Direttore d’orchestra

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Gaetan Kuchta è un maestro d’orchestra francese nato il 27 febbraio 1985. Parallelamente ai suoi studi strumentali, Gaetan Kuchta, si volge verso la direzione d’orchestra e fonda nel 2003 un’orchestra sinfonica con la quale è selezionato al Festival Internazionale di Musica Universitaria (Fimu) di Belfort. Segue gli insegnamenti di Jean- Sebastien Béreau integrando nel 2005 la classe di direzione di Pierre Cao al conservatorio di Dijon, dove ottiene tre anni dopo una licenza di direzione d’orchestra, armonia, cultura musicale e trombone. Si perfeziona poi con Helene Bouchez e partecipa alle master class di Hervè Klopfenstein e Leif Segerstam. Gaetan ha avuto l’opportunità di prodursi in diversi paesi come strumentista, maestro d’orchestra e pedagogo in Spagna, Inghilterra, Belgio, Svizzera, Germania, Italia, Canada, Messico e Austria. Gaetan crea l’Orchestra Sinfonica dei giovani di Bourgogne della quale sarà il direttore musicale fino al 2009. Il primo concerto di questa formazione è stato nella piazza di Dijon nel giugno 2007, e Gaetan dirige la sinfonia del nuovo mondo davanti ad un pubblico di 10000 persone. Nel 2008 è invitato dall’opera di Dijon ad una residenza di una settimana con l’OSJB per lavorare alla sinfonia n 2 di Sibelius, in una delle più belle sale d’Europa, l’auditorium di Dijon. Il trombettista internazionale Thierry Caens, gli offre l’opportunità di diventare suo assistente all’interno del grande ensemble di ottone di Dijon, dove può dirigere, quest’ultimo, così come molti solisti d’ottone . Gaetan è stato invitato da Thierry Caens a dirigere il concerto di cerimonia in omaggio a uno dei più grandi trombettisti del ventesimo secolo (Maurice Andrè) nella chiesa Saint-Roch a Parigi a Maggio 2012 dove ha la possibilità di lavorare con sessanta dei più grandi trombettisti di tutto il mondo. E’ anche l’assistente di Accademia di Regis Pasquier dopo varie estatim durante le quali riceve i consigli di solisti come Andrè Cazalet, Bruno Pasquier, Regis Pasquier. Grazie a questa accademia ha l’opportunità di lavorare nei più gradi concerti per violino come Regis Pasquier  come quelli di Ciajkovskij, Brahms, Mendelssohn, Beethoven. Dopo qualche anno il repertorio di Gaetan si compone di numerose opere come Il concerto en sol de Ravel, l’ultima sinfonia di Mozart, La Pavane, ma mère l’oye de Ravel di numerose opere dell’Europa del Nord come quelle di Sibelius, Grieg, Nielsen, Tchaikovsky. Grazie al suo lavoro all’opera di Dijon. Grazie al suo lavoro all’opera di Dijon, Gaetan ha potuto seguire il lavoro della Carmen, L’aida, La nave fantasma, Tristano e Isotta e altre produzioni.Tra i vari progetti pedagogici e sociali di Gaétan, ha proposto a giovani non musicisti di creare il proprio mare in relazione al Mare di Debussy, con l’Opera di Dijon e la London Symphony Orchestra. Dopo aver seguito il lavoro e i consigli di Tugan Sokhiev con l’Orchestra di Capitole di Tolosa nel 2009 Gaetan diventa direttore per tre anni dell’Orchestra del Corso per Adulti al conservatorio della decima circoscrizione di Parigi. Dopo tre anni d’insegnamento di educazione musicale in diverse scuole francesi, decide di consacrarci unicamente all’insegnamento della direzione d’orchestra, d’interpretare le pagine più belle della musica e di lavorare con differenti orchestre professionali e universitarie nel mondo. Vive attualmente in Messico, paese che gli ha aperto le porte di numerose master classes in differenti università come Guadalajara, Veracruz, Zacatecas e dirige differenti orchestre professionali. Gaetano ha finito in aprile 2013 la tournèe di tre settimane dove è stato direttore d’orchestra residente ai concorsi internazione di trombone Latino Americano e dove ha potuto insegnare la direzione d’orchestra, lavorare con due orchestre nei concerti di Rota r david ma anche quelli di Pierre e i lupi del carnevale degli animali, e nelle città di Aguascalientes e Celaya.

Ora lasciamo la parola a Gaetan Kuchta, con l’augurio di proseguire in questo meraviglioso percorso.


 

D:  Chi è il direttore d’orchestra? E’ un musicista tra i musicisti o un leader?

R: Penso che il direttore d’orchestra sia anzitutto un musicista, ma anche la guida di tutti i musicisti. Avere la situazione sotto controllo quando siamo 80 o 90 componenti, senza direttore sarebbe impossibile.
Non mi piace definirmi un capo, però un po’ è così! Mai però dovremmo smettere di essere musicisti tra i musicisti.

