Beatrice Schiaffino (kosmomagazine.it)

Beatrice Schiaffino torna sul panorama cinematografico italiano con il film Do Ut Des di Dario Germani e Monica Carpanese, di cui è protagonista e in cui interpreta una donna forte che decide di vendicarsi per tutta la violenza che ha subito. Si tratta di un progetto coraggioso, quello che uscirà nelle sale il 4 maggio 2023, e che porta lo spettatore a un’attenta riflessione su quella fetta di società che conosce – ancora oggi – la violenza di genere. L’attrice ce ne ha parlato in questa intervista.


Com’è nato il tuo primo approccio alla recitazione? Quando hai capito che sarebbe stata la tua strada?

Sin da piccola, è nato veramente come un gioco. Sono figlia unica; ho sempre giocato per ore creando e immaginando storie e interpretando tutti i personaggi. Mia madre mi ha dato la possibilità di usare la creatività, e mi ha dato in mano una delle prime cineprese: ho iniziato così a fare video da sola. Nel tempo ho scoperto il teatro, e ho capito che questa passione avrebbe potuto diventare lavoro. Per me era un modo per esprimermi con gli altri, e coinvolgevo sempre tutti.

Nella tua carriera hai avuto numerose esperienze tra teatro, cinema e televisione. C’è un ambito che prediligi tra queste tre?

Sono cose diverse, e mentre lo faccio mi riconosco e mi sento bene in tutte. Il primo amore è sicuramente il teatro; mi sento proprio a casa quando sono sul palco. L’idea del cinema non era inizialmente nella mia testa pur adorando il cinema. L’ho scoperto quando andavo all’universo a Pisa, e una ragazza mi disse che voleva che fossi la protagonista del suo corto. È iniziata da lì, e facendo cinema ho scoperto quanto fosse un linguaggio diverso ma comunque affascinante. Quando sono sul set, c’è un lavoro che mi interessa moltissimo sul personaggio, sulle piccole cose, sullo stare, sul fare un respiro dentro il personaggio. La tv è invece un capitolo a parte: il teatro e il cinema mi permettono di calarmi completamente in un personaggio.

Beatrice Schiaffino (kosmomagazine.it)
Beatrice Schiaffino (kosmomagazine.it)

Parliamo del film Do Ut Des che uscirà nelle sale il 4 maggio. Quali sono le tue aspettative in merito a questo film e quale sarà secondo te la reazione del pubblico?

È un piccolo grande film; nella sua fascia ha avuto il grande coraggio di affrontare il tema della violenza di genere. Lo fa con un linguaggio contemporaneo e moderno. Racconta quindi la storia di questi tre personaggi che sono intrecciati tra di loro. Il mio personaggio è Emanuelle, questa scrittrice di successo che entra nella vita di Leonardo, un imprenditore milanese. La vicenda parte da dei fatti di cronaca nera e svela episodi di feste, ragazze, droga. C’è questo ambiente a me estraneo in cui accadono cose molto spiacevoli; è insomma un film molto crudo e sono curiosa di vedere quale sarà la reazione del pubblico. Non è stato semplice da girare: eravamo in pieno covid, il ruolo prevedeva di stare parecchie ore dentro questo luogo: ero infatti in una stanza chiusa e dovevo restare tante ore in certe emozioni molto cupe. È stata una bella sfida, e sono stata contenta della fiducia che mi è stata data dai registi. Ci siamo immersi tutti molto; è un film coraggioso per le tematiche che affronta e per come lo fa. Non fa finti moralismi e non mette etichette, ma propone tante domande e tante questioni. Dentro restano molti interrogativi, e secondo me questo è importante: il pubblico può tornare ad essere un po’ attivo su determinati argomenti. Racconta infatti un mondo che c’è, che vive, che si muove con certe dinamiche, ed è un mondo dove appunto il pericolo della violenza è dietro l’angolo. Purtroppo viviamo in un mondo ancora impregnato di un sentimento maschilista ma anche machista. Il ruolo della donna è spesso ancora messo da parte, messo in una posizione di fragilità, di down, e questo è un film dove la donna si vendica. Emanuelle si vendica del dolore, della ferita che sente ed è un po’ come farsi giustizia da sé. Lei cerca di farsi giustizia in primis nel modo regolare ma non trova conforto, e decide di agire autonomamente. È molto astuta, intelligente; lo fa in modo estremamente preciso e studiando ogni sua mossa.

Com’è stato interpretare il tuo personaggio, e qual è l’insegnamento più grande che ti ha dato questo progetto?

È stata una bellissima sfida; è un personaggio ambivalente, una donna caparbia, intelligente, di successo. Al tempo stesso nasconde però questa parte di ombra e di fragilità, di sicurezza. È stato interessante trovare momenti critici in cui sta per fare qualcosa o lo fa, ma non vorrebbe però è costretta. Ho colto una grande opportunità nell’interpretarla, come accade con i personaggi più intriganti ed enigmatici. Si va a sondare l’animo umano nel profondo, ed è quello che un attore sogna di fare. Emanuelle mi ha dato una grande possibilità come artista e come donna: quella di dare un po’ sfogo a tutta quella frustrazione, rabbia personale e collettiva che sentiamo rispetto all’ingiustizia e alla violenza che le donne subiscono ancora oggi.

Beatrice Schiaffino (kosmomagazine.it)
Beatrice Schiaffino (kosmomagazine.it)

Questo film ti ha dato un grande riconoscimento, cioè quello di Miglior Attrice in un ruolo drammatico al Festival di Dubai. Com’è stato ricevere questo premio? Te lo saresti aspettato?

Assolutamente no, non sapevo bene quali fossero i passaggi che il team stava facendo. Sapevo che stava circolando nei festival, ma il riconoscimento come miglior attrice da Dubai è stato del tutto inaspettato. Erano tutti entusiasti, e ho pensato come le cose belle accadono quando porti pezzi di te, in modo serio, pulito, deciso. Mi sono data al ruolo in modo generoso. Il film è stato acquistato in più di dieci paesi al mondo tra cui il nord America. È insomma stato un grandissimo successo.

Quali sono i tuoi futuri progetti? Puoi anticiparci qualcosa?

Ho appena finito di girare un altro film in cui sono la co-protagonista: si tratta di Opera Prima di Antonio Abbate. E’ stato molto bello: il mio personaggio è anche qui una donna forte. Quello che mi piace di più è che le donne che sto interpretando sono donne molto interessanti, non c’è un’unica via dentro il personaggio ma sono tutte anime da scoprire nel profondo.

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