Dimaio (kosmomagazine.it)Dimaio (kosmomagazine.it)

Dimaio torna sulla scena musicale Prometto: un singolo, questo, che rispecchia tutta la sua essenza di artista e le sue emozioni più recondite. Il videoclip del brano vede inoltre la partecipazione dello scultore Jago che, con il suo incredibile talento, ha saputo unire la musica del tenore alla sua magica arte. Il cantante ce ne ha parlato in questa intervista.


Com’è nato il tuo primo approccio alla musica? Quando hai capito che sarebbe stata la tua strada?

La passione per la musica ce l’ho fin da piccolo; mia mamma mi dice che ho iniziato prima a cantare che a parlare. Man mano ho così iniziato ad approfondire lo studio della tecnica vocale quando avevo circa 15/16 anni. Verso i 17 anni sono iniziati i miei primi lavori in Rai, e ho avuto la fortuna di poter lavorare in questo ambito musicale.

Parliamo del tuo nuovo singolo Prometto: dove nasce l’idea per questo brano?

Questo è un brano che mi ha inviato Marco Guazzone, uno degli autori. Lui mi conosce e mi segue da tempo, abbiamo fatto tanti lavori insieme e mi ha chiamato proponendomi questa canzone. Il caso ha voluto che stessi ricercando dei brani da inserire nel mio nuovo album e, ascoltando questo singolo, ho capito che stava rispecchiando esattamente quello che io stavo cercando. Volevo ripartire dopo un periodo di stop e volevo ricominciare con un brano che fosse intimo ed emozionale, qualcosa che fosse diverso rispetto ai brani del primo album. Rispecchia la mia intimità e l’emozionalità che stavo cercando. Già dal primo ascolto mi sono innamorato e ho capito che aveva il potenziale giusto. Carmelo Patti – l’arrangiatore e produttore del brano – ha fatto un grande lavoro.

Dimaio (kosmomagazine.it)
Dimaio (kosmomagazine.it)

Come ti sei approcciato a questo genere musicale? Chi sono stati i tuoi maestri musicali?

Io nasco dal pop: ho cantato per anni in un coro Gospel e ho anche fatto il musical teatrale. Il progetto da crossover da controtenore è nato dopo, quando avevo circa 34 anni. Ho infatti lavorato al Teatro dell’Opera di Roma per un progetto diretto dal regista Premio Oscar Luis Bacalov. Stavo canticchiando un brano dell’Opera e lui mi ha ascoltato, introducendomi poi a questo percorso e consigliandomi di intraprendere questi studi e di sfruttare questa potenzialità. Insieme a Dardust, abbiamo messo sù questo progetto e abbiamo iniziato a lavorare ai primi brani. Da lì è nato l’album, e io ho studiato canto approfondendo la tecnica vocale con il Maestro Giuseppe Nicodemo e con Fabio Lazzara. Loro sono stati i miei due Maestri, e mi hanno dato una giusta guida.

Com’è nato il tuo incontro con Jago e cosa ti ha insegnato lui più di tutto?

L’ho incontrato circa 2 anni fa: lui stava lavorando a La Pietà, una delle sue sculture più famose. Ancora non l’aveva ultimata, e io mi sono trovato a Napoli nel suo laboratorio. Ho avuto questo grande privilegio e, già da subito, ho respirato un’energia indescrivibile. Il contatto così diretto con l’arte e con lui mi ha emozionato moltissimo, e c’è stato subito un gran feeling tra noi. Già dalle prime conversazioni abbiamo capito che c’era una grande affinità, e lui stesso mi ha proposto questa collaborazione che non era in quel momento ancora chiara. Quando ho avuto tra le mani questo brano, è così nato il videoclip e ho avuto questa opportunità che è stata per me davvero enorme. E’ importante poter contaminare diversi tipi di arte: canto, danza, arte, scultura. Abbiamo potuto unire queste forze emanando un’arte a 360 gradi: io con la mia voce, lui con le sue sculture. Credo che abbiamo creato delle emozioni forti che si sono espresse nel canto e nella sua grandezza artistica.

Jago (kosmomagazine.it)
Jago (kosmomagazine.it)

Quali sono i tuoi futuri progetti? Puoi anticiparci qualcosa?

Stiamo già lavorando ad altri brani di questo album, e stiamo definendo il secondo singolo che dovrebbe uscire prima dell’estate. Non posso rivelare nulla, ma ci saranno altre sorprese che saranno presenti nell’album e in questo progetto. A breve ci sarà inoltre un altro singolo.

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