D: In un’altra intervista hai dichiarato: “in Francia alcuni mi snobbano perché non sono uscito dal conservatorio di Parigi”… ci sono molti pregiudizi nel mondo della musica?
R:E’ un argomento molto complesso; è ovvio che in tutto il mondo si dia più spazio alla gente che esce dai conservatori nazionali o dalle grandi accademie. Io credo che se incontriamo il nostro mentore, ovunque sia, non c’è motivo di andare fuori, ed il mio fu Pierre Cao, del conservatorio di Dijon.
E’ senz’altro un titolo molto importante, ma non credo sia indispensabile, perché l’esperienza parla da sola. Molte persone vedono solo il curriculum e non solo nel mondo della musica, ma nel nostro ambito è qualcosa che ci pregiudica fortemente.
Il mondo della musica è tanto complicato quanto bello. Questo è il motivo per cui sono venuto in Messico: per fare esperienza in un Paese dove mi davano delle opportunità senza farsi condizionare dal mio curriculum, e per questo devo dire grazie.

D:  Qual è, secondo te, la tua peculiarità come direttore?
R: Per me l’ambiente di lavoro è fondamentale; io cerco di essere il più semplice e umile possibile di fronte alle partiture e ai musicisti che sono davanti a me. Non bisogna mai dimenticare che senza orchestra non esisterebbe direttore.
La musica con cui mi piace confrontarmi è tutta quella del Nord Europa: Sibelius, Nielsen, Vaughan Williams…

D: Com’è l’infanzia di un musicista professionista?
R: La mia infanzia è stata molto semplice, non pensavo di diventare un musicista professionista quando suonavo nella banda del mio paese, Cosne-Cours-sur-Loire.
Tutto cambiò a 14 anni, quando provai a diventare un trombonista professionista. Da bambino non avevo né computer né videogiochi, avevo solo il campo e il trombone, e ad otto anni entrai nella banda.
I miei genitori sono persone molto semplici e aperte, non forzarono né me né mia sorella a fare una cosa o un’altra.
In realtà la musica era il sogno di mia madre, e lei non ha potuto seguire questa strada, ma noi abbiamo sempre scelto liberamente.

D: Conosci l’Italia?
R:Purtroppo conosco solo Milano, venni a vedere l’Aida al Teatro alla Scala per un compleanno qualche tempo fa, mi pare nel 2010. L’Italia mi affascina, è un Paese con tanta storia, e dirigere lì sarebbe per me una grande sfida.

D: Qual è il concerto che ti lasciò più soddisfatto?
R:Non credo che ce ne sia uno in particolare, essere soddisfatto è difficile per me! Uno che ricorderò a vita è la Sinfonia n.5 di Mahler a giugno del 2017, con la mia orchestra, l’Orchestra Sinfonica dell’Università Autonoma dello Stato di Hidalgo (OSUAEH); abbiamo lavorato duro tutti insieme per potercela fare, era la prima volta per tutti, e sarebbe difficile riuscire a descrivere l’ansia e le emozioni che abbiamo provato.
Credo che per un direttore ci sia un prima e un dopo Mahler

D: E la volta in cui hai pensato “non ce la posso fare”?
R: Per ansia e per rispetto ai compositori, ci sono programmi che mi spaventano, per esempio mi fa più paura interpretare Mozart che Chostakovitch. Mi sento più vicino alla musica del secolo XIX o XX rispetto a quella del XVIII secolo. Credo dipenda dall’età, il mio maestro mi disse che da giovani preferiamo grandi suoni che facciano sentire la potenza, mentre con la maturità siamo più propensi alla delicatezza!

D:Qual’è il tuo sogno più grande?

R:Il mio sogno più grande è continuare ad essere felice con la musica, e che la mia famiglia sia orgogliosa del mio lavoro. Non posso negare che il sogno di ogni direttore sia dirigere una delle più importanti orchestre del mondo, ma ogni cosa arriva quando è il momento.
Bisogna perfezionarsi ed essere pazienti, e non è una delle mie più grandi qualità, ah ah!

D: Prossimi progetti?

R:Il mio progetto più importante è la OSUAEH: c’è molto da fare ed è fantastico lavorare con loro.
Andremo in tournée in Colombia (Calí, Medellin, Bogotà) a fine febbraio.
Voglio fare quello che non fecero per me, invitare giovani solisti, direttori a inizio carriera, continuare ad appoggiare gli esordienti, scoprire nuove opere con loro, fare musica insieme!

Ringraziamo Gaetan Kuchta per la sua collaborazione e per il tempo che ci ha donato, augurandogli di continuare a sorprenderci e a sorprendersi.

