver tagliato il traguardo. Emozioni come questa giustificano tutto il lavoro e i sacrifici che ci sono dietro. Mi impegno tanto per migliorare in ogni ambito come pilota perché la vittoria è sempre una sensazione stupenda.

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Sei sicuramente un esempio per i più giovani. Cosa ti senti di consigliare ai tuoi coetanei che vogliono intraprendere una carriera sportiva?

Sicuramente quando si intraprende un percorso per arrivare al professionismo, qualsiasi sport sia, bisogna anche essere pronti a sacrifici e ad affrontare momenti negativi. Per me tutto questo non è un peso e penso che quando la passione è grande sia così. Allo stesso tempo bisogna ricordare di divertirsi e di assaporare ogni momento, perché il percorso è forse la parte più bella e, anche se già da ragazzini iniziano ad esserci pressione e molte persone coinvolte, lo sport dovrebbe rimanere qualcosa che amiamo fare. Se non ti senti bene mentre lo fai non puoi farlo bene; infatti alcune persone non riescono a praticare sport ad alti livelli senza essere sovrastati dalla tensione, e in quel caso bisogna accettare che può essere solo una passione e non un lavoro. Un consiglio fondamentale è quello di circondarsi di persone giuste, che credono in te e cercano di aiutarti davvero; questo è fondamentale, che si tratti di un allenatore o un amico. Gli atleti hanno bisogno di supporto perché lo sport ad alto livello è un mondo complicato ed è praticamente impossibile farcela da soli.

Se ti dovessi descrivere in tre aggettivi, quali sentiresti più appropriati alla tua identità di atleta?

Determinato, a raggiungere i miei obiettivi continuando a lavorare e a migliorarmi senza mai mollare. Ambizioso, perché mi piace pensare in grande dato che spesso i limiti sono soltanto illusioni. Confidente, perché so che il motorsport è la mia vita e se sono arrivato a questo punto significa che posso farcela e salire di livello ogni anno.

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C’è stato un pilota che hai considerato come un campione da cui poter prendere esempio ed ispirazione?

Il mio primo pilota preferito è stato Sebastian Vettel, perché quando ero bambino era senza dubbio il più forte. Ora seguo altri come Ricciardo o Norris, ma conosco anche piloti del passato o piloti che non corrono in Formula 1. Mi piace ispirarmi a diversi atleti piuttosto che avere un singolo idolo; inoltre spesso riesco a trovare punti in comune anche con sportivi che competono al di fuori del mondo del motorsport. Ognuno segue un percorso unico e personale, quindi è giusto ispirarsi ai migliori ma altrettanto concentrarsi su se stessi senza dover per forza imitare qualcosa che è già stato fatto, ed è anche cosi che si creano nuovi record.

A settembre correrai in una nuova gara ad Imola. Quali aspettative ti stai ponendo? Come ti vedi tra 10 anni?

Per la seconda gara ad Imola in settembre ho grandi aspettative; come ho già detto è la mia pista preferita e ci ho già vinto in due categorie diverse. Inoltre è cambiato il Balance of Performance, e finalmente ai piloti Honda è concesso dal regolamento di utilizzare una mappa motore più aggressiva così da poter competere alla pari con gli altri marchi, che nelle scorse gare erano nettamente superiori come prestazioni di motore. Quindi direi una bugia se dicessi che non punto a replicare quello che ho già fatto a maggio e non vedo l’ora di scendere in pista. Fra 10 anni non so in quale categoria correrò o dove abiterò, ma sarò nel pieno della mia carriera e spero in giro per il mondo come atleta professionista.

Intervista a cura di Valentina Pasquali

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