Noemi Graziano torna sulla scena musicale italiana con il nuovo singolo One of them: un brano, questo, che parla dell’importanza dei propri sogni e di quanto – spesso – dobbiamo essere più forti di loro per realizzarli. La sua musica respira quindi di futuro, di nuovi sorrisi e di note musicali che appartengono a un genere tutto suo. La cantante ce ne ha parlato in questa intervista, raccontandoci anche quello che la fa sognare più di tutto.


Com’è nato il tuo primo approccio alla musica? Quando hai capito che sarebbe stata la tua strada?

Sono stata spronata ad iniziare con la musica quando ero molto piccola; all’età di 1 anno già cantavo e riproducevo i suoni. Ho iniziato a studiare verso i 7/8 anni: sognavo di diventare pianista. Nel mio percorso ho suonato vari strumenti, dalla chitarra al violino. Ho poi iniziato a cantare quando avevo circa 11/12 anni e ho scritto le prime canzoni quando ero alle elementari. Da lì ho iniziato a prenderla sempre più sul serio, e ho deciso che avrei investito su questa passione intorno ai 18 anni. Mi sono così iscritta al Conservatorio, e mi sono formata molto. Da lì è iniziato tutto.

Parliamo del tuo nuovo singolo One of them: dove nasce l’idea per questo brano?

L’ho scritto nel 2020, quando avevo 18 anni e stavo decidendo cosa fare per il futuro. Ho così detto alle persone le mie idee per il mio futuro, ma ho ricevuto tanti pali: mi dicevano che sarebbe stato un vicolo cieco e un qualcosa che non mi avrebbe portato a niente. La canzone parla proprio di questo: nonostante quello che dicono le persone attorno, voglio essere ‘una di loro‘. Loro rappresentano proprio le persone che ce l’hanno fatta e che sono riuscite nell’ambito musicale ma anche – più genericamente – nella realizzazione dei loro sogni.

Questa canzone parla dell’importanza di perseguire i propri sogni nonostante gli ostacoli che si trovano sul cammino: cosa consiglieresti a coloro che stanno cercando di concretizzare le loro passioni?

Prima di tutto studiare tantissimo; io sono una grande sostenitrice dello studio. E’ inoltre importante impegnarsi al massimo in quello che si fa: cogliete ogni occasione, anche le cose più piccole. C’è bisogno di gavetta, esperienza e di un grande bagaglio culturale per costruire il puzzle.

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Come ti sei approcciata a questo genere musicale? Chi sono stati i tuoi maestri musicali?

Nel mio percorso artistico, ho variato molto. Mi piace sperimentare con generi nuovi e, in base al periodo, mi avvicino maggiormente a un genere musicale. Sono sempre stata affascinata dall’onda dei Maneskin, che hanno portato un po’ questo genere che si avvicina al mio sound. Il testo della mia canzone doveva infatti essere accompagnato da un sound molto forte.

Quali sono i tuoi futuri progetti? Puoi anticiparci qualcosa?

Attualmente sto scrivendo tanto. E’ un momento in cui amplio tutto artisticamente parlando. Vorrei fare un EP o un album; per il momento sono soltanto desideri: mi sto focalizzando molto su questa canzone. Spero che ci saranno sempre tanta musica e tanti nuovi progetti.

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