Isoladellerose sono stati i vincitori di The Band, il seguitissimo talent show targato Rai e condotto da Carlo Conti. Il gruppo è infatti riuscito a convincere i giudici e il grande pubblico italiano; sotto l’ala protettrice di Enrico Nigiotti (la loro guida sin dall’inizio), la band ha attirato l’attenzione di migliaia di telespettatori e ha dichiarato di avere ancora molti sogni da realizzare. I tre artisti stanno così continuando il loro percorso con l’inedito Nade Màs e con la loro sempre presente grinta. Cosa vogliono per il futuro? Ce lo hanno raccontato in questa intervista.


Com’è nato il vostro incontro? Quando avete compreso che avreste potuto diventare una band?

La nostra band è nata durante il primo lockdown: Federico era seduto sul divano a vedere Netflix, dato che la musica si era completamente fermata. Gli è poi arrivata una videochiamata dagli altri due, che gli hanno proposto di entrare nel gruppo. Stavano cercando un frontman, e ha così accettato. L’idea è stata quindi di Jacopo, e poi si sono aggiunti Andrea e Federico.

Siete stati i vincitori del talent The band: vi sareste mai aspettati questo riconoscimento? Cosa avete provato al momento della vittoria?

Abbiamo affrontato questa esperienza senza sapere nemmeno cosa fosse; non avevamo ben capito quello che sarebbe stato realmente il programma. Abbiamo poi compreso che si trattasse di un talent, e abbiamo pensato di affrontarlo senza aspettative. Questo ci ha fatto vivere The Band nel modo giusto; infine abbiamo iniziato a comprendere che avremmo effettivamente potuto ambire al primo premio, quando siamo comparsi primi nella classifica della puntata antecedente alla finale.

Cosa vi ha lasciato invece questa esperienza?

Questa esperienza ci ha lasciato veramente tanto, è stata una ‘figata’ perché abbiamo dedicato al 100% il nostro tempo alla musica. Siamo stati un mese rinchiusi nelle sale prove e nello studio a lavorare sulla nostra musica. Abbiamo conosciuto persone fantastiche che ci hanno aiutato moltissimo. Abbiamo incontrato anche altre band che vogliono fare questo lavoro come noi. Ci siamo divertiti molto: nonostante ci fosse competizione, noi l’abbiamo vista come una condivisione con le altre band.

Nel corso del programma, siete stati guidati da Enrico Nigiotti. Cosa vi ha insegnato lui più di tutto e cosa vi ha lasciato professionalmente parlando?

Nigiotti è stato un fratello maggiore, ci ha lasciato tanto sia musicalmente che umanamente. Il suo percorso artistico è stato segnato da due talent: Amici e X Factor. Aveva vissuto esperienze analoghe alla nostra, e per questo ci è stato tanto di aiuto, ci ha dato una mano a livello emotivo per gestire al meglio determinate dinamiche all’interno del programma. Lui è poi un cantautore e un musicista eccezionale. È stato bello lavorare con lui. Ricordiamo soprattutto la serata finale, durante la quale abbiamo avuto la fortuna di suonare con lui un suo brano. È entrato in punta di piedi e ci ha fatto esprimere al 100%, siamo stati quello che volevamo essere. È stata una cosa davvero bella.

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Parliamo del vostro inedito Nada màs: dove nasce l’idea per questo brano?

Federico era con la chitarra sulla riva di un torrente, nelle Marche. Stava buttando giù un po’ di accordi, e si faceva trasportare dal suono che c’era. Ragionava così sulla quiete e sulla tranquillità di quel momento, pensando se fosse giusto ragionare sui problemi o divertirsi e ballare. La risposta è stata: un po’ entrambe le cose. Bisogna pensare ai problemi, ma bisogna anche divertirsi. Da questa riflessione, è nata questa canzone.

Quali sono i vostri progetti futuri? Avete già aspettative per il futuro?

Continuare a scrivere e vivere il progetto al 100%.Il nostro obiettivo è Sanremo, e pensiamo di poter proporre il nostro brano lì. Ci proveremo, al momento siamo concentrati a scrivere e fare qualche live.

Intervista a cura di Stefania Meneghella

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