Il mondo della musica italiana ha dato il benvenuto ad una cantautrice trentina: il suo nome è Aura e, con il suo nuovo singolo, ci ha reso partecipi della sua musica chiamata anche vita. Con il suo incredibile talento, Aura ha presentato il brano Gondole: un singolo che racchiude in sé una metafora perfetta per tutti coloro che si sentono spesso stanchi e stremati.

Cosa sono, allora, le gondole per lei? Le occhiaie nere delle ore insonni. Il brano, scritto da Aura e prodotto da Giorgio Pesenti, segue un beat snynth pop degli anni ’80 e racchiude un profondo significato interiore.


Come nasce la tua passione per la musica? Quando hai compreso che sarebbe stata la tua strada?

Per quanto mi riguarda, non ho mai sentito alternative. Ho sempre studiato questo da quando ero piccolina. I miei genitori hanno visto sin da subito che lo facevo con curiosità ed interesse, divertendomi sempre. E così, corso dopo corso, anno dopo anno, ho sempre fatto questo. Crescendo si è poi ovviamente aggiunto lo studio per il pianoforte e quello per il canto, oltre alla mia passione per la composizione dei testi. Tutto questo mi ha portata qui.

Parliamo del tuo nuovo singolo ‘Gondole’: un titolo bellissimo che mi ricorda la bellezza di Venezia. Che rapporto hai con questa città e perché hai deciso di dedicare la tua canzone alle gondole?

In realtà non c’è un collegamento con la città di Venezia. Il collegamento è con una mia condizione fisica e di sentimento, che è la stanchezza che si sente dopo aver passato notti insonnie a parlare con un’altra persona, a cercare nuovi equilibri. Inevitabilmente, la mancanza di sonno provoca delle occhiaie nere come delle gondole.

Qual è il messaggio principale che vuoi trasmettere attraverso questo brano?

Non ho delle grandi pretese: faccio la mia musica senza lanciare dei messaggi particolari. Quello che mi piace è trovare un modo per regalare a chi mi ascolta un momento in cui sia possibile muoversi, ballare e farsi trascinare dalla musica e, contemporaneamente, sentire quello che abbiamo dentro. Mi piacerebbe quindi che la mia musica porti del movimento sia fisico che interiore.

La copertina del tuo singolo è stata realizzata nelle Dolomiti, un luogo di montagna su cui è però presente una gondola. Cosa c’è dietro questa scelta?

Quella nella copertina non è una gondola, ma un kayak. Uscirà un video che racconterà la storia di Gondole. Ho voluto creare un contrasto tra le occhiaie nere come gondole in una chiave più ironica, un po’ come se mi guardassi indietro guardando questi momenti insonni con tenerezza.

Quali sono le tue aspettative in merito a questo brano? Cosa vorresti che gli ascoltatori capissero ascoltandolo?

Non sono una persona molto interessata e attenta ai vari numeri. Devo ammettere che vivo questo desiderio di condividere la mia musica con gli altri in modo molto spontaneo. Però, se c’è qualcosa che spero è che, attraverso queste canzoni, possa trovare un team che possa credere ed affezionarsi al mio progetto musicale, e con cui creare un lavoro di squadra.

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Ci sono futuri progetti in ballo? Puoi anticiparci qualcosa?

Nel giro di qualche mese (entro l’estate) uscirà un’altra canzone. Adesso sto lavorando con la mia band per farmi trovare pronta nel caso in cui dovessimo riuscire ad organizzare alcuni eventi live. Nel frattempo continuo a fare quello che ho sempre fatto: lavorare sulla mia musica.

Intervista a cura di Stefania Meneghella

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