
Guida all'utilizzo dei contenitori in plastica - (kosmomagazine.it)
Riutilizzare bottiglie e contenitori di plastica può sembrare una scelta pratica ed ecologica, ma comporta rischi nascosti
Qualsiasi contenitore riutilizzabile va trattato con cura. È importante lavarlo dopo ogni utilizzo con acqua calda e sapone, asciugarlo completamente e conservarlo in un luogo pulito e asciutto. Evitare di riempirlo con liquidi caldi (a meno che non sia progettato per questo scopo) e non esporlo a fonti di calore.
Pochi sono consapevoli dei rischi per la salute legati a questa pratica. Riempire più volte le comuni bottiglie in plastica può comportare conseguenze potenzialmente dannose per l’organismo umano, in particolare a causa del rilascio di microplastiche. Attenzione al marchio!
Anche se la scienza non ha ancora stabilito con certezza gli effetti a lungo termine sull’uomo, numerosi studi evidenziano come l’esposizione prolungata a microplastiche possa rappresentare un fattore di rischio per la salute, soprattutto per bambini e donne in gravidanza.
Il pericolo di bottiglie e contenitori
Le bottiglie di plastica che troviamo comunemente nei supermercati, utilizzate per contenere acqua o bibite, sono realizzate in PET (polietilene tereftalato). Questo materiale, sebbene resistente e leggero, è progettato per un solo ciclo di utilizzo. Quando queste bottiglie vengono riempite più volte, soprattutto in condizioni non ideali, iniziano a degradarsi rilasciando microplastiche nell’acqua. Si tratta di minuscole particelle invisibili a occhio nudo, che possono essere ingerite inconsapevolmente e accumularsi nell’organismo.

Le microplastiche sono frammenti di plastica inferiori ai 5 millimetri, che possono essere generati dalla degradazione meccanica, termica o chimica dei materiali plastici. Quando le bottiglie sono esposte a calore, luce solare, o lavaggi frequenti, si accelerano i processi di deterioramento che portano alla formazione di queste particelle. Una volta ingerite, le microplastiche possono attraversare la barriera intestinale, provocare infiammazioni croniche, interferire con il microbiota intestinale e agire come veicolo per sostanze tossiche e metalli pesanti.
Oltre alle microplastiche, riutilizzare bottiglie in PET può portare anche al rilascio di sostanze chimiche potenzialmente nocive, come l’antimonio, un metallo usato nel processo di produzione del PET. In condizioni di alte temperature (come quelle che si raggiungono lasciando la bottiglia in auto al sole), la plastica può cedere queste sostanze all’acqua. Anche i batteri rappresentano un ulteriore rischio: se la bottiglia non viene lavata e igienizzata adeguatamente dopo ogni utilizzo, si può creare un ambiente favorevole alla proliferazione microbica.
Alla luce di questi rischi, gli esperti raccomandano di non riutilizzare le bottiglie di plastica monouso e di orientarsi verso alternative più sicure e sostenibili. Bottiglie in vetro: completamente riciclabili, non rilasciano sostanze e sono facili da igienizzare. Borracce in acciaio inox o alluminio: leggere, resistenti, ideali per un utilizzo quotidiano e duraturo. Bottiglie in plastica rigida riutilizzabile (come quelle in HDPE o PP): se certificate per uso alimentare, rappresentano una soluzione intermedia accettabile, ma vanno comunque lavate regolarmente e sostituite periodicamente.