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Pagina facebook: Michele La Ginestra


 

Non c’è miglior modo di essere noi stessi, che quando facciamo qualcosa che amiamo nel profondo e Michele La Ginestra di questo ne è la piena dimostrazione. Attraverso la recitazione si mostra senza maschere al pubblico che impara, così, a conoscerlo meglio. Laureato in giurisprudenza, avvocato, si interessa al teatro scrivendo e dirigendo alcune commedie fino al trampolino televisivo, offerto dalla vittoria del gioco televisivo Beato tra le donne del 1994. Da quel momento La Ginestra gira spot pubblicitari e alcuni film per la televisione, approdando poi al cinema con la pellicola Cresceranno i carciofi a Mimongo del 1996. Diventa conosciuto al grande pubblico per le sue apparizioni televisive in fiction (Nero Wolfe – Rai 1, Matrimoni e altre follie, I Cesaroni, Amiche mie e Nati ieri – Canale 5), programmi di intrattenimento (Colorado – Italia 1 – Don Michele) e spot pubblicitari (è il testimonial della De Cecco); oltre per aver co-condotto I fatti vostri (2001) su Rai 2 e Solletico (1999/2000), su Rai 1, da settembre 2014 è “giudice” a Cuochi e fiamme su La 7, è opinionista in Torto o Ragione su Rai 1 ed unico protagonista di Stasera cucina Michele su Fox Life. Da aprile 2017 conduce il suo nuovo game show Il programma del secolo su TV2000. Ha partecipato a vari film (Con il sole negli occhi di Pupi Avati, Immaturi di Paolo Genovese, Viva l’Italia e Nessuno mi può giudicare di Massimiliano Bruno, Pazze di me di Fausto Brizzi), anche se rimane, soprattutto, un protagonista della scena teatrale: ha partecipato come attore, regista o autore a circa 100 spettacoli teatrali; tra tutti, indimenticabile il suo Rugantino al Teatro Sistina per la regia di Pietro Garinei, con Sabrina Ferilli, Maurizio Mattioli e Simona Marchini. Dal 1997 è il fondatore e il direttore artistico del Teatro 7 di Roma dove si produce come attore, autore e reg

Lasciamo la parola a Michele La Ginestra con l’augurio di proseguire in questo meraviglioso percorso.


D:Come nasce la tua passione per la recitazione?

R:La mia passione per la recitazione nasce per via di un incontro tra amici che avevano voglia di prendere in giro degli altri amici comuni, e abbiamo provato a fare degli sketch, delle piccole improvvisazioni. Pian piano questa cosa si è evoluta, abbiamo scritto un copione, creato una compagnia che si chiamava “Compagnia buffa”, io ero il più piccolo della compagnia. Insieme abbiamo messo in scena vari spettacoli. Anche sul palcoscenico della parrocchia, a 15/16 anni svolgevo questa attività e da lì sono diventato autore e poi regista. E’ partito come un gioco, un modo per stare insieme, e poi non ho smesso più.

D: A quale tra i tanti ruoli che hai interpretato sei più legato? Perché?
R:Il ruolo che ho interpretato e al quale forse sono più legato è quello del “Rugantino”, che era il sogno della mia giovinezza. Ricordo che a 15 anni andai a vedere lo spettacolo del “Rugantino” al teatro Sistina e quando uscì ricordo che dissi ai miei amici e a mio padre e a mia madre: “Da grande voglio fare Rugantino!”. Questo è diventato un gioco ripetuto per anni e quando ho compiuto 18 anni i miei amici mi regalarono un oscar gigante con scritto “La migliore interpretazione di Rugantino”, e alla fine ci sono riuscito. Sono legato, però, ad altri due personaggi “Radice di due” nel quale ero una parte della coppia con Edy Angelillo, è un ruolo che mi ha portato sul palcoscenico per più di cento repliche. Un altro ruolo che ho amato è stato quello in “Secondo me” dove interpretavo un falegname, uno spettacolo intenso per l’anima e che mi ha regalato la gioia di stare sul palco con Sergio Fiorentini. Questi sono i ruoli che sicuramente mi hanno dato molta soddisfazione.

D: Sei un attore molto versatile, ti districhi tra cinema, teatro e televisione. Quali sono le differenze tra questi tre mondi? Quale preferisci?