Intervista e traduzione a cura di Giulia Cucciarelli

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https://www.youtube.com/watch?v=_h8KXkHchOM&feature=youtu.be

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P:¿Quién es el director de orquesta? ¿Es un músico entre músicos o un jefe? 

R: Yo pienso que el director de orquesta sea antes de todo un músico, pero es la guía de todos los músicos. Tener una idea de la música cuando somos 80 o 90, sin director sería imposible.
Es el jefe del artistico, no solamente la batuta de una orquesta. No me gusta definirme jefe, pero un poco lo soy! Nunca pero debemos olvidar que somos músicos entre músicos!

P: En otra entrevista declaraste: “En Francia para muchos soy malo porque no salí del conservatorio de Paris… ¿hay muchos prejuicios en el mundo de la música?

R: Es un tema complicado, por supuesto que en todo el mundo damos más espacio a la gente que sale de los conservatorios nacionales o grandes academias. Yo pienso que si encontramos nuestro buen mentor, en cualquier lugar, no hay necesidad de ir afuera. Para mi fue Pierre Cao, en el conservatorio de Dijon.
Por supuesto que un título es muy importante, pero no creo sea indispensable, porque la experiencia habla mucho también. Mucha gente solo ve el curriculum y no solo en la música, pero en el mundo de la música nos prejudica mucho.
El mundo de la música es tan complicado y tan bonito! Por eso yo fui a México, para tener experiencia en un País donde me daban chance antes de ver mi curriculum y les agradezco mucho.

P: ¿Cuál es, para ti, tu peculiaridad como director?
R: Para mi el ambiente de trabajo es muy importante, yo intento ser el más sencillo y humilde posible enfrente de mis partituras y de los músicos. No hay que olvidar que sin orquestas no hay directores.
Yo soy un gran fan de toda la música del Norte de Europa: Sibelius, Nielsen, Vaughan Williams…

P:  ¿Como es la infancia de un músico profesional?

R: Mi infancia era muy sencilla, no pensaba ser músico profesional cuando tocaba en la banda de mi pueblo, Cosne Sur Loire.
Todo cambió a los 14, cuando hay que eligir una carrera, y decidí probar de ser trombonista profesional.
El trombón es mi instrumento, de niños no teniamos ni computadora ni videojuegos, yo solo tenía el campo y el trombón.
Entré en la banda muy chiquito, a los 8 años si me acuerdo bien. Mis padres son personas muy sencillas y abiertas y no nos forzaron ni a mi hermana ni a mi a hacer cualquier cosa, aunque la música era el sueño de mi madre, y ella no puso hacer musica.

P: ¿Conoces Italia?
R: Por lastima conozco solo Milán, fui a ver Aida en La Scala por un cumpleaños, creo fue en 2010.
Italia me fascina, es un País donde hay mucha historia, dirigir allá sería un gran reto para mi.

P: ¿Cuál es el concierto que te dejó mas satisfecho?

R: No hay uno en particular, ser satisfecho es complicado para mi, pero uno que me voy a recordar a vida es la 5ta de Gustav Mahler en Junio del 2017; con mi orquesta, la OSUAEH, ni pensaba poder hacer el primer movimento, hemos trabajado muy duro ellos y yo para poder hacerla, era nuestra primera vez! Ansiedad, emociones, tantas cosas que sería muy dificil describir. Hay un antes y un después Mahler por un director, creo!

P:¿Y la vez que por ansiedad pensaste “¡no puedo hacerlo!” ?

R:Por ansiedad, y respecto a los composidores, hay programas que me dan miedo, me da más miedo hacer Mozart que Chostakovitch por exemplo, la manera de trabajar es tan diferente, me siento más cerca de la música del siglo XIX y XX que del XVIII.
Creo que dependa de la edad, como me dijo mi Maestro: de jóvenes queremos grandes sonidos, y con la edad vamos más a la delicadeza.

P: ¿Cuál es tu sueño más grande?
R: Mi sueño más grande es seguir siendo feliz con la música, y que mi familia sea orgullosa de mi trabajo.
No voy a negar que el sueño de cada director es dirigir una de las más grandes orquestas del mundo, pero cada cosa llega a su tiempo, hay que ser paciente y no es una de mis grandes cualidades, jaja!

P:¿Próximos proyectos?

R:Mi proyecto más importante es la OSUAEH, que me da mucho trabajo, hay tanto que hacer y es genial construir todo de alguna manera. Vamos a ir de gira a Colombia (Calí, Medellin, Bogotá) al final de febrero.
Quiero seguir haciendo música con ellos, descubrir nuevas obras con ellos, seguir apoyando a los jóvenes… intento de invitar muchos jóvenes solistas y directores al principio de carrera.
¡Quiero hacer lo que no hicieron para mi!

 


Gracias a Gaetan Kuchta por su colaboración y por el tiempo que nos da, deseando que continúe de esta manera.

Entrevista y traducción realizada por Giulia Cucciarelli
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