Ferrara – La città del Cinema è un’importante filiera creativa che valorizza il cinema e il territorio di Ferrara. Alla base del progetto ci sono la formazione (scuole, masterclass, campus), la divulgazione (festival, rassegne, mostre, presentazioni) e la produzione (cortometraggi e lungometraggi girati nel Ferrarese). L’idea nasce da Stefano Muroni, ex allievo del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e attore, che ha scelto di investire tutto sulla sua città d’origine.


Com’è nato il tuo primo approccio alla recitazione? Quando hai scoperto che sarebbe stata la tua strada?

Io provengo dal basso Ferrarese, dalla porzione di terra con il più alto tasso di disoccupazione e dispersione scolastica in Emilia Romagna. Volevo fare l’attore già quando avevo 5/6 anni, e molti coetanei mi prendevano in giro. Ho iniziato subito a studiare teatro e poi Conservatorio. Dai 6 ai 18 anni, ho così fatto tutto quello che Ferrara poteva offrire. Con la maggiore età, ho tentato le ammissioni al Centro Sperimentale di Roma e da lì è iniziata l’avventura.

Ora sei diventato un attore e lavori nel cinema: cosa consiglieresti ai giovani che si stanno approcciando per la prima volta a questo mondo?

Studiare tantissimo; l’idea che una persona, se ha una bella faccia, lavori è un mito inesistente. Chi dura 30 anni ha alle spalle anni di gavetta o ha studiato in scuole importanti di cinema. Consiglio di studiare quotidianamente e per decenni e, se si ha quel sogno, continuare a studiare fino alla fine.

Hai infatti deciso di investire sulla tua provincia di origine per creare una valida rete di formazione per i giovani. Dove nasce l’idea per questo progetto?

Nasce da tutto quello che Roma non mi ha dato. Sono uscito dal Centro Sperimentale, e nessuno mi ha mai chiamato; ho capito che i veri talenti a Roma si disperdono: io la definisco una “città caciarona“. Nonostante tutto, io non ho mai mollato. Sono diventato produttore di me stesso e sono riuscito ad arrivare alla Festa del Cinema di Roma e ai Nastri d’Argento. Ho pensato di avere un valore e di poter creare qualcosa nella città di Ferrara: è la città del cinema, e proprio lì è nato il neorealismo. Ho così creato questa filiera creativa, che è unica in Europa e che permette a un adolescente di pre-formarsi mediante un centro di pre-formazione attoriale. Permette inoltre loro di formarsi professionalmente presso la Scuola d’Arte Cinematografica (che dura 3 anni) e di collaborare con una società di produzione che produce sul territorio. Ferrara – La città del Cinema è un progetto che esiste realmente: ci sono adolescenti che hanno fatto questo percorso e che sono riusciti ad arrivare in tv o al cinema. Rappresenta infatti un contatto diretto tra la formazione e i primi passi nel mondo del lavoro: penso che sia davvero fondamentale l’imprenditoria della creatività.

Cosa rappresenta per te Ferrara e cos’ha rappresentato per il tuo percorso di crescita professionale?

Sin da bambino sapevo che Ferrara era la città di Michelangelo Antonioni, e che era molto importante per il cinema. Ci sono stati molti artisti di Ferrara, che sono diventati grandi a livello mondiale. Mi sono chiesto: “Perché non c’è una scuola di cinema?“. Stando a Roma per anni, mi sono detto spesso: “Vengo da una capitale del cinema mondiale che è stata un po’ dimenticata”. Ho così pensato di investire tutto su Ferrara. I nostri studios sono i borghi, le piazze, il delta del po, il paesaggio, i teatri: giriamo al loro interno, e anche nei beni architettonici e monumentali. Questo, i più grandi, lo avevano capito.

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Quali sono le principali attività che si svolgeranno durante Ferrara La città del cinema?

L’idea è quella di valorizzare e divulgare sempre di più questa filiera creativa: vogliamo che sia un faro a livello nazionale. Siamo in contatto con 15 paesi del mondo, e vorremmo aumentare i Paesi con cui poter fare questi scambi artistici. Immaginiamo la Scuola Vancini come una scuola che pian piano possa offrire come corsi tutti i mestieri del cinema. Aggiungeremo l’anno prossimo il triennio di animazione. Non siamo soli: abbiamo la Film Commission più potente d’Italia, e molti nostri ragazzi hanno lavorato per varie fiction restando sul territorio.

Intervista a cura di Stefania Meneghella

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