Credits: NASA/JPL-Caltech

Il 14 febbraio 2022, il rover Perseverance della NASA, atterrato su Marte il 18 febbraio 2021, ha battuto un record: quasi 320 metri percorsi in un solo giorno con l’AutoNav inserito.

Cos’è l’AutoNav?

L’AutoNav è un software di guida autonoma, che consente a Perseverance di trovare il proprio percorso in autonomia, deviando gli ostacoli.

Il nuovo software AutoNav consente, al rover Perseverance, di raggiungere una velocità massima di 120 metri all’ora; il suo predecessore, Curiosity, dotato di una versione precedente di AutoNav, può raggiungere circa 20 metri all’ora.

Foto scattata dal rover Perseverance, nel cratere Jezero, Marte. Credits: NASA/JPL-Caltech/ASU

Naturalmente, il rover non può essere lasciato completamente da solo. Il coinvolgimento del team rimane fondamentale nella pianificazione e nella guida del percorso di Perseverance.  Infatti, alla NASA c’è un team di specialisti, i quali sviluppano i vari percorsi di navigazione, che il rover dovrà percorrere durante la giornata lavorativa.

In altre parole, il team dice al rover dove dovrà recarsi e cosa dovrà studiare, ma sarà il rover, in autonomia, grazie all’AutoNav, a capire quale strada intraprendere per raggiungere l’obiettivo, e come deviare i potenziali pericoli durante il percorso.

Foto scattata dal rover Perseverance, nel cratere Jezero, Marte. Credits: NASA/JPL-Caltech/ASU

QUAL E’ LA DIFFERENZA TRA L’AUTONAV DI PERSEVERANCE E L’AUTONAV DI CURIOSITY?

Il rover Curiosity per raggiungere il suo obiettivo deve guidare per alcuni metri, poi deve fermarsi e scattare delle foto, per capire dove si trova e quale strada intraprendere. Successivamente, dopo aver analizzato i dati, riprende il suo percorso.

Il rover Perseverance, invece, è stato dotato di due computer: il primo si dedica al raggiungimento dell’obiettivo, cercando di capire se il rover si sta avvicinando alla zona programmata dal team; il secondo computer si dedica agli ostacoli che compaiono durante il viaggio.

Nel dettaglio, il rover crea un’immagine 3D dell’ambiente circostante, grazie all’unione di due immagini: la prima scattata dalla telecamera sinistra, e la seconda dalla telecamera di destra. Successivamente il software le analizza, fornendo anche il millesimo di secondo in cui sono state scattate; in questo modo riesce a capire di quanto si è spostato e, soprattutto, di quanto si è avvicinato all’obiettivo.

In altre parole, il rover Curiosity ha solo un computer dedicato alla guida autonoma e alla deviazione degli ostacoli, perciò dopo alcuni metri deve fermarsi, per analizzare il suolo e capire quale percorso alternativo intraprendere; il rover Perseverance possiede due computer, i quali lavorano in sincronia, risolvendo i problemi senza fermarsi.

Articolo a cura di Fabio Meneghella

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