Martina Santandrea, ginnasta delle mitiche Farfalle azzurre, si racconta attraverso questa intervista. Il bronzo alle Olimpiadi di Tokyo 2020 e tre ori mondiali sono solo alcuni dei traguardi della giovane atleta. Brillante e sicura di sé si prospetta verso un futuro che ha ancora molto da darle.

Ciao Martina, sei un’atleta che lavora duro per inseguire un grande sogno. Hai iniziato ginnastica ritmica da piccola, come hai capito che sarebbe stato lo sport adatto a te?

La mia passione per la ginnastica ritmica inizia molto presto, a sette anni ero già in palestra. Una piccola bambina con la coda piena di ricci (da qui il soprannome Ricciolo) e il suo body blu che lanciava attrezzi ovunque, per prenderli in testa la maggior parte delle volte. Mi sono innamorata subito di questo sport, la sua eleganza, l’importanza del ritmo e della musica, la bellezza degli attrezzi con cui poter fare mille cose. È stato amore a prima vista. Mi ricordo che mi piaceva tantissimo andare a guardare gli esercizi delle grandi ginnaste olimpiche sul computer, rimanevo affascinata dai loro movimenti e dalla facilità con cui maneggiavano questi attrezzi che all’epoca per me erano così insidiosi.

Sei molto giovane e hai già partecipato alle Olimpiadi, l’obiettivo a cui ogni atleta aspira, ottenendo uno straordinario bronzo con le Farfalle. Cosa hai provato negli attimi antecedenti la gara di Tokyo?

L’Olimpiade è il sogno di ogni atleta, e vincere una medaglia è indescrivibile. Ancora oggi se ci penso mi chiedo se sia tutto vero. Gli attimi antecedenti la gara sono inspiegabili, un mix infinito di emozioni, adrenalina pura mischiata ad una gioia pazzesca nell’essere finalmente arrivate a raggiungere il nostro grande sogno, un pizzico di agitazione, ma posso dirvi che tra di noi scorreva una energia magica; non dimenticherò mai gli occhi delle mie compagne prima di entrare su quella pedana, brillavano.

Che rapporto hai con le altre ginnaste della Nazionale? Quanto è importante il lavoro di squadra nello sport e l’unione tra donne in ambito professionale e personale?

Il rapporto con le altre ragazze della squadra è davvero di sorellanza. Questa grande unione che c’è dentro ma soprattutto fuori dalla palestra è quella cosa in più che ci contraddistingue in pedana, ormai noi ci capiamo davvero con un solo sguardo. Viviamo 11 mesi l’anno insieme, 24 ore su 24, perché dormiamo tutte insieme in un hotel. Ed è proprio questo il bello ognuno conosce l’altra nei minimi dettagli, condividiamo ogni cosa. Pensate che anche le nostre vacanze ci piace farle insieme. Infatti ogni anno ci concediamo una settimana in qualche posto meraviglioso del mondo. Siamo una squadra di sole donne, tutti ci chiamano farfalle ma a noi piace aggiungere guerriere, pensate che questa parola ci accompagna da sempre e alla fine abbiamo deciso di tatuarcela tutte sul nostro braccio sinistro.

Che consiglio vorresti dare a tutte le ginnaste più piccole che stanno intraprendendo ora l’agonismo nella ginnastica ritmica e aspirano a raggiungere gli alti livelli che tu stessa hai raggiunto?

Alle piccole ginnaste che si affacciano all’agonismo dico che sarà una avventura incredibile, piena di alti e bassi, di ricordi indelebili, di sacrifici, di tanto lavoro e di forti amicizie. Di non mollare davanti ad un ostacolo, ad una gara persa, perché la crescita sta proprio nel sapersi rialzare dopo questi momenti e andare avanti a testa alta sempre.
La ginnastica ritmica ti entra dentro e ti rimane per tutta la vita.

Quali sono i prossimi traguardi sportivi a cui stai lavorando?

Stiamo lavorando per i campionati del Mondo di Sofia che si svolgeranno il 16 settembre e il 18 le finali. Sono molto importanti perché le prime tre squadre classificate saranno già qualificate per le Olimpiadi di Parigi. Abbiamo lavorato tantissimo quest’anno insieme alla nostra grande allenatrice Emanuela Maccarani per creare due esercizi innovativi e con un alto valore di punteggio. Noi come sempre lotteremo fino alla fine per raggiungere questo grande obbiettivo.

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Guardando al futuro, come ti vedi?

Nel mio futuro sicuramente vedo lo sport. Non ho mai pensato di abbandonarlo, mi ha accompagnato sempre nella mia vita e penso che le emozioni che ti da lo sport siano irripetibili. Mi piacerebbe organizzare grandi eventi sportivi e allenare le giovani ginnaste.

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