Max Cavallari ha alle spalle una carriera di tutto rispetto, fatta di soddisfazioni personali ed emozioni continue. E’ infatti difficile non associare il suo nome ad un sorriso: lui e Bruno Arena – che hanno formato per anni il duo dei Fichi d’India – sono infatti entrati in punta di piedi nelle case degli Italiani. Lo hanno fatto come se fossero piume e, adesso, come piume rappresentano una parte importante della storia della televisione. Cavallari è tornato nelle librerie italiane con il suo nuovo libro dal titolo Non spegnere la luna (Piemme Edizioni) le cui pagine raccontano la sua storia e la sua magica amicizia con Bruno Arena, venuto a mancare il 27 settembre 2022. La loro è stata un’amicizia che andava al di là di ogni copione e questo – certamente – lo si notava a mille miglia di distanza quando, tramite il piccolo schermo, si riusciva ad intuire tutta la sintonia e la magia che li univa. Max Cavallari ce ne ha parlato meglio in questa intervista, raccontandoci anche alcuni aneddoti della sua carriera e del suo percorso artistico.


Il tuo nuovo libro Non spegnere la luna ripercorre le tappe fondamentali della tua vita, raccontando anche il Max Cavallari da piccolo. Com’eri da bambino? Quali erano i tuoi sogni più grandi?

Da bambino ero sempre mattarello, e organizzavo gli spettacoli sotto casa con i miei vicini. Facevo il circo, ho sempre amato il teatro: mi divertivo infatti ad imitare gli zii, la nonna e tutti i parenti. Guardavo le commedie di Govi e capivo che quella era la mia più grande passione. Ho conosciuto Bruno Arena all’oratorio: lui era il ragazzo più grande, non mi faceva giocare a niente. Non spegnere la luna era la frase che dicevo sempre quando Bruno era in coma: gli dicevo di non spegnere la luna. Lui si è poi svegliato. E adesso questa frase la dico a tutti coloro che mi seguono.

Poi sei cresciuto e sei entrato – insieme a Bruno Arena – con simpatia nelle case degli italiani: cos’è cambiato dal tuo primo debutto e quanto si è evoluta la tua arte?

Io e Bruno siamo entrati in questo mondo per gioco, noi abbiamo sempre giocato. Gli altri aprivano il sipario e noi avevamo le parrucche. Abbiamo sempre preso questo lavoro – fino all’ultimo – come un divertimento. Siamo sempre stati noi stessi durante il nostro percorso: abbiamo fatto dieci film, abbiamo lavorato con i grandi ma siamo sempre stati uguali e giocherelloni.

Importante è stata infatti la conoscenza con il grande Bruno: com’è stato il vostro incontro? Cosa ti ha insegnato lui professionalmente parlando?

Lui mi ha insegnato l’animazione e il modo di lavorare con il pubblico. Io ero molto timido e venivo dal teatro; lui arrivava invece dai villaggi turistici e aveva sempre lavorato molto con il pubblico. Mi ha insegnato a lavorare con gli altri, anche perché inizialmente per me era un vero e proprio blocco. Mi ha così insegnato a rompere gli schemi, e a capire che questo lavoro è un grande divertimento. Il nostro primo incontro è stato appunto all’oratorio, ma ci siamo visti nuovamente – tempo dopo – a Palinuro: io ero infatti in un villaggio a insegnare recitazione. Ci siamo poi ritrovati a Varese dove, per gioco, facevamo i matti nei bar. Ci hanno visto i produttori e da lì è iniziata la nostra carriera: abbiamo lavorato per Radio Deejay, pubblicato libri, partecipato a Sanremo, fatto film e avuto tanti premi.

Cosa consiglieresti ai giovani che vorrebbero intraprendere per la prima volta il percorso artistico?

Avere tanto amore per questo lavoro, e per qualsiasi lavoro. Prima o poi qualcosa succede, se lo fai con amore e con passione. Non bisogna guardare gli orari o i soldi: noi andavamo a Roma e ricevevamo poco inizialmente. Bisogna essere molto osservatori e non buttarsi giù se la gente non ride. Gli errori insegnano, e quello che ho capito è che con l’amore si va ovunque.

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Quali sono i tuoi futuri progetti? Puoi anticiparci qualcosa?

Sto promuovendo questo libro, che è uscito da poco. Mi sto inoltre occupando anche di uno spettacolo teatrale che sto portando in giro. Sto facendo un po’ di progetti con degli amici. Infine, ho appena terminato un film con Umberto Smaila e ho fatto un film con Enzo Salvi (che sarebbe una parodia di Pinocchio in napoletano). Ci sono sicuramente tanti altri progetti nel cassetto, che spero di realizzare presto.

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