Valerio Santoro (kosmomagazine.it)Valerio Santoro (kosmomagazine.it)

L’attore Valerio Santoro sarà in scena – insieme a Nello Mascia – il 15,16 e 18 dicembre nello spettacolo teatrale A che servono questi quattrini?, presso il Teatro Nardò di Lecce. La storia racconta le vicende del Marchese Parascandolo (detto il Professore) che vuole dimostrare le sue teorie socratiche e che, per raggiungere questo obiettivo, crea un piano finalizzato a svelare l’inutilità del denaro. L’attore ce ne ha parlato in questa intervista, raccontandoci anche i suoi futuri progetti.


Com’è nato il tuo primo approccio alla recitazione? Quando hai capito che sarebbe stata la tua strada?

L’ho capito da adolescente; i miei frequentavano molto i teatri e io andavo spesso con loro perché erano abbonati. Pur essendo timido e abbastanza introverso, quando si apriva il sipario quel mondo mi affascinava al punto tale che la curiosità di capire mi ha divorato da subito. Ho cercato in tutti i costi di fare quel lavoro.

Il 15,16 e 18 dicembre ti esibirai nello spettacolo A che servono questi quattrini?, che andrà in scena al Teatro Nardò di Lecce. Quali sono le tue aspettative in merito alla sua messa in scena? Quale potrà essere, secondo te, la reazione del pubblico?

E’ uno spettacolo che va in scena già da due stagioni: l’osmosi tra noi e il pubblico ha creato un gioco comune e un divertimento. Spero che continui ad esserci questa osmosi. Il fine è infatti creare divertimento facendo pensare e riflettere sul denaro.

Valerio Santoro (kosmomagazine.it)
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Cosa ti ha lasciato più di tutto questa storia e qual è il significato più importante che vuole trasmettere?

Quello che dice il Marchese è che il denaro non serve a niente e che crea solo infelicità. Appena si inizia ad accumulare una somma, iniziano i problemi. Una delle tante massime del filosofo napoletano è che non bisogna vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Il suo filosofeggiare di porta ognuno di noi a riconoscersi in mille episodi della vita quotidiana. C’è un punto di vista pirandelliano, ma trattato in maniera più semplice e giocosa.

Com’è stato invece lavorare insieme a Nello Mascia: cosa ti ha insegnato lui più di tutto?

E’ un grande, ed avevamo già lavorato insieme. È un attore eccezionale: c’è stata sempre una grande affinità tra di noi ed è nata un’amicizia che non è mai tramontata. Quando si è creata la possibilità di questo spettacolo, ho visto in lui l’attore che poteva interpretare questo ruolo meglio di altri.

Valerio Santoro (kosmomagazine.it)
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Hai avuto numerose esperienze teatrali e televisive: c’è un ambito che prediligi più di altri?

Il teatro è stato sempre la mia vita, e ho sempre privilegiato il teatro rispetto ad altro. Non nascondo però che con l’età facendo il cinema e la tv sto riscoprendo un certo piacere e degli aspetti che non avevo valorizzato. Provo ancora di più gusto adesso.

Quali sono i tuoi futuri progetti? Puoi anticiparci qualcosa?

Ci sono tantissimi progetti teatrali in ballo; si continuerà sulla linea della tradizione napoletana che per certi versi accomuna molto il modo di interpretare il teatro di artisti come Scarpetta. Stiamo parlando di continuare su questa strada. Dal punto di vista cinematografico, dovrei invece avere un ruolo nel film di Pupi Avati.

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