Credit: JAXA

Il 6 dicembre 2020, la JAXA (Agenzia Spaziale Giapponese), è riuscita a portare sulla Terra alcuni frammenti rocciosi dell’asteroide Ryugu, raccolti dalla sonda “Hayabusa 2”, la quale fu lanciata nel 2014, arrivò nell’orbita di Ryugu nel 2018 e, con un braccio meccanico, raccolse dei frammenti rocciosi, con l’obiettivo di studiarli nei laboratori terrestri.

La sonda “Hayabusa 2” della JAXA, ha raccolto 5,4 grammi di granelli rocciosi, grazie a due touchdown di campionamenti: il primo campionamento eseguito dal braccio meccanico della sonda, ha afferrato le piccole pietre presenti sulla superficie dell’asteroide; il secondo campionamento, invece, ha creato un piccolo cratere, per poter attingere dal sottosuolo e acciuffare alcuni frammenti rocciosi nascosti.

Video registrato dalla sonda “Hayabusa 2”, durante il prelievo dei frammenti di roccia dall’asteroide Ryugu. Credits: JAXA – Space.com

Il materiale raccolto è fra i più antichi del sistema solare, molto ricco di carbonio, idrogeno, azoto e acqua. Il team, a marzo 2022, ha dichiarato di aver trovato più di dieci tipi di aminoacidi, tra cui glicina e alanina, che sono i mattoni delle proteine, che gli organismi viventi producono.

E non solo: hanno rilevato vari composti organici prebiotici nei campioni, inclusi amminoacidi proteinogenici, idrocarburi policiclici aromatici simili al petrolio terrestre e vari composti azotati. Queste molecole organiche prebiotiche possono diffondersi in tutto il sistema solare, come polvere interplanetaria, dopo un ipotetico impatto con la superficie di Ryugu.

Frammenti rocciosi prelevati dall’asteroide Ryugu e portati sulla Terra. Nella prima immagine sembra essere presente un oggetto artificiale nel contenitore: dovrebbe essere un frammento di alluminio, raschiato via dalla tromba del campionatore della sonda spaziale. Nella seconda immagine si possono vedere i frammenti raccolti sotto la superficie, dopo aver creato un cratere. Credit: JAXA
Frammenti rocciosi prelevati dall’asteroide Ryugu e portati sulla Terra. Credit: JAXA

Grazie a questi studi, gli scienziati possono capire come la materia organica, che ora costituisce la base della vita sulla Terra, possa essere nata dalla nube molecolare la quale, a sua volta, ha dato origine al sistema solare 4,6 miliardi di anni fa.

Gli scienziati pensano che alcuni asteroidi, soprattutto quelli pieni di acqua e di materiale organico, possano essere i “semi della vita” dei pianeti (naturalmente i pianeti idonei ad ospitare la vita). In altre parole, si pensa che questi asteroidi trasportino il “seme della vita” e, dopo essere precipitati su un pianeta come la giovane Terra, nonché un pianeta idoneo e fertile, la vita possa germogliare.

Asteroide Ryugu, fotografato dalla sonda “Hayabusa 2”. Credits: JAXA, University of Tokyo, Kochi University, Rikkyo University, Nagoya University, Chiba Institute of Technology, Meiji University, University of Aizu and AIST

Il Professor Tomohiro Usui del “Department of Solar System Sciences”, nonché Manager of “Astromaterials Science Research Group” dell’ “Institute of Space and Astronautical Science” della JAXA, ha risposto a tre nostre domande

L’asteroide Ryugu può dirci qualcosa di nuovo sulla formazione dei pianeti del sistema solare?

Sì, il campione prelevato da Ryugu fornisce la migliore stima di ciò che era presente nelle fasi iniziali della creazione del sistema solare. Gli ingredienti presenti all’origine del sistema solare sono fondamentali per comprendere la formazione dei corpi celesti, compresi i pianeti come la Terra.

Perché è così importante sapere se un asteroide è altamente poroso?

La porosità è strettamente legata alla forza fisica dell’asteroide. Le informazioni sulla porosità forniscono un mezzo per comprendere la forma, le dimensioni e la durata degli asteroidi.

Secondo te, l’acqua presente sul pianeta Terra, o su altri pianeti, è stata portata dagli asteroidi? Possiamo dire che gli asteroidi sono stati fondamentali per la creazione della vita?

Sì! La missione Hayabusa 2 indica che Ryugu (e forse la maggior parte degli asteroidi carboniosi) dovrebbe avere parti contenenti acqua e sostanze organiche, che potrebbero essere trasportate sulla Terra e su altri pianeti terrestri, e potrebbero essere potenziali “ingredienti” della vita.

Articolo e intervista a cura di Fabio Meneghella

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