I Googa ritornano sulla scena musicale con il brano ‘Tutto si muove‘, una canzone che riprende un sound britpop degli anni ’90 e che racconta storie sarcastiche, malinconiche e disincantate. Dopo il grande successo del singolo Lupo Mannaro (grazie al quale sono approdati sul canale televisivo Mtv), il gruppo musicale non ha perso di vista il suo più grande obiettivo: rendere speciale la propria musica, per donarla agli altri.


Com’è avvenuto il vostro incontro? Quando avete capito che avreste potuto diventare una band?

Ci conosciamo da sempre, abbiamo suonato per anni con altri gruppi e in situazioni diverse. A un certo punto, a partire da un progetto musicale collettivo, ci siamo ritrovati dentro una saletta a suonare insieme e a cercare di dare una forma a delle bozze di canzoni che stavano prendendo vita. Venivamo da esperienze musicali anche distanti e i brani si sono contaminati delle diverse influenze e modi di suonare. Sembrava il contesto migliore per tirare su una band.

Dove nasce l’idea per Googa? Cosa rappresenta per voi?

Fare musica per noi è una questione identitaria. Ogni canzone è frutto di lotte interiori e compromessi con la realtà e, dunque, astrazioni continue. Il nostro è un percorso musicale ma soprattutto personale attraverso il quale tentiamo di raccontare e anche vivere una vita parallela e ideale in cui noi siamo i Googa: un branco, una tribù, una comunità con i nostri valori e le nostre speranze. La musica è il nostro mezzo di condivisione e diffusione.

Vi abbiamo conosciuto e apprezzato con il singolo ‘Lupo mannaro’. Cos’è cambiato da allora, musicalmente parlando?

Abbiamo scoperto le chitarre elettriche. Ci serviva qualcosa di nuovo per uscire dal pantano interiore ed esteriore degli ultimi due anni.

Parliamo adesso del vostro nuovo singolo ‘Tutto si muove’. Con queste note, qual è il messaggio principale che volete trasmettere?

Il brano ha un’idea di fondo molto semplice che nasce probabilmente dalla parte musicale. Un contrasto, cioè, tra quello che è immobile e cristallizzato e il momento in cui, all’improvviso, tutto riprende a muoversi molto velocemente e caoticamente. Questa opposizione è un po’ il fulcro del pezzo, che rimane però volutamente aperto ad altre letture e interpretazioni soggettive.

Il brano ha un sound molto originale. Cosa c’è dietro il vostro stile musicale? Com’è nato l’approccio con questo genere?

Il nostro atteggiamento musicale muta e cresce con noi da quando ci siamo messi a suonare insieme, senza alcun preconcetto sul genere che avremmo fatto. Questo brano, così come il brano precedente, è nato in un periodo di tentativo di fuga dalle sonorità del pop italiano e pure da quelle del cantautorato romano che abbiamo sempre abbracciato e che non rinneghiamo. In questo periodo, tuttavia, cercavamo qualcosa di diverso e così ha preso forma “Tutto si muove”.

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Quali sono i vostri progetti futuri? Potete anticiparci qualcosa?

Abbiamo alcuni pezzi quasi pronti che andremo a registrare a breve. L’idea è di farli uscire come singoli o al massimo piccoli EP, per poterci così tenere leggeri e agili sui tempi che corrono e connessi con quella che è la nostra inclinazione a breve termine.

Intervista a cura di Stefania Meneghella

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