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Spesso non ci rendiamo conto di quanto il dono della vita sia prezioso. Non sappiamo dare la giusta importanza ai momenti che viviamo, nè tanto meno a quello che ci aspetta nel nostro domani. Si vede il futuro come qualcosa di utopico, come se non ci appartenesse. Antonio Maggio, con la sua ultima canzone intitolata “Il maleducato”, vuole lanciare un nuovo messaggio; quello di affrontare il futuro in maniera più sfrontata, non vedendo semplicemente ciò che accade, ma bisogna imparare anche a reagire a ciò che si pone davanti ai nostri occhi. Solo così potremo diventare padroni della nostra stessa vita.  Antonio Maggio, cantautore salentino, vince nel 2013 il Festival di Sanremo nella sezione “Giovani” con il brano “Mi servirebbe sapere”, che in poche settimane raggiunge la certificazione di Disco d’Oro, per le oltre 25mila copie vendute. Il singolo anticipa la pubblicazione dell’album d’esordio “Nonostante tutto” e un lungo tour estivo di oltre 40 date. Al Festival di Sanremo viene anche insignito del Premio della Sala Stampa Radio e Tv “Lucio Dalla”, del Premio “Emanuele Luzzati” e del Premio AFI come miglior progetto discografico dell’anno. Nella stessa estate partecipa alla prima edizione del Coca Cola Summer Festival, che lo vede vincitore della seconda tappa, con il brano “Anche il tempo può aspettare”, scelto come singolo estivo. A settembre viene pubblicato il singolo “Santo Lunedì”, che diventa sigla del programma sportivo Il Processo del Lunedì, in onda su Rai Sport 1 per due stagioni televisive. Nel 2014 viene pubblicato il secondo album in studio, “L’Equazione”, anticipato dal singolo omonimo; a seguire il singolo Stanco, in featuring con il rapper Clementino, che fa da colonna sonora a un nuovo e lungo tour estivo. Nello stesso periodo viene scelto come rappresentante dell’Italia al festival internazionale “New Wave”, svoltosi nella città di Jurmala, in Lettonia. Il suo percorso all’estero si arricchisce anche con date in Canada, Russia, Lettonia, Belgio e Albania. Il 4 novembre 2016 esce “Amore Pop”, brano che gli permetterà di ricevere il prestigioso Premio Giorgio Faletti per la musica, con menzione speciale al valore letterario. Amante da sempre, tra le altre cose, del grande cantautorato italiano, il suo spettacolo MAGGIOcantaDALLA in Jazz gli vale l’invito a esibirsi il 4 marzo 2017 in casa di Lucio Dalla, in occasione del compleanno del compianto artista bolognese. Nell’aprile dello stesso anno, comincia un lungo tour nei club italiani, L’Odore delle parole, in una dimensione acustica raffinata che racconta la genesi delle sue canzoni. Il 2018 è l’anno di un’intensa collaborazione live assieme all’amico cantautore Pierdavide Carone: i due danno infatti vita al “diamoci del ToUr”, dapprima in chiave acustica nei club e successivamente in elettrico durante l’estate. Precedentemente (nel 2008), vinceva la 1° edizione di X-Factor con gli Aram Quartet, pubblicando successivamente 2 album: chiARAMente (2008) e Il pericolo di essere liberi (2009).

Lasciamo la parola ad Antonio Maggio con l’augurio di proseguire in questo meraviglioso percorso.


D:Ciao Antonio, ci siamo sentiti qualche anno fa per un’intervista. Cosa è cambiato nella tua vita da allora?
R:Si é evoluta, sono cresciuto, credo e spero sotto tutti i punti di vista. Anche se poi, in concreto, chi ha la fortuna come me di fare questo lavoro ne vive la sua ciclicità: scrivo canzoni – le pubblico – le suono e le canto su un palco.

D: Come pensi la musica abbia cambiato la tua vita nel corso di questi anni?

R: Credo l’abbia appagata: vivo la quotidianità facendo quello che più mi piace.

D: Sono passati due anni da “Amore pop”, che lati di Antonio Maggio possiamo scoprire secondo te attraverso questo nuovo lavoro?

R:Questo nuovo singolo ha la funzione di essere un ponte tra quanto il pubblico ha conosciuto di me in passato e ciò che ascolterà nelle prossime pubblicazioni: a due anni di distanza bisognava pur riallacciare il filo. Però mi piace pensare che questa canzone possa essere un manifesto generazionale, una presa di coscienza.

D:  Il tuo ultimo singolo si chiama “Il maleducato”. Raccontaci di questo brano, com’è nata l’ispirazione per questo singolo?

R:L’ispirazione é arrivata dopo un po’ di chiacchiere e confessioni tra amici, come succede spesso: mi ero reso conto che le speranze che i trentenni di oggi avevano fino a pochi anni fa, si sono via via trasformate in disillusione. Ho immaginato quindi questa festa, una metafora del futuro, a cui la mia generazione non è stata invitata da chi ci ha preceduto: da qui l’invito ad essere maleducati, nel senso di sfrontati, per imbucarci a questa festa e prenderci simbolicamente il nostro futuro con le nostre stesse mani.

D:Qual è il messaggio che vorresti dare al pubblico che ascolta questo tuo nuovo singolo?

R:Vorrei far passare il messaggio che niente ci casca dal cielo, che nulla ci è dovuto; e che soltanto la nostra determinazione, mista a tanta buona volontà, può portarci a un risultato concreto.

D: Questo brano anticipa l’uscita di un nuovo lavoro discografico?

R:In questi due anni ho scritto tantissimo, sia per me sia per altri miei colleghi: “Il Maleducato” é soltanto la punta dell’iceberg, nei prossimi mesi si potrà ascoltare tanto altro.

D: Nel 2018 hai collaborato con Pierdavide Carone per il “diamoci de ToUr”. Raccontaci di quest’esperienza.

R:  Ciò a testimonianza di quanto, in questi due anni, non sia stato comunque mai fermo. É nato tutto per gioco: eravamo a casa sua e strimpellavamo alcune nostre canzoni, quando abbiamo provato ad immaginare quella stessa scena su un palco vero. Da lì, nel giro di un paio di mesi, ci siamo ritrovati a suonare prima nei club in chiave