Vittorio Vaccaro nasce come attore: ha infatti avuto diverse esperienze nell’ambito teatrale e televisivo. Il suo volto è apparso nella fiction Squadra Antimafia 4 e nelle sit-com di successo Piloti, Il mio amico Babbo Natale, La Strana Coppia e Camera Cafè. E’ inoltre stato ospite fisso – per la stagione televisiva 2021/2022 – del programma Forum di Barbara Palombelli. Da ottobre 2021, conduce invece una sua rubrica sul giornale www.ilgiornale.it. Quello che però non tutti sanno è che Vaccaro ha anche – da sempre – una grandissima passione per la cucina e per tutto ciò che è cibo: questo suo amore verrà trasmesso in tv grazie a un nuovo e originale format televisivo. A casa cucina papà andrà in onda dal 3 luglio su Food Network: si parlerà di cucina, di casa, di famiglia. Di tutto ciò che è amore.


Sei un artista a 360°, ma quando è nata questa fiammella per l’arte? Quando hai scoperto che sarebbe stata la tua strada?

E’ qualcosa che ho trovato spontaneamente; la passione per l’arte è nata quando avevo 22 anni, e ho iniziato a frequentare l’Accademia di Arte drammatica. La passione per la cucina l’ho sempre avuta: sono cresciuto in un laboratorio culinario, dato che i miei genitori lavorano in questo ambito.

Il 3 luglio inizierà il programma A casa cucina papà su Food Network: come nasce l’idea per questo progetto?

L’idea nasce principalmente dalla mia compagna: la passione per i fornelli l’ho appresa dalla mia famiglia e mi è sempre piaciuto metterla in pratica per parenti o amici. Da un paio di anni, lei mi sta spronando ad unire questa passione con il mio lavoro. Ho quindi pensato di provare a sviluppare un progetto televisivo, facendomi in primis una domanda: cosa posso portare di nuovo ed originale in un mondo in cui si parla sempre di food? Ho risposto che “a casa cucina papà“. E’ un format che mi racconta a pieno, ed è proprio quella la diversità: racconto – attraverso la cucina – una figura che ha un ruolo anche nella famiglia. E’ il papà che cucina per la famiglia, che fa felici i figli mediante la cucina, come anche la moglie e gli amici. La sapienza ai fornelli mi ha infatti portato spesso a unire e a far crescere le relazioni. Racconto me stesso e la mia storia: parlo di quei papà che fanno parte di queste famiglie allargate. Io ho avuto una figlia da un altro matrimonio, e anche la mia compagna. Ho così voluto unire queste famiglie sotto lo stesso tetto, costruire quel legno che fa il calore di una casa e farlo anche con il cibo. Questo è sicuramente l’esempio di un papà contemporaneo: la cucina riaccende spesso la voglia di sedersi a tavola e parlare.

Sei un attore, regista e musicista ma hai anche questa grande passione per la cucina. Cosa rappresenta per te il cibo e qual è il suo ruolo nella tua vita?

Il cibo è importantissimo nella vita e – anche con i miei genitori – l’argomento principale è il cibo. A me piace andare a fare la spesa, e mi ritaglio questi momenti per farlo. Mi piace scegliere quello che devo cucinare, e anche cercare mercati in cui c’è frutta e verdura.

Tra musica, recitazione e cucina pensi che ci siano delle similitudini? Qual è il filo che lega questi tre mondi apparentemente diversi?

Penso che il filo sia la passione: se non sei spinto da una passione per le arti, non arrivi alle persone. Tutto viene alimentato dall’amore e dalla passione. Poi c’è la bellezza: l’arte è bellezza e deve darti una suggestione (come quando si guarda un quadro). Il lavoro è inoltre molto importante, altrimenti non si riescono a raggiungere i giusti risultati. Bisogna essere artigiani, e bisogna mettere le mani in pasta: sperimentare, cercare un linguaggio proprio, trovare la verità e la credibilità. Se trovi nell’arte questi ingredienti, allora riesci sempre a trasmettere qualcosa.

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Sei originario della Sicilia e milanese di adozione: senti la mancanza delle tue origini? Cosa rappresentano per te le tue radici siciliane?

Sto bene a Milano: è una città in cui si può essere contemporanei. Sono però legatissimo alle mie origini siciliane, perché ci sono i miei genitori, sono nato lì, ho giocato nelle piccole stradine del mio paese. Amo la Sicilia ‘vera’, quella ancora un po’ sconosciuta, dura, rocciosa. Le persone sono un po’ rocciose, diffidenti ma aperte come il vento e la natura; sono per questo legato a certi valori. Mi riconosco in quel mondo, il cibo me lo porto da lì, come anche gli affetti, l’educazione, il rispetto per il prossimo. Insomma, sono felice di essere dove sono ma sono anche felice di andare giù a riassaporare il cibo e gli affetti.

Quali sono i tuoi futuri progetti? Puoi anticiparci qualcosa?

Non racconto mai cosa succederà sul lavoro. Quando torno a casa e ho fatto un provino per un film, non racconto niente a nessuno. Lo sa solo la mia compagna, a cui rispondo sempre: “Fatto e dimenticato“. Preferisco non pensare a quello che verrà.

Intervista a cura di Stefania Meneghella

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