Finalmente è ufficiale: il 26 marzo approderà, al Teatro Ariston di Sanremo, l’Accademia di canto e musica moderna Vocal Care. Dopo il grande successo avuto nelle sedi di Savona, Milano e Roma, il progetto arriverà nel Tempio della Musica Italiana. La padrona di Casa sarà come sempre Danila Satragno, la vocal coach di grandi artisti come Damiano David (Maneskin), Ornella Vanoni, Jovanotti, Giusy Ferreri, Manuel Agnelli, Giuliano Sangiorgi, Annalisa e molti altri.

L’obiettivo dell’Accademia è sicuramente quello di creare un percorso di formazione all’avanguardia interamente dedicato alla voce. La Satragno ha infatti creato il metodo Vocal Care, un sistema di ricerca vocale che insegna ad utilizzare la voce in tutte le sue potenzialità. Danila Satragno ha così accettato di incontrarci, e ci ha parlato della sua importantissima professione, e di quanto la voce sia fondamentale nella vita di tutti i giorni.


Com’è avvenuto il tuo primo approccio alla musica? Quando ti sei avvicinata a questo mondo?

Sono nata nella musica. Ho in famiglia cantanti, direttori d’orchestra, pianisti e così via. Essendo nata in mezzo alle note è stato naturale iniziare a lavorare con la musica.

Sei una vocal coach professionista. Chi è esattamente una vocal coach e qual è il suo ruolo?

Fondamentalmente il vocal coach è un allenatore della voce, che però si estende a 360 gradi in tutto il corpo. Essendo la voce uno strumento del corpo, tutto quello che è il benessere del corpo (alimentazione, postura, respirazione) influenza la voce. In più, la voce è lo strumento che mette in comunicazione corpo ed anima. Non a caso, si dice che la voce è lo specchio dell’anima. Quindi l’allenatore della voce, mentre allena la voce ed il corpo per cantare, prepara a capire il modo in cui trasmettere le emozioni. Io dico sempre che la voce ha tre dimensioni: mente, corpo e spirito. Ed è proprio così, vista l’importanza che assume la voce nella comunicazione: secondo alcuni studi, la voce comprende il 38% della comunicazione tra le persone. Questo fa capire come il mio lavoro non debba tendere solo alla preparazione della performance, ma all’utilizzo corretto della propria voce nella vita di tutti i giorni.

Hai creato il metodo Vocal Care. In cosa consiste esattamente e qual è la differenza tra questo e il metodo tradizionale?

E’ un metodo assolutamente all’avanguardia, realizzato grazie all’aiuto di grandi professionisti, come i medici che lavorano intorno al pianeta “Voce“. Ho usato una metodologia completamente diversa dalla tradizionale, e ho avuto modo di svilupparla anche durante la mia esperienza in America: questa metodologia permette, da un lato, di sviluppare la voce al microfono (a differenza del sistema tradizionale che si approccia maggiormente a voci liriche) e al contempo, cerca di non modificare i connotati della voce, lasciandola molto fresca ed originale. E’ un allenamento molto rapido, basato sulla concentrazione mentale e su tutte quelle tecniche chiamate “mental tecnique“, che permettono di lavorare anche con la mente. E’ inoltre importante personalizzare il lavoro sulla persona, perché ogni voce è diversa dall’altra.

Stai per aprire un’Accademia di canto e musica moderna Vocal Care. Quali sono le tue aspettative in merito a questo progetto? E quali i tuoi obiettivi?

La cosa più bella è che questa Accademia nasca nel tempio della musica italiana, in un momento di così forte disagio sociale. Il teatro Ariston, inoltre, ha un’importanza evocativa per i ragazzi, che può aiutarli a concentrarsi e a migliorare la loro crescita

Parliamo invece del Vocal Summer Camping: da dove nasce questa idea?

Questo è stato un desiderio di tanto tempo fa, siamo già arrivati alla nona edizione. Siamo il camp più “datato” d’Italia, quello che ha più resistito nel tempo: siamo riusciti ad andare in onda anche durante la pandemia, dando l’opportunità ai ragazzi italiani di vivere quello che si vive in un camp americano. Abbiamo cercato di dare una preparazione molto vasta: allenamento vocale, allenamento fisico, cura dello strumento, imparare a leggere e scrivere musica, incontrare personalità musicali importanti. Credo che per i ragazzi sia un’esperienza molto bella, che ha una grande importanza nella loro crescita.

Sei la vocal coach di numerosi artisti, tra cui Damiano dei Maneskin. Com’è lavorare con lui e com’è stato vederlo crescere e arrivare a raggiungere un successo mondiale?

Io l’ho seguito da subito, ma aveva già quella determinazione e quella disciplina che contraddistinguono i grandi. Già durante X-Factor, è stata la persona che ha preso più seriamente il proprio ruolo e dava anche soddisfazione a chi, come me, lo seguiva, dando così l’idea di poter costruire insieme qualcosa d’importante

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Ci sono futuri progetti in ballo? Puoi anticiparci qualcosa?

Per quel che riguarda l’Accademia, il nostro vocal care ha uno studio a Milano, a Roma, a Savona e a Sanremo. Ora stiamo preparando una sede a Londra, in modo da dare l’opportunità ai ragazzi di vivere l’estero per imparare a pulire la mente. A Sanremo avremo importanti insegnanti (tra cui Andrea Piovan) per i workshop del 26 marzo.

Intervista a cura di Stefania Meneghella

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