Diana KossakowskiDiana Kossakowski - kosmomagazine.it

Abbiamo incontrato Diana Kossakowski, astronoma presso il Max Planck Institute for Astronomy di Heidelberg (Germania). Lei è la principale autrice dell’articolo pubblicato su Astronomy & Astrophysics, nel quale si descrive la scoperta dell’esopianeta Wolf 1069 b. Quest’ultimo è un pianeta lontano 31 anni luce dalla Terra, e situato nella “zona abitabile” del suo sistema stellare, cioè nella zona in cui potrebbe formarsi la vita.

Questa scoperta, guidata dal Max Planck Institute for Astronomy, non sarebbe stata possibile senza l’enorme sforzo compiuto da una squadra internazionale, composta principalmente da Germania, Spagna e Stati Uniti. Le grandi scoperte astronomiche possono giungere solo con un grande sforzo collaborativo e, soprattutto, quando tutti inseguono lo stesso obiettivo: in questo caso è dare la caccia ai pianeti!

Per leggere l’articolo ufficiale della scoperta, pubblicato su Astronomy & Astrophysics, clicca QUI.


Come è nata la tua passione per gli esopianeti? Quali sono gli esopianeti che ti hanno sorpresa di più?

Per la classica storia: ero seduta in un planetario e guardavo le stelle che mi volavano davanti, e questo mi ha semplicemente sbalordita. Successivamente sono entrata nella facoltà di Fisica e Astronomia, e il resto è storia! Il mio esopianeta preferito è Kepler 16b, perché “la tua ombra è sempre in compagnia” su quel pianeta, visto che orbita attorno a due stelle (in un sistema binario). C’è un poster della NASA molto bello appeso al mio muro.

Come siete riusciti a scoprire Wolf 1069 b? Come avete capito che si trattava di un pianeta roccioso?

È stata un po ‘di fortuna e duro lavoro. Inizialmente non era chiaro, ma sapevamo che forse poteva esserci un pianeta in orbita alla stella Wolf 1069. Abbiamo perciò continuato le osservazioni con lo spettrografo CARMENES e alla fine siamo “inciampati” sul pianeta.

Usiamo il metodo della velocità radiale (RV) per ottenere la massa minima del pianeta. Il concetto di base è che il pianeta, orbitando attorno alla stella, induce un tiro gravitazionale sulla sua stella, facendola “oscillare” verso l’osservatore (verso di noi). Quindi, la luce della stella (come spettro) appare più rossa o più blu, e queste varianti sono esattamente ciò che misuriamo. Questo vuol dire che il pianeta viene rilevato indirettamente. Il segnale che rileviamo è però molto piccolo; per questo la caccia ad un pianeta non è uno scherzo e nessun compito è facile.

La strumentazione è migliorata notevolmente nel corso degli anni. Tuttavia, raccogliamo anche dei segnali indesiderati a causa dell’attività della stella stessa o dell’atmosfera terrestre (quando osserviamo con i telescopi sulla Terra). Per questo motivo dobbiamo fare molta attenzione quando analizziamo i dati.

Per quanto riguarda le caratteristiche di Wolf 1069 b, non possiamo dire al 100% che sia un pianeta roccioso. Potrebbe esserlo, in base alla nostra esperienza e a ciò che abbiamo visto studiando gli altri pianeti.

Illustrazione artistica dell’esopianeta Wolf 1069 b, in orbita attorno a una stella nana rossa.
Credits: NASA/Ames Research Center/Daniel Rutter

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La stella Wolf 1069 è diversa dal nostro Sole? Non tutte le stelle sono uguali, quindi ogni stella emette delle radiazioni diverse?

Wolf 1069 è una stella nana rossa (nota anche come M Dwarf), e questa categoria di stelle sono le più belle e le più piccole. Infatti, ha un sesto della massa e del raggio del nostro Sole. Appaiono più arancioni o più rossi (da qui il nome di nana rossa), perché irradiano maggiormente verso le lunghezze d’onda più rosse. In realtà, sono le più comuni nella nostra galassia (oltre il 75% di tutte le stelle) sebbene siano anche le più deboli, il che può rendere più difficile la loro osservazione.

La stella Wolf 1069 è stata osservata abbastanza a lungo con lo spettrografo CARMENES, per il quale abbiamo recentemente annunciato pubblicamente un enorme rilascio di dati, dimostrando che dovrebbe esserci almeno un pianeta attorno a queste nane rosse. Noi del team di CARMENES volevamo rivolgere la nostra attenzione verso queste stelle che bruciano lentamente (M dwarfs), perché è più facile rilevare i pianeti simili alla Terra visto che il segnale è più prominente (rapporto di massa pianeta-stella più elevato). E non solo: la zona abitabile è più vicina alla stella ospite (quindi il periodo orbitale del pianeta è più breve).

Quali sono le caratteristiche dell’atmosfera di “Wolf 1069 b”? Secondo te è perfetto per la vita?

Questo non possiamo dirlo con certezza al 100%, in quanto non siamo in grado di osservare direttamente la sua atmosfera con la tecnologia odierna. Spero davvero che tra 20/30 anni saremo in grado di farlo! Con i modelli climatici teorici possiamo intuire che, con una varietà di differenti composizioni atmosferiche, il pianeta potrebbe essere abbastanza abitabile (supponendo che abbia mantenuto un’atmosfera). Questo tipo di studio è attualmente oggetto di ulteriori approfondimenti da parte dei nostri colleghi americani, quindi rimanete sintonizzati per i loro prossimi risultati!

Attualmente quanti sono i pianeti che potrebbero ospitare la vita? Secondo te, quando avremo la prova della presenza della vita?

E’ una domanda difficile. Penso che ci sia almeno un pianeta là fuori che possa ospitare la vita! Altrimenti, se non ci fosse, sarebbe piuttosto inquietante essere soli nell’Universo. Penso che sia bello rimanere ottimisti! Chissà, fra 10, 20 o 30 anni? Ad esempio, 30 anni fa non avevamo ancora rilevato nessun esopianeta; ora invece ne abbiamo trovati più di 5000. Potremmo essere lì prima di quanto ci aspettiamo, dobbiamo solo continuare a cercare.

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