Il veicolo spaziale Orion della NASA è entrato nella sfera di influenza lunare alle 13:09 CST del 20 novembre (le 20:09 in Italia), rendendo la Luna la principale forza gravitazionale che agisce sul veicolo spaziale. Oggi, 21 novembre alle ore 7:15 EST (le 13:15 in Italia), i controllori di volo condurranno il flyby in uscita, accendendo il motore del sistema di manovra orbitale per 2 minuti e 30 secondi, con l’obiettivo di accelerare Orion, sfruttare la forza di gravità della Luna e dirigersi verso una lontana orbita retrograda oltre la Luna.

La NASA coprirà la manovra in diretta a partire dalle 7:15 EST (le 13:15 in Italia) su NASA TV. Alle 7:57 EST (le 13:57 in Italia) è previsto il sorvolo ravvicinato della Luna, alla minima distanza di 80 miglia sopra la superficie lunare (a soli 120 chilometri dalla superficie lunare).

LA DIRETTA DEL PRIMO FLYBY DELLA LUNA DI ORION (dalle ore 13:15 in Italia)

Qui potete vedere la diretta su NASA TV.
Credit: NASA

Gli ingegneri prevedono di perdere la comunicazione con il veicolo spaziale mentre passa dietro la Luna, per circa 34 minuti a partire dalle 7:26 EST. La stazione di terra di Goldstone, parte del Deep Space Network della NASA, acquisirà il veicolo spaziale una volta che emergerà da dietro la Luna.

Per essere costantemente aggiornati, in tempo reale, sulle fasi e sui problemi progressivamente riscontrati sulla missione Artemis 1, è possibile consultare il blog della NASA inerente al lancio (CLICCA Qui).

Immagine in bassa risoluzione scattata da Orion il 21 novembre, durante il suo primo flyby lunare. Le immagini in alta risoluzione arriveranno nei prossimi giorni, poiché occorre del tempo per scaricare file di grandi dimensioni.
Credit: NASA
Un selfie scattato dalla navicella Orion durante il viaggio verso la Luna.
Credit: NASA
Un selfie scattato dalla navicella Orion durante il viaggio verso la Luna.
Credit: NASA

LA PRIMA MISSIONE ARTEMIS SENZA EQUIPAGGIO

Sulla sommità del mega razzo lunare SLS, della missione Artemis 1 diretta verso l’orbita lunare, è situata la navicella spaziale Orion: al suo interno vi sono dei manichini pieni di sensori, i quali capteranno i livelli di radiazione presenti durante il viaggio verso la Luna, affinché si possa conoscere il quantitativo di radiazioni che assorbiranno gli umani in futuro. Nelle successive missioni (Artemis 2 e Artemis 3) i manichini saranno sostituiti dai veri astronauti.

La missione Artemis 1, oltre a testare le nuove tecnologie del razzo e della navicella, invierà Orion verso l’orbita lunare alla velocità di 32.000 km/h: percorrerà circa 2 milioni di chilometri in 4/6 settimane, e si allontanerà dalla Terra di 450.000 km (la distanza Terra-Luna è di circa 400.000 km).

Infine, la Orion affronterà il difficile rientro sulla Terra alla velocità di 39.500 km/h (Mach 32). L’ingresso nell’atmosfera terrestre con una tale velocità, creerà un fortissimo attrito sullo scudo termico della navicella. Per questo motivo, la Orion sarà avvolta da un fuoco di circa 2.760 gradi Celsius di temperatura (le navicelle spaziali che rientrano sulla Terra, dopo aver lasciato la Stazione Spaziale Internazionale (ISS), raggiungono invece la temperatura di 1.300 gradi Celsius, poiché la velocità di rientro è inferiore).

La missione terminerà con l’ammaraggio della navicella Orion sull’Oceano Pacifico, vicino Baja (California).

Animazione del viaggio della navicella Orion per la missione Artemis 1.
Credits: NASA Johnson Space Center /Space.com

Una curiosità: nella missione Artemis 1 debutterà anche la nuova tecnologia Callisto, creata dalla Lockeed Martin, Amazon e Cisco. Callisto è una interfaccia uomo-macchina installata nella navicella Orion, con l’obiettivo di creare una comunicazione vocale tra gli astronauti e la navicella stessa; oppure tra i controllori di volo sulla Terra e la navicella.

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Grazie a Callisto, l’equipaggio umano potrà accedere con facilità e rapidità alle informazioni sullo stato del volo, sulla telemetria, sull’orientamento del veicolo spaziale, sui livelli di approvvigionamento idrico o sullo stato della batteria. Questa tecnologia possiamo paragonarla all’assistente vocale “Alexa”. Nella missione Artemis 1, non essendoci gli astronauti, la tecnologia Callisto servirà per la comunicazione tra i controllori di volo sulla Terra e la navicella Orion.

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