Dineka torna sulla scena musicale con il nuovo I sing myself a lullaby, che anticipa la pubblicazione dell’album Breathe (disponibile da lunedì 7 novembre nei negozi e in digital download). L’artista canta una dolce ninna nanna che le calmano i pensieri, e che la trasportano in una dimensione priva di caos. Ce ne ha parlato in questa intervista, raccontandoci anche tutti i suoi progetti e la sua essenza di musica pura.


Com’è nato il tuo primo approccio alla musica? Quando hai scoperto che sarebbe stata la tua strada?

Il primo approccio è avvenuto quando sono nata; sono infatti figlia di musicisti. Ho sempre avuto questa passione e in casa c’è sempre stata musica ovunque. Per tutta la gioventù ho cantato e ho suonato l’oboe, e anche il pianoforte: gli strumenti sono poi spariti ed è rimasto il canto. Sono venuta in Italia perché mi è stato offerto un contratto discografico durato tre anni; l’etichetta è poi fallita e mi è stata diagnosticata la sclerosi multipla. Pensavo che il mondo della musica fosse finito e che avrei dovuto cercare un altro impiego. Pian piano, ho però riacquistato la forza del corpo e della mente, e mi sono messa a studiare psicologia. Il canto è ritornato, e ho così voluto approfondire questa passione studiando al Conservatorio. Da lì è nato tutto.

Parliamo del tuo nuovo singolo I sing myself a lullaby: dove nasce l’idea per questo brano?

All’inizio ho scritto Breathe, e questo brano mi ha insegnato a respirare e a vedere il mondo in un altro modo. Cercavo la tranquillità interna, e ho avuto così più conoscenza di tutto e più concentrazione per tutto quello che facevo. Avevo più la determinazione e l’energia, ed è nata così questa canzone: il brano parla di come io possa parlare con una farfalla, cantare nella natura, fare qualsiasi cosa in libertà. Decido così che adesso mi canto una ninna nanna per rilassarmi e per riacquistare più energia. Il ritmo è bello e mi fa stare bene.

Questa canzone parla di tranquillità, leggerezza e silenzio. Cosa rappresenta per te il silenzio e cos’ha rappresentato nella tua vita?

Durante questi tre anni di covid, dovevo lavorare da casa e avevo tanto silenzio intorno. Da lì ho iniziato a pensare. Ci sono tanti pensieri, e la coscienza decide quale pensiero seguire, i pensieri vanno e vengono. Se riesco a mettere questi pensieri in azione, allora divento il mio carattere. Tutto l’album è basato su questa concentrazione e su questi valori.

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Come ti sei avvicinata a questo genere musicale? Chi sono stati i tuoi maestri musicali?

I miei grandi maestri sono da sempre artisti americani come Whitney Houston, Mariah Carey e Celine Dion. Poi ci sono anche molti gruppi musicali e cantanti internazionali come anche Michael Jackson. Per il resto, ascolto quello che c’è in radio al momento: ultimamente ho anche ascoltato brani della musica lirica.

Quali sono i tuoi futuri progetti? Puoi anticiparci qualcosa?

Scrivere ancora, cantare ancora e poi si vedrà…

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