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La famiglia: il cuore pulsante della società, una promessa d’amore e d’unità che in gioventù tinge i nostri sogni di rosa in un crescendo di speranzosa attesa, quasi ch’essa fosse capace pur nelle sue complesse sfaccettature, di garantire quella pace interiore che l’uomo d’oggi tanto desidera ma che fatica a conseguire tra le tante proposte effimere di felicità a buon mercato. Fare famiglia significa occuparsi di ogni suo componente con estrema attenzione, delicatezza e concretezza, un impegno che si deve rinnovare nel tempo per adattarsi ai cambiamenti necessari affinché questa piccola imbarcazione navighi sempre in acque tranquille. Questa è la storia di una famiglia composta da mamma Marzia, papà Marino e le loro quattro figlie Madian, Marianna, Martina e Melissa, una iniziale la “M” che si è intervallata nel tempo per suggellare ulteriormente il vincolo del Matrimonio con un sì confermato ad alta voce per ciascun figlio ricevuto in dono. Figli che sono stati accolti tra le braccia di questi due genitori e aiutati a crescere in una prospettiva di ascolto e dedizione, persuasi che l’amore sia l’unica forza capace di educare senza l’uso dei libri per trasformare le difficoltà della vita in un progetto forte e luminoso, un modello da imitare anche per gli altri.

Lascio ora la parola alla famiglia Favretto che abita a Maser, un piccolo comune vicino ad Asolo:
D: Carissimi Marzia e Marino, vi aspettavate di riuscire a creare una famiglia così numerosa?

R: Sinceramente no, semplicemente abbiamo cercato di non frapporre ostacoli o resistenza ad un progetto in cui credevamo fermamente, la famiglia, e abbiamo accolto ciò che la provvidenza ci ha donato.

D: Quali sono i punti di forza che contraddistinguono la vostra famiglia?

R: I nostri punti di forza sono il dialogo tra di noi, il rispetto e l’autoironia che ci ha sempre accompagnato.

D: Quali sono state le principali difficoltà che avete incontrato nel vostro matrimonio?

R: La nostra prima grande prova è arrivata quando stavo aspettando Madian, la nostra primogenita: durante le visite mediche di controllo i dottori ci dissero che c’erano delle complicazioni e ci consigliarono di praticare l’aborto terapeutico.
Per fortuna, tutto si è risolto per il meglio e adesso Madian è una diciassettenne molto sveglia e attiva.
Anche quando le bimbe erano piccole siamo andati incontro a molte difficoltà, in quel periodo infatti, ci eravamo avventurati nella costruzione della nostra prima casa e questo ha comportato oltre a grosse spese, una convivenza non sempre facile durata all’incirca tre anni, presso l’abitazione dei genitori di Marino.

D: Avete educato le vostre figlie con dei forti valori umani e cristiani, potete descriverceli?

R: Abbiamo frequentato diverse attività parrocchiali, come l’ACR (Azione Cattolica Ragazzi) o il GREST (acronimo di Gruppo Estate: sono vacanze educative organizzate da parrocchie e oratori e consistono in periodi di animazione, giochi, gite e laboratori che si svolgono durante il periodo estivo) e cercato di trasmettere loro, prima di tutto, il rispetto per gli altri e l’aiuto verso il prossimo.

D: Quanto è stato importante nella vostra storia l’aiuto delle rispettive famiglie d’origine?

R: E’ stato importantissimo e lo è tutt’ora. Siamo fortunati perché i rispettivi genitori godono di buona salute e sono presenti nella nostra vita, senza essere invadenti. Inoltre ci offrono un aiuto quotidiano sia quando abbiamo bisogno di un servizio di baby-sitting sia fornendoci cibo fatto in casa come pane, marmellate, ortaggi e frutta.
D: Un padre e una madre che rimangono uniti nel rispetto reciproco: quanto conta davvero questo componente in una coppia per la stabilità emotiva dei figli?

R: Pensiamo sia fondamentale: i figli, per così dire, assorbono le emozioni che vivono in famiglia e se nella coppia esistono dei forti disaccordi, i disagi che poi si riflettono sui figli si possono trascinare anche per tutta la vita.

D: Come avete costruito e consolidato il vostro rapporto di marito e moglie nel tempo?

R: Abbiamo sempre cercato di metterci in gioco relazionandoci ed incontrando diverse altre coppie; inoltre, abbiamo frequentato campi famiglia nei periodi estivi (era la nostra settimana di vacanza), e l’anno scorso ci siamo perfino iscritti ad un corso di ballo.

D: Marzia e Marino, due genitori: cosa dicono di voi i vostri figli?

R: Che, a volte, siamo fin troppo presenti… eppure rimaniamo per loro un punto di riferimento importantissimo e apprezzano la nostra piena disponibilità nei loro confronti.

D: Siete mai stati oggetto di pregiudizio per la composizione numerica del vostro nucleo familiare?

R: Sì, qualche battuta o sorrisi di troppo ci sono stati, come ad esempio, consigliarci di acquistare un televisore da destinarsi per la camera da letto… tuttavia, abbiamo sempre preso queste esternazioni con autoironia non abbattendoci mai e proseguendo diritti per la nostra strada.

D: Marzia, cosa le ha insegnato la famiglia?

R: L’amore incondizionato.

D: Marino, quanto è importante la figura del padre in una famiglia?

R: E’ un tassello fondamentale che fortifica e sostiene l’intero castello della Famiglia; il padre svolge un compito impegnativo che a volte non viene pienamente capito, come alcune volte mi è stato fatto notare con l’espressione: “Beato tu, fra tante donne”!

D: Che consiglio dareste alle giovani coppie che sognano di costruirsi una famiglia?

R: Consiglierei loro di non rinunciare alla vita in tutti i sensi e
di non rinunciare ai loro sogni, perché i figli non fungono da ostacolo alla piena realizzazione di sé stessi, anzi sono proprio loro che ci spingono al raggiungimento di vette più alte.

 

Desidero ringraziare di tutto cuore la famiglia Favretto per aver accettato di condividere con noi uno spaccato della loro vita ricco di significato per tutti noi.

Intervista realizzata da Martina Castellarin

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