Il "Full Sun Imager dell'Extreme Ultraviolet Imager" a bordo della navicella ESA/NASA Solar Orbiter ha catturato una gigantesca eruzione solare il 15 febbraio 2022. Credits: Solar Orbiter/Team EUI/ESA e NASA

Il 4 settembre 2022 la sonda ESA/NASA Solar Orbiter, durante un sorvolo su Venere per un Gravity assists (fionda gravitazionale), utile per aumentare la velocità e avvicinarsi ancora di più al Sole, è stata colpita da un’enorme espulsione di massa coronale lanciata dal Sole.

Per approfondire la notizia è possibile consultare il sito internet dell’ESA (CLICCA Qui).

Spiegazione della missione ESA/NASA Solar Orbiter.
Credit: European Space Agency (ESA)

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Il 30 agosto 2022 un’enorme espulsione di massa coronale è stata espulsa dal Sole, in direzione del pianeta Venere. Pochi giorni dopo, il 4 settembre 2022, ha colpito in pieno la sonda Solar Orbiter, impegnata in un flyby su Venere.

Fortunatamente non ci sono stati effetti negativi sulla navicella spaziale, poiché la sonda è progettata per resistere e studiare le violente esplosioni della nostra stella.

Solitamente, le espulsioni di massa coronale possono erodere le atmosfere dei pianeti come Venere e Marte, strappando via una parte dei gas atmosferici durante il loro passaggio.

Solar Orbiter è a un quarto della sua missione decennale, il cui obiettivo è osservare e studiare i misteriosi poli del Sole. Per raggiungere questo obiettivo, deve compiere periodicamente dei flyby su Venere, per farsi “tirare” e influenzare dalla gravità del pianeta mediante un Gravity assists.

Il motivo per cui si compiono i Gravity assists è principalmente per il risparmio del carburante: si sfrutta l’attrazione gravitazionale di un pianeta per farsi “tirare” e, conseguentemente, per farsi aumentare la velocità senza consumare il carburante.

Per quanto riguarda Solar Orbiter, il suo ultimo flyby su Venere gli servirà per avvicinarsi ancora di più al Sole: 4,5 milioni di km più vicino di prima.

Viaggio della sonda ESA/NASA Solar Orbiter
Credit: ESA/ATG medialab

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Osservare il Sole dalla Terra non basta per capire se una tempesta solare possa colpire con certezza il nostro pianeta, o gli astronauti in orbita terrestre o sulla Luna (durante le missioni Artemis).

Pertanto, per ottenere delle previsioni meteo spaziali accurate, abbiamo bisogno di un altro punto da cui vedere il Sole: a metà degli anni 20 partirà la missione dell’ESA Vigil, la quale si recherà nel punto di Lagrange L5 a 150 milioni di km dalla Terra. Il suo obiettivo sarà di inviarci, quasi in tempo reale, qualsiasi evento potenzialmente pericoloso per il nostro pianeta e per gli astronauti.

  • Cover image credits: Il “Full Sun Imager dell’Extreme Ultraviolet Imager” a bordo della navicella ESA/NASA Solar Orbiter ha catturato una gigantesca eruzione solare il 15 febbraio 2022. Credits: Solar Orbiter/Team EUI/ESA e NASA

Articolo a cura di Fabio Meneghella

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