Montagne nel cratere Gale su Marte. Credits: NASA/JPL-Caltech/MSSS

Il rover Curiosity della NASA, in attività sul pianeta Marte dal 2012, è stato costretto ad intraprendere un percorso alternativo, per evitare un terreno costellato da pietre estremamente taglienti, le quali avrebbero potuto danneggiare ulteriormente le ruote in alluminio del rover.

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Curiosity ha trascorso la maggior parte di marzo “in salita”, scalando il pendio marziano più ripido di sempre: il “Greenheugh Pediment”. Il rover ha guidato con una inclinazione di 31 gradi (poco meno del record storico di guida in ripidità su Marte, ottenuto dal passato rover Opportunity (in attività dal 2004 al 2016), il quale ha guidato con una inclinazione di 32 gradi.

Una curiosità: il rover è progettato per guidare con una inclinazione massima di 45 gradi. Le sei ruote, ciascuna con un diametro di 50 cm, sono state realizzate in alluminio con tacchette in titanio. La sua velocità, su un terreno piatto, è di 4 centimetri al secondo. In totale, tra il 2012 e il 2022, ha percorso oltre 27 chilometri sul pianeta Marte.

Il rover Curiosity della NASA ha utilizzato la sua Mastcam per scattare questa foto il 23 marzo 2022. Possiamo vedere le pietre affilate dal vento, che costellano il terreno. Credits: NASA/JPL-Caltech/MSSS

Il 18 marzo 2022, durante la discesa dal pendio “Greenheugh Pediment”, il team della missione ha notato un inaspettato cambiamento del terreno, il quale è apparso costellato da pietre taglienti e affilate dal vento. Per evitare ulteriori danni alle ruote, hanno ordinato al rover di fare retromarcia e di cambiare percorso.

Negli ultimi 10 anni di missione le ruote sono state “masticate” dalle pietre marziane, perciò gli ingegneri ogni giorno cercano di rallentare l’usura, studiando il paesaggio e i percorsi alternativi, anche grazie ad un algoritmo che controlla la trazione.

L’ALGORITMO CHE PROTEGGE LE RUOTE

Il software, denominato “controllo di trazione“, sviluppato presso la NASA JPL, regola la velocità delle ruote di Curiosity in base alle rocce che sta scalando.

Su un terreno piatto, tutte le ruote del rover girano alla stessa velocità. Invece, quando una ruota percorre un terreno irregolare (ad esempio, quando la ruota davanti si solleva dopo aver toccato una pietra), le ruote posteriori iniziano a “slittare” e a spingere in avanti le ruote anteriori, soprattutto la ruota sollevata dalla pietra.

Chiaramente questa “spinta”, proveniente dalle ruote posteriori, porta la ruota davanti a premere maggiormente sulla pietra, causando crepe e forature.

L’algoritmo di controllo della trazione utilizza dati in tempo reale per regolare la velocità di ciascuna ruota, riducendo la pressione sulle rocce.

Grazie al suddetto software, le ruote anteriori e posteriori subiscono una riduzione del carico del 20%; mentre le ruote centrali subiscono una riduzione dell’11%.

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Rocce marziane fotografate dal rover Curiosity. Credits: NASA/JPL-Caltech/MSSS

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IL NUOVO PERCORSO

Il team del rover sta studiando i percorsi alternativi da intraprendere sul Monte Sharp (la montagna alta 5,5 chilometri, su cui è situato Curiosity).

Il rover, mentre si arrampica sulla montagna, è in grado di studiare diversi strati sedimentari modellati dall’acqua circa 3 miliardi di anni fa. Questi strati aiutano gli scienziati a capire se in passato ci sia stata vita microbica, e se possa esistere tuttora.

Le rocce del Monte Sharp conservano i segreti del prosciugamento dei laghi marziani, e dell’inizio della nuova Era, nata quando i laghi e i ruscelli venivano sostituiti dalle dune di sabbia secca.

Articolo a cura di Fabio Meneghella

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