cristina cassar scalia libroCristina Cassar Scalia si racconta (foto gentilmente concessa dall' Uff. Stampa del Salone del Libro di Torino) kosmomagazine.it

Cristina Cassar Scalia è ormai una delle autrici di maggior rilievo del panorama letterario che, con le sue storie, ha fatto appassionare tutti.

Diventata nota grazie alla serie di libri gialli dedicati a Vanina Guarrassi, la scrittrice è adesso tornata nelle librerie italiane con il nuovo libro La Banda dei Carusi (Einaudi Editore). Un nuovo omicidio, la determinazione di Vanina, la ricerca di ciò che le appartiene: sono questi gli elementi che contraddistingueranno l’ultima fatica della Scalia. Si è così raccontata ai microfoni di Kosmo Magazine, raccontando qualcosa in più sul suo percorso artistico e sui suoi futuri progetti.


Sei ormai una scrittrice affermata, ma ricordi com’è nata questa passione per la scrittura? Ricordi un momento esatto in cui hai capito che sarebbe stata la tua strada?

E’ stato tutto molto graduale. Partiamo dall’idea che io sono cresciuta con il sogno della scrittura ma con la consapevolezza che scrivere non significa diventare scrittori. Dall’inizio ho fatto una scelta che dava la precedenza a un lavoro sicuro, e mi sono laureata in Medicina. Dopo la laurea, ho ricominciato a scrivere e ho avuto per un po’ di tempo un romanzo nel cassetto. Un giorno ho pensato di tentare la fortuna, e mi sono iscritta a un Festival di Matera che veniva organizzato per creare una sessione di incontri con gli editori. Ho così incontrato l’editor di Sperling & Kupfer, che ha manifestato molto interesse per il mio scritto e ha deciso di pubblicarlo. Lì è nata la mia seconda professione di scrittrice. Per i miei primi due libri, ho continuato a svolgere il mio secondo lavoro, ma tutto è cambiato quando ho iniziato la serie di Vanina Guarrasi. I libri hanno iniziato ad avere molto successo, e la mia passione per la scrittura ha a quel punto prevalso su tutto il resto.

Parliamo del tuo nuovo libro La Banda dei Carusi: dove nasce l’idea per questa opera?

L’idea nasce sempre dal luogo e dal morto: da dove viene trovato il cadavere e da chi è il cadavere. Se non ho quello, non posso iniziare a scrivere. In questo caso, chi fosse il cadavere lo sapevo già, perché volevo mettere alla prova Vanina con l’omicidio di una persona per cui provava dell’affetto. E’ un ragazzo che conosceva e che aveva fatto di tutto per tirarsi fuori da un mondo malavitoso. Tutto questo porta Vanina in una situazione un po’ anomala, perché tende a non infilarsi mai e a mantenere una certa distanza con le vittime. Non vuole riaprire certe ferite e rievocare certi momenti, come quelli della morte del padre. Lei ha sempre questo atteggiamento ma lei per prima si trova adesso ad essere coinvolta in questo omicidio. Il luogo è invece la spiaggia della Playa, che è una spiaggia normalissima della Sicilia ma con una caratteristica: nel punto esatto in cui viene trovato questo ragazzo, si può vedere l’Etna in tutta la sua maestosità ed l’unico punto da cui si vede in questo modo. Quel panorama mi ha sempre suggestionato.

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Cristina Cassar Scalia, La Banda deI Carusi (foto gentilmente concessa dall’ Uff. Stampa del Salone del Libro di Torino) kosmomagazine.it

Nei tuoi romanzi la Sicilia ha sempre un ruolo importante. Quanto il tuo essere siciliana ha influito nel tuo stile di scrittura?

I miei romanzi non potrebbero esistere senza l’elemento Sicilia. Vanina non avrebbe nessun senso trasferita in un altro luogo che non sia la Sicilia; non è un elemento ma una protagonista, e fornisce moltissimi spunti. Questo è il motivo per cui la Sicilia è sempre stata piena di scrittori e scrittrici: ha tanto da raccontare dal punto di vista letterario, e ultimamente ha avuto una particolare fortuna anche dal punto di vista della popolarità. È stata molto riscoperta negli ultimi 15 anni, ma a parte questo per lo scrittore è importante quello che la Sicilia racconta. Riesci a scoprirlo solo se sei siciliano. Se devi raccontare la Sicilia sul serio, devi essere siciliano.

Ci sono stati invece dei maestri letterari da cui hai preso ispirazione? Come nasce la tua arte?

I maestri letterari più importanti di uno scrittore sono sempre quelli che ha letto da ragazzo. Proprio per questo mi viene di citare Maigret e Sciascia. Quest’ultimo ha scritto gialli meravigliosi. Se vado a guardare quelli che più di tutto possono aver influito sulla mia scrittura di oggi, penso che siano proprio loro. Ho però letto tantissimi altri autori come Camilleri e, dopo aver finito uno dei miei libri, mi sono resa conto che c’era anche qualcosa di pirandelliano nel mio stile. E’ insomma importantissimo quello che si legge, e io da ragazza ho letto di tutto.

Futuri progetti?

Vanina ha ancora una lunga vita davanti, e ho sempre storie da raccontare su di lei. Presto diventerà una fiction, che andrà in onda su Canale 5 il prossimo anno: il personaggio di Vanina sarà interpretato dall’attrice Giusy Buscemi.

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