Bartowski torna sulla scena musicale italiana con il singolo Stronza, mostrando tutto il suo stato d’animo interiore e il suo desiderio di urlare tutto ciò che sente. Il cantante ce ne ha parlato in questa intervista.
Com’è nato il tuo primo approccio alla musica? Quando hai capito che sarebbe stata la tua strada?
Ciao ragazzi! Il mio primo approccio alla musica è arrivato sui 13/14 anni alle medie, quando mio fratello mi ha regalato una chitarra e da quel giorno ho cominciato a suonarla 24 ore su 24 fino a quando, 2 o 3 anni fa, ho capito che fare musica era ciò che volevo fare nella vita.
Parliamo del tuo nuovo singolo Stronza: dove nasce l’idea per questo brano?
L’idea nasce dalla fusione di due momenti: quando ho cominciato a lavorare a quello che poi sarebbe diventato il beat della canzone e quando ho capito che dovevo parlare di quello che mi stava facendo soffrire in quel momento
Si parla di delusioni sentimentali e di quanto spesso queste portano ad urlare tutto ciò che sentiamo dentro. E’ stato per te liberatorio scrivere questa canzone? Cosa consiglieresti a coloro che si trovano in questa situazione?
Sì, per me è sempre stato liberatorio. Un consiglio che posso dare a chi soffre per questa situazione è di tenere sempre la mente impegnata facendo qualcosa che fa star bene, così da non pensare a quello che non va.
Come ti sei approcciato a questo genere musicale? Chi sono stati i tuoi maestri musicali?
Mi sono approcciato abbastanza naturalmente; diciamo che ascolto musica la maggior parte del giorno e girando tra canzoni e canzoni ho iniziato appassionarmi a questo genere musicale. I miei maestri musicali sono stati John Mayer, Anderson Paak, Tyler The Creator, Alex Britti, Fulminacci e via dicendo.
Quali sono i tuoi futuri progetti? Puoi anticiparci qualcosa?
Per il futuro vorrei continuare a far uscire qualche singolo e poi spero di riuscire a lavorare a un progetto più completo che riesca ad esprimere al meglio tutte le mie sfumature musicali.