Danilo Sapienza torna sulla scena musicale con il brano Ti dico di no, un singolo che racconta l’influenza della tecnologia sulle nostre vite. In attesa del nuovo EP, l’artista ha raccontato tutti i suoi progetti tra presente e futuro.


Com’è nato il tuo primo approccio alla musica? Quando hai compreso che sarebbe stata la tua strada?

E’ nato all’età di 14 anni, quando mi hanno regalato la prima chitarra e ho iniziato a suonare. La mia è stata una passione musicale che si è trasformata. Sentivo infatti il bisogno di far uscire emozioni, e di scrivere canzoni. Con l’età più avanzata – verso i 18 e i 25 anni – ho iniziato a scrivere seriamente e ad esibirmi nella mia città, Catania.

Parliamo del tuo nuovo singolo Ti dico di no: dove nasce l’idea per questo brano?

L’idea è nata durante il lockdown: in quel periodo eravamo rinchiusi ed eravamo letteralmente circondati dalla tecnologia. Io vivo a Londra, che è una città iper tecnologica: ho così voluto parlare dello scappare e del voler ritornare ad avere un contatto umano con la gente. E’ un brano di ribellione interna.

Il singolo parla di come la tecnologia abbia cambiato la nostra vita. Cosa rappresenta per te la tecnologia e qual è tuo rapporto con essa?

C’è in me amore e odio per la tecnologia. Faccio un esempio pratico: in passato – per registrare un singolo – bisognava andare in studio. Adesso si può invece fare tutto tramite un pc. Un artista emergente arriva più velocemente agli ascoltatori. Tre/ quattro mesi fa ho ad esempio pubblicato un filmato in cui stavo cantando una cover di Battisti. Mi ha contattato Eros Ramazzotti facendomi i complimenti. In passato, era molto più complicato che qualcuno notasse le nuove voci.

Il brano anticiperà il tuo EP ‘1985’ che uscirà nel mese di ottobre. Qual è il motivo di questo nome e qual è il messaggio principale che vuoi trasmettere?

Prima di tutto l’EP presenta 5 brani, che hanno tutti dei sound vintage. Abbiamo pensato – insieme a Nicola Valente – quali brani registrare. Abbiamo fatto tanta ricerca, e c’è stato anche un ritorno al passato: le canzoni parlano inoltre di varie tematiche come l’amore, la ribellione, i figli. Il titolo è 1985 perché è la mia data di nascita: ho infatti voluto raccontare la mia storia e il mio percorso di vita. E’ sempre importante non mollare mai.

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Il tuo è uno stile originale molto bello, ma cosa c’è dietro tutto questo? Chi sono stati i tuoi maestri musicali?

Grazie ai miei nonni, ho ascoltato sempre Battisti. Con gli anni mi sono avvicinato anche a vari artisti come Ramazzotti e Baglioni. Tra gli artisti internazionali, apprezzo invece i Queen e Jack Savoretti. Ora il mio stile è cambiato: sono pezzi più freschi perché sono più ritmati e studiati.

Quali sono i tuoi futuri progetti? Puoi anticiparci qualcosa?

Uscirà l’EP: sto pianificando di tornare in Italia per lungo termine e andare in giro con amici musicisti per iniziare un percorso fatto di live. È un lavoro che ha bisogno di essere trasmesso dal vivo, ci sono tanti strumenti che suonano in maniera diversa e non sono le classiche canzoni. Ci sarà poi un tour in giro per l’Italia.

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