Amii Stewart. Un nome che ha – ormai da molto tempo – lasciato un segno nella storia della musica mondiale. Originaria degli Stati Uniti, l’artista vive oggi in Italia e continua a nutrirsi di musica e note. La sua carriera ha all’attivo numerosi successi internazionali, e la sua inconfondibile voce ha fatto da colonna sonora ai numerosi momenti vissuti da intere generazioni. La vedremo presto sul palco dell’Arena di Verona, e parteciperà ad Arena Suzuki ’60 ’70 ’80 e ’90, il tv show musicale condotto da Amadeus e che andrà in onda il 17 e 24 settembre, e il 1 ottobre. La cantante ci ha incontrato e, aprendo le porte della propria storia, ci ha raccontato qualcosa di sé e della sua musica.


Sei una grande cantante del panorama musicale mondiale e la tua carriera ha avuto numerosi successi. Ma quando è nata questa fiammella per la musica? Quando hai scoperto che sarebbe stata la tua strada?

Ho iniziato a danzare quando avevo 9 anni e, dentro di me, ho sempre saputo che l’arte sarebbe stato il mio mondo. Sono stata ballerina professionista per 17 anni, e ho frequentato la Scuola delle Belle Arti a Washington DC. Lì ho imparato a sviluppare i miei talenti: ballo, canto e recitazione.

Le tue canzoni hanno fatto il giro nel mondo dagli anni ‘80. Cosa è cambiato da allora? Quanto si è evoluta la tua musica?

La mia musica si è sempre sviluppata ed è sempre stata un modo di espressione dei tempi che passano e della mia maturità come donna e artista. Sono stata molto fortunata. Oggi non mi considero più una cantante di musica leggera ma un’interprete. Ho avuto la possibilità di lavorare in tanti settori musicali come musica disco, r&b, musica classica; ho lavorato con Ennio Morricone, Nicola Piovani, ho preso parte a vari spettacoli al Teatro dell’Opera di Roma e di Firenze. La mia musica non ha solo un genere, proprio perché mi piace cambiare e, grazie alla mia dote vocale e ai tanti studi che continuo fare, riesco a cambiare sempre genere musicale.

Stai per partecipare allo show di Amadeus Arena Suzuki: cosa ti aspetti dal pubblico e da un luogo così importante come l’Arena di Verona?

Per me sarà la seconda o terza volta che salgo su quel palco; è un’emozione molto forte. C’è un palco enorme e la platea è grandissima. Il programma è inoltre molto divertente, e per me non sarà difficile dato che canto Knock on Wood da una vita. Non mi annoio cantandola, e penso di divertirmi: la musica anni ’70 ha sempre avuto lo scopo di portare nella gente divertimento, leggerezza e la bellezza dello stare insieme.

Knock on Wood è senz’altro uno dei tuoi più grandi successi. Cos’ha rappresentato per te questa canzone e cosa rappresenta oggi?

Mi ha dato la possibilità di essere una cantante conosciuta in tutto il mondo, e mi ha cambiato la vita. Mi ha dato possibilità musicali ed economiche; è stato il punto di lancio per tutto il resto della mia carriera. Sono eternamente grata a questa canzone.

Cosa consiglieresti ai giovani che si stanno approcciando per la prima volta al mondo musicale?

Studiare innanzitutto. Non cercare di diventare ricchi subito: questo mondo riesce a dare un’avvenire proficuo ma non si entra in questo mondo per guadagnare. Si entra per la passione e perché non si può immaginare la propria vita senza. Non deve essere solo una fonte di denaro, ma deve essere soprattutto passione: solo così, si può lasciare un segno.

Quali sono i tuoi futuri progetti? Puoi anticiparci qualcosa?

Adesso voglio prima di tutto viaggiare, e riprendere tutti i viaggi che ho messo da parte. Ho bisogno di viaggiare, per avere nuove ispirazioni e per vedere le altre parti del mondo, altri colori e altri profumi.

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