Il veicolo spaziale Orion della NASA è entrato nella sfera di influenza lunare alle 13:09 CST del 20 novembre (le 20:09 in Italia), rendendo la Luna la principale forza gravitazionale che agisce sul veicolo spaziale. Oggi, 21 novembre alle ore 7:15 EST (le 13:15 in Italia), Orion ha compiuto con successo il suo primo sorvolo ravvicinato della Luna, arrivando fino a 80 miglia sopra la superficie lunare (a soli 120 chilometri dalla superficie lunare).

Al momento del sorvolo, la navicella Orion, si trovava a circa 370.000 chilometri dalla Terra. Le prime immagini, in bassa risoluzione, mostrano il nostro pianeta piccolo e solitario, immerso in un mare di spazio oscuro. Le immagini in alta risoluzione arriveranno nei prossimi giorni, poiché occorre del tempo per scaricare file di grandi dimensioni.

Orion rimarrà in questa orbita per circa una settimana per testare i sistemi del veicolo spaziale. La massima distanza di Orion dalla Terra si avrà lunedì 28 novembre alle ore 15:05 CST (le 22:05 in Italia), quando si allontanerà dalla Luna per dirigersi nello Spazio profondo, dove raggiungerà gli oltre 268.500 miglia dalla Terra (circa 432.000 chilometri dalla Terra). La distanza Terra-Luna è di circa 400.000 chilometri. In totale, la missione Artemis 1 durerà 25 giorni, e il test finale è l’ammaraggio nell’Oceano Pacifico.

Qui potete vedere la diretta del primo flyby trasmessa su NASA TV (andando avanti con i minuti, potete giungere al momento in cui Orion riprende il nostro pianeta Terra, durante il sorvolo con la Luna.
Credit: NASA

Per essere costantemente aggiornati, in tempo reale, sulle fasi e sui problemi progressivamente riscontrati sulla missione Artemis 1, è possibile consultare il blog della NASA inerente al lancio (CLICCA Qui).

Immagine in bassa risoluzione scattata da Orion il 21 novembre, durante il suo primo flyby lunare. Le immagini in alta risoluzione arriveranno nei prossimi giorni, poiché occorre del tempo per scaricare file di grandi dimensioni.
Credit: NASA
Pianeta Terra visto dalla navicella Orion, durante il primo flyby della Luna.
Credit: NASA
Un selfie scattato dalla navicella Orion durante il viaggio verso la Luna.
Credit: NASA
Un selfie scattato dalla navicella Orion durante il viaggio verso la Luna.
Credit: NASA

LA PRIMA MISSIONE ARTEMIS SENZA EQUIPAGGIO

Sulla sommità del mega razzo lunare SLS, della missione Artemis 1 diretta verso l’orbita lunare, è situata la navicella spaziale Orion: al suo interno vi sono dei manichini pieni di sensori, i quali capteranno i livelli di radiazione presenti durante il viaggio verso la Luna, affinché si possa conoscere il quantitativo di radiazioni che assorbiranno gli umani in futuro. Nelle successive missioni (Artemis 2 e Artemis 3) i manichini saranno sostituiti dai veri astronauti.

La missione Artemis 1, oltre a testare le nuove tecnologie del razzo e della navicella, invierà Orion verso l’orbita lunare alla velocità di 32.000 km/h: percorrerà circa 2 milioni di chilometri in 4/6 settimane, e si allontanerà dalla Terra di 450.000 km (la distanza Terra-Luna è di circa 400.000 km).

Infine, la Orion affronterà il difficile rientro sulla Terra alla velocità di 39.500 km/h (Mach 32). L’ingresso nell’atmosfera terrestre con una tale velocità, creerà un fortissimo attrito sullo scudo termico della navicella. Per questo motivo, la Orion sarà avvolta da un fuoco di circa 2.760 gradi Celsius di temperatura (le navicelle spaziali che rientrano sulla Terra, dopo aver lasciato la Stazione Spaziale Internazionale (ISS), raggiungono invece la temperatura di 1.300 gradi Celsius, poiché la velocità di rientro è inferiore).

La missione terminerà con l’ammaraggio della navicella Orion sull’Oceano Pacifico, vicino Baja (California).

Animazione del viaggio della navicella Orion per la missione Artemis 1.
Credits: NASA Johnson Space Center /Space.com

Una curiosità: nella missione Artemis 1 debutterà anche la nuova tecnologia Callisto, creata dalla Lockeed Martin, Amazon e Cisco. Callisto è una interfaccia uomo-macchina installata nella navicella Orion, con l’obiettivo di creare una comunicazione vocale tra gli astronauti e la navicella stessa; oppure tra i controllori di volo sulla Terra e la navicella.

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Grazie a Callisto, l’equipaggio umano potrà accedere con facilità e rapidità alle informazioni sullo stato del volo, sulla telemetria, sull’orientamento del veicolo spaziale, sui livelli di approvvigionamento idrico o sullo stato della batteria. Questa tecnologia possiamo paragonarla all’assistente vocale “Alexa”. Nella missione Artemis 1, non essendoci gli astronauti, la tecnologia Callisto servirà per la comunicazione tra i controllori di volo sulla Terra e la navicella Orion.

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