R: Io sono un uomo di teatro, ho dedicato a questo mondo la mia vita, e 3/4 anni fa ho fatto trent’anni di teatro. E’ una gioia stare sul palcoscenico, perché dopo mesi di lavoro, ti dà l’immediatezza del riscontro ogni sera attraverso risate, sorrisi e silenzi del pubblico, è questo che amo soprattutto dello spettacolo dal vivo. Il cinema dà tante soddisfazioni soprattutto a chi costruisce l’intera macchina, purtroppo è un mondo un po’ chiuso nel quale non riesco ad entrare facilmente, anche per impegni teatrali. La televisione mi dà, invece, la possibilità di trasmettere la mia spontaneità attraverso lo schermo, inoltre mi permette di arrivare a più persone e di esprimere concetti importanti…. ma io non rinuncerei mai al teatro.

D: Attualmente ti abbiamo visto in tv in “Immaturi la serie”. Cosa ci dici in merito a questa esperienza? Hai notato delle differenze dal film alla serie tv?
R: “Immaturi la serie” è un prodotto di grande valore, scritto da Paolo Genovese ed è piacevole stare con tanti colleghi bravi. E’ un ruolo che non è stato molto sviluppato, perché sono tante le storie che si susseguono all’interno, e spero che la serie abbia un proseguo e magari Padre Stefano potrà avere una vita a sé.

D: Il 14 e il 15 gennaio a teatro hai portato in scena lo spettacolo “ Due di notte”. Cosa ci dici a riguardo?
R: E’ uno spettacolo molto divertente che mi vede in scena con Sergio Zecca ed è al terzo anno di repliche. E’ uno spettacolo che abbiamo iniziato 17 anni fa, l’abbiamo costruito per farmi conoscere da Pietro garinei, poi lui venne e successivamente mi chiamò per fare Rugantino. E’ stato uno spettacolo che mi ha portato molta fortuna, anche perché dall’anno successivo ho iniziato con il mio One Man Show teatrale “M’accompagno da me”.

D:Il 20 gennaio invece torni in scena con “ M’accompagno da me”. Da cosa nasce questo spettacolo? 
R:“M’accompagno da me” è uno spettacolo vecchio stile, gioioso, brillante e divertente. Si susseguono all’interno numerosi personaggi, che fanno apparire un attore in tutte le sue sfumature: da quella comica a quella drammatica. E’ uno spettacolo che ho scritto e che mi piace portare in scena perché è molto divertente.

D:Parlaci meglio del progetto di Teatro 7
R:Io penso che il teatro ha necessità di comunicare al pubblico emozioni e sensazioni. Creare un teatro come il Teatro 7, siamo riusciti a far esprimere tanti concetti che hanno trovato una casa. E’ il teatro di Roma giudicato più interessante sia da spettatori che da addetti ai lavori.

D:C’è un attore per te d’ispirazione? 

R:L’attore che mi ha ispirato e mi ispira è Nino Manfredi, perché è un attore poliedrico, e si districa bene in tutti gli ambienti.

D: C’è ancora qualche sogno che ti piacerebbe realizzare in ambito artistico?

R:Mi piacerebbe fare un film come protagonista, riuscendomi ad esprimere nel campo cinematografico.

D: Quali sono i tuoi futuri progetti?
R:Riprenderemo “Il programma del secolo” su tv2000, il game show che mette a confronto nonni e nipoti, mettendo in ballo delle esperienze sempre molto belle attraverso il gioco. Porterò poi al Teatro Sistina il mio nuovo spettacolo che si intitola “E’ cosa buona e giusta”, per la regia di Massimo Romeo Piparo, uno spettacolo grandioso, e poi “Come Cristo Comanda” che debutta al Teatro 7. La storia tratta di due centurioni che si trovano a fuggire nel deserto, e scopriremo poi che erano i due soldati di guardia alla croce di Gesù Cristo e al Sepolcro, e fuggono perché si confrontano tra di loro sulla morte e resurrezione di Cristo che vedono in maniera diversa. Ho la fortuna di lavorare per questo spettacolo con Massimo Werthmuller, uno degli attori più bravi nel panorama italiano, con la regia di Roberto Marafante. Non vedo l’ora di debuttare!


Ringraziamo Michele La Ginestra per la sua collaborazione e per il tempo che ci ha donato, augurandogli di continuare a sorprenderci e sorprendersi.

Intervista realizzata da Manuela Ratti

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