Marco Frattini – affermato runner e titolare del brand #iovedodicorsa – è affetto da ipoacusia bilaterale profonda e, dal 2006, ha completamente perso la capacità uditiva. La forza e il coraggio sono però stati sempre insiti in lui, e gli hanno permesso di costruire e concretizzare moltissimi progetti. Ha infatti collezionato numerosi successi sportivi (6 titoli italiani FSSI, 3 titoli mondiali di categoria e vari piazzamenti) e ha scritto libri legati alla sua personale esperienza di vita. Ha anche lanciato un social network interamente dedicato alla corsa: l’app CiaoRunner nasce infatti per condividere la propria passione per la corsa con gli altri runner.

Ma nella sua vita, c’è anche la musica: un’amica fidata che l’ha sempre accompagnato in tutti i suoi percorsi. Frattini torna infatti nel panorama musicale con il singolo inedito Corro come il vento, diventato ben presto l’inno dei maratoneti già dall’evento WMD night 2021. Marco ha così aperto le porte del proprio cuore, e si è raccontato tra passato, presente e futuro.


Com’è avvenuto il tuo primo approccio alla musica? Quando hai compreso che sarebbe stata una parte di te?

Ho iniziato a suonare il pianoforte in età prescolare; mia sorella Diana, di 3 anni più grande di me, prendeva lezioni di piano e io le chiedevo di riprodurre il suono delle melodie e delle canzoncine che mi giravano in testa. I miei genitori appena possibile, vista l’insistenza, mandarono a lezione anche me.

Sei affetto da ipoacusia bilaterale profonda da molti anni: qual è il ruolo che la musica e lo sport hanno avuto nella tua vita? Quanto ti hanno aiutato?

Lo sport e in particolare la corsa è stata, assieme alla scrittura, il mio salvagente e valvola di sfogo. Soprattutto mi ha stimolato a essere più metodico e a riprendere in mano la mia vita coscientemente e di petto. La musica ha continuato a essere la colonna sonora in tutto ciò che facevo.

Parliamo del tuo ultimo singolo ‘Corro come il Vento’: dove nasce l’idea per questo brano e qual è il messaggio principale che vuoi trasmettere?

Negli ultimi tre anni (quelli che tutti noi abbiamo vissuto), è scattato qualcosa, forse perché avevo più tempo libero del solito e ho ripreso in mano la chitarra. Da li sono arrivate delle melodie e dei testi, non sempre in questo ordine. ‘Corro come il Vento’, non nasce con l’intento di trasmettere un messaggio, ma di disegnare una caricatura del runner. Ci sono giorni in cui la voglia di correre deve davvero saltare addosso, altri in cui né la pioggia né la tempesta potrebbero fermare il desiderio di far girare le gambe. Giorni in cui si potrebbe continuare a correre per ore, altri in cui la fatica la fa da padrone. Il punto è che indipendentemente da quale sia il reale riscontro del “garmin, che si vada lento o veloci, abbiamo la sensazione di correre e volare come il vento. Se proprio dobbiamo trovare un messaggio, la cosa si potrebbe ridurre semplicemente in questo: corri e non lasciare che niente e nessuno possa mettersi tra te e i tuoi sogni.

La musica e la corsa sono le tue più grandi passioni: c’è qualcosa che le accomuna?

Musica e corsa vanno a braccetto e a tal proposito potremmo scriverne un compendio. A chi mi chiede consigli per iniziare a correre cerco di spiegare questa cosa: di pensare e immaginare la corsa come una melodia fatta da tanti strumenti, come fosse un’orchestra. Gli strumenti in corsa sono tutte le parti del nostro corpo. Quando corriamo siamo i direttori d’orchestra. Più riusciamo a dare armonia e ritmo al nostro procedere, più la musicalità della nostra corsa permetterà di provare e migliorare le nostre sensazioni e prestazioni.

La corsa può avere sicuramente un effetto catartico, e io la associo spesso al concetto di libertà. Cosa consiglieresti a tutti coloro che stanno per approcciarsi a questa disciplina? Secondo te, qual è il segreto per riuscire a ‘correre come il vento’?

Dici bene ed è uno dei pilastri su cui fondo il mio approccio come trainer (sono tecnico di 1° livello FIDAL). Segreti ormai non ce ne sono più o comunque sono più che mai rivelati ovunque. Un consiglio senza ombra di dubbio è quello di gestirsi per gradi. Nella corsa, come nella musica, per andare veloci e andare lontano, bisogna prima saper andare lenti. Un approccio per step è più che mai ottimale a mio avviso. Un passo dopo l’altro, una nota alla volta cercando e sapendo da dove si parte e dove si voglia arrivare.

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Quali sono i tuoi futuri progetti? Puoi anticiparci qualcosa?

Corro come il Vento ha rimesso in circolo tutto lo spirito e quella attività musicale che ha caratterizzato gli anni della mia giovinezza. E’ il primo brano che ho presentato e il mio personale test di approccio e sperimentazione per capire come muoversi nel panorama musicale come cantautore senza commettere troppi errori. Arriveranno quindi altri brani e mi auguro di poter tornare a cavalcare a breve i palchi con una band costruita su misura. Ci stiamo lavorando. Tenetemi d’occhio se possibile e grazie per questa intervista molto stimolante.

Intervista a cura di Stefania Meneghella

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