Flavio Tarquini lavora con il mondo equestre ormai da moltissimo tempo, ed è oggi parte integrante del team di eccellenza della scuderia Cuoghi Quarter Horses (Vignola, in provincia di Modena), tra le più rinomate d’Italia. E’ stata infatti scelta da Automobili Lamborghini come location per effettuare lo shooting di lancio della nuova Countach nel suo cinquantesimo anniversario.

Nato e cresciuto a cavallo, Tarquini è un professionista di alto livello e Tecnico Fise di Equitazione Americana. Dopo diverse esperienze sportive all’esterno, addestra i quarter horses della scuderia. Ha accettato di incontrarci e di parlarci del Reining (disciplina che ricorda il bellissimo West) e della sua vita trascorsa sulla sella di un cavallo, animale meraviglioso e che dona non poche emozioni.


Come ti sei avvicinato al mondo del reining e com’è nata questa passione per i cavalli?

Mi ritengo fortunato perché con questa passione ci sono nato e mi sta accompagnando, fin da quando ero piccolo, nel mio percorso di vita personale e professionale. Mi sono avvicinato al Reining grazie a una persona di mia conoscenza che già lo praticava e, incredibilmente, questo sport mi ha coinvolto così tanto da capire subito che sarebbe stata quella la mia strada.

Questa disciplina ricorda molto i classici film Western: secondo te, quali sono le affinità tra il mondo cinematografico Western e lo sport dei Reining che si pratica nella vita reale?

I film western (come ad esempio l’attuale Yellowstone con Kevin Costner) rispecchiano molti aspetti della realtà del Reining e di chi lo pratica. Diciamo che sono la trasposizione cinematografica del reale mondo western. Il senso del sacrificio e la forte dedizione sono le più grandi affinità. Con l’unica differenza che nella realtà non parliamo di attori che interpretano un ruolo ma di veri atleti e trainers.

Pensando alla figura del cavallo, mi viene in mente una sensazione di libertà e di pace. Cosa rappresenta per te il cavallo? Cosa provi quando gli sei accanto?

Esatto, trasmettono principalmente una sensazione di libertà e io li vedo come un mix di eleganza, forza e agilità. Quello che rappresentano per me è proporzionale al tempo che gli dedico ogni giorno con impegno; quindi direi che rappresentano qualcosa di realmente importante.

Hai avuto numerose esperienze sportive all’estero: c’è una in particolare che conservi nel cuore?

Si, California. Lì ho incontrato persone meravigliose e cavalli strepitosi. E’ un posto in cui questo sport è vissuto con una passione e una partecipazione senza pari. Posso veramente dire di averci lasciato un pezzo di me.

Fai parte del team d’eccellenza della scuderia Cuoghi Quarter Horses, tra le più rinomate d’Italia. Quali sono le vostre principali attività?

Ci occupiamo di allevamento e addestramento di quarter horses, i cavalli del Reining. Li alleviamo, addestriamo e portiamo in gara. E’ un ciclo di attività che si incastrano tra loro in modo quasi meccanico. L’addestramento prevede ore e ore di lavoro intenso, come ogni allenamento sportivo che si rispetti, ed è la parte più faticosa ma più importante, perché è soprattutto da quello che andrà a dipendere la performance finale.

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Hai futuri progetti in corso? Puoi anticiparci qualcosa?

I progetti non mancano mai, sono il motore di ogni atleta. Una volta realizzato uno, ne nasce subito un altro. Di sicuro c’è la voglia di andare oltre, verso traguardi nuovi e sfide continue.

Intervista a cura di Stefania Meneghella

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