Roberto Casalino – uno dei parolieri e compositori più noti della musica italiana – si è esibito, lo scorso 16 luglio, al Teatro Spazio Vitale di Nettuno (Roma). Il concerto evento dell’autore si è chiamato Il Fabbricante di Ricordi Live, e ha portato Casalino in una dimensione inedita, a contatto con il suo profondo e intimo mondo. E’ stato inoltre accompagnato da una band di cinque elementi e un corpo di ballo e performers diretti dal coreografo e regista Luca Di Nicolantonio. Il cantautore si è raccontato sulle nostre pagine, parlando anche di tutti i suoi progetti tra presente e futuro.


Sei uno dei parolieri più celebri del panorama musicale italiano, ma com’è nato il tuo primo approccio alla musica e alle parole? Quando hai capito che sarebbe stata la tua strada?

Io ho iniziato sin da piccolo ad avvicinarmi alla musica, soprattutto alla chitarra. Ho iniziato a scrivere delle melodie (scrivo anche la musica, non solo i testi), e mi è venuto quasi spontaneo metterci su delle parole per esprimere un’urgenza comunicativa. Ricordo la prima canzone che ho scritto ad undici anni: era in inglese e l’ho scritta mentre ero all’estero e studiavo la lingua. È una canzone molto tenera, da cui si percepisce molto l’elemento comunicativo della musica. Sviluppando questa mia passione, sono riuscito a trasformarla in un lavoro, ma ancora ora cerco di difendere questo tipo di approccio, mantenendo viva la passione e pulendola dai meccanismi tipici di questo lavoro.

Il 16 luglio si è tenuto l’evento Il Fabbricante di Ricordi Live: quali erano le tue aspettative in merito a questo concerto? Secondo te, qual è stata la reazione del pubblico?

Più che aspettative, avevo speranze. La prima era quella di arrivare tutti negativi sul palco, dato che è stato un momento molto difficile. A parte questo, mi aspettavo di portare in scena la mia musica unita a tante forme di arte: le grafiche, la danza, le arti performative e così via. E’ stata un’occasione per dare alle mie canzoni un’altra forma espressiva: non solo quella verbale, ma anche quella visiva e del corpo. L’obiettivo era lasciare, a chi è stato presente al concerto, qualcosa su cui riflettere e dei ricordi da richiamare alla mente per poter rielaborare alcune immagini. È stata una sorta di viaggio nell’intimità emotiva di ogni persona. Il titolo nasce da un’espressione del noto giornalista Stefano Mannucci che una volta, presentandomi in uno showcase, disse: “Sfido chiunque a non avere dei ricordi sulle canzoni scritte da Roberto. Possiamo dire che Roberto è un fabbricante di ricordi”. Questa cosa mi piacque talmente tanto da dare il nome ad un disco del 2019, “riappropriandomi” di alcuni brani che ho dato ad altri artisti. In questo album ho collaborato anche con alcuni di questi artisti come Alessandra Amoroso, Emma, Fedez, Giusy Ferreri. Volevo che questo concerto mantenesse il nome di quell’album, perché il tour legato al disco fu fermato dal covid. Inizierò poi un nuovo progetto legato al nuovo singolo.

Nel corso di questo concerto, hai presentato anche il tuo ultimo singolo L’ultima: dove nasce l’idea per questo brano?

È una canzone scritta in due momenti diversi. Tendo di solito a scrivere subito un brano, e questo era infatti pronto poco prima della pandemia. Quello stop mi obbligò a non pubblicarla però, una volta ripresa, mi sono reso conto di quanto questa canzone non mi rappresentasse più appieno. Era una canzone un po’ scura, scritta in un momento particolare. Ora, invece, sento di essere in una fase di rinascita e allora ho deciso di lasciare la parte buia delle strofe, riscrivendo l’inciso e andando a riflettere sul mio stato d’animo attuale. Ne è uscita una canzone molto speranzosa, basata sul concetto dell’ultima volta: la vita ci insegna che le ultime volte sono circoscritte in un momento storico particolare perché, mentre da una parte finisce qualcosa, da un’altra parte inizia qualcosa di nuovo.

Hai inoltre recentemente iniziato a collaborare con la Freak&Chic di Jacopo Levantaci: com’è nato il tuo incontro con loro e cosa ti stanno insegnando professionalmente parlando?

È una collaborazione molto giovane, non abbiamo ancora costruito niente di concreto. Il rapporto con Jacopo e la Freak&Chic è stato una conseguenza della mia conoscenza con Romina Falconi. Ci siamo conosciuti nel periodo pandemico via Skype, e abbiamo iniziato a collaborare per il suo album “Rotti in cuore”. Inizia così l’interessamento verso il mio lavoro, anche se parliamo di un genere diverso rispetto a quello della scuderia di Frick&Chic; ci sono però tutti i margini per lavorare insieme. Tra l’altro loro sono stati presenti al mio concerto.

Hai scritto canzoni per moltissimi artisti del mondo dello spettacolo: c’è stata una collaborazione che ti è rimasta particolarmente nel cuore?

Ogni canzone ed ogni collaborazione hanno un loro senso di esistere. È chiaro che con alcuni artisti è nata anche un’amicizia, come con Alessandra Amoroso o Giusy Ferreri. Se proprio dovessi scegliere una collaborazione, probabilmente sceglierei proprio quella con Giusy, ma semplicemente per il fatto che è iniziato tutto con lei: le nostre vite sono cambiate contemporaneamente con la sua partecipazione a X-Factor.

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Quali sono i tuoi futuri progetti? Puoi anticiparci qualcosa?

L’idea è quella di uscire con un nuovo singolo a settembre, perché in questo periodo storico la musica si consuma molto velocemente, soprattutto per un artista indipendente come me. Non è facile trovare lo spazio e l’attenzione del pubblico. Quindi intendo dare il giusto spazio ad ogni singolo con live ed interviste per ogni singolo, anche se la dimensione live è quella che più amo. C’è questo disco da scrivere e voglio accompagnare per mano il mio pubblico verso questo mio lavoro che uscirà nel 2023. Sarà un album di rinascita. Mi auguro anche tante collaborazioni, ma siamo in una fase di work in progress.

Intervista a cura di Stefania Meneghella

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