Image data: NASA/JPL-Caltech/SwRI/MSSS / Image processing by Kevin M. Gill, © CC BY

La sonda Juno della NASA, giunta nell’orbita polare di Giove nel 2016, ha osservato una tempesta ciclonica larga 2000 km nell’atmosfera gioviana, durante il suo 23° sorvolo ravvicinato del pianeta. Il maestoso e scenografico vortice è situato nella regione chiamata “North North North North Temperate Belt” (NNNNTB), nonché una delle numerose bande di nubi persistenti del pianeta gigante gassoso.

Per osservare e scaricare l’immagine in alta definizione, è possibile consultare il sito internet della NASA dedicato alla missione Juno (CLICCA Qui).

Lo scienziato Kevin M. Gill ha creato questa immagine utilizzando i dati dell’imager JunoCam della navicella spaziale Juno. L’immagine è stata scattata il 3 novembre 2019 alle 14:08 PST (17:08 EST). In quel momento il veicolo spaziale si trovava a circa 5.300 miglia (8.500 chilometri) dalle cime delle nubi di Giove.
Credits: Image data: NASA/JPL-Caltech/SwRI/MSSS / Image processing by Kevin M. Gill, © CC BY
Questa animazione porta lo spettatore in un viaggio simulato nelle esotiche tempeste elettriche ad alta quota di Giove. Le più piccole nuvole bianche “pop-up” in cima al Nautilus sono larghe circa 100 km. Il viaggio prosegue attraverso gli imponenti temporali di Giove, schivando gli spruzzi di pioggia di ammoniaca e lampi di luce poco profondi. A queste altitudini – troppo fredde per l’uscita di acqua liquida pura – il gas di ammoniaca agisce come un antigelo che scioglie i cristalli di ghiaccio d’acqua, lanciati a queste altezze dalle potenti tempeste di Giove – dando a Giove un’inaspettata nuvola di ammoniaca che può elettrizzare il cielo. L’animazione è stata creata combinando un’immagine di nuvole d’alta quota della JunoCam di Juno della NASA, con un’animazione generata dal computer.
Credits: Animation: Koji Kuramura / Music: Vangelis / NASA/JPL-Caltech/SwRI/MSSS/Kevin M. Gill

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Giove è composto principalmente da idrogeno ed elio, ma parte del colore delle sue nuvole potrebbe dipendere dai pennacchi di gas contenenti zolfo e fosforo, i quali provengono dalla zona più calda e interna del pianeta.

MISSIONE JUNO

Le scoperte della sonda Juno (lanciata nel 2011 e giunta nel 2016) hanno rivoluzionato la nostra comprensione di Giove e della formazione del sistema solare. Durante le 35 orbite previste nella missione principale, Juno ha raccolto più di 3 terabit (375 gigabyte) di dati scientifici, e ha fornito viste mozzafiato di Giove e dei suoi satelliti. Le numerose indagini compiute dalla navicella spaziale della NASA hanno cambiato la nostra visione dell’atmosfera e dell’interno di Giove, mostrandoci uno strato atmosferico che si estende ben oltre le sue nuvole.

E non solo: Juno ha compiuto scoperte anche sulla struttura interna del pianeta, sul campo magnetico gioviano, sull’atmosfera (compresi i cicloni polari, l’atmosfera profonda e le aurore) e sulla magnetosfera.

Attualmente la missione Juno è stata estesa fino al settembre 2025.

Per chi volesse scoprire tutti i segreti di Giove e, al contempo, divertirsi con viste in 3D del nostro Sistema Solare, può consultare il sito internet “solarsystem.nasa.gov” (CLICCA Qui).

  • Image cover credits: Image data: NASA/JPL-Caltech/SwRI/MSSS / Image processing by Kevin M. Gill, © CC BY

Articolo a cura di Fabio Meneghella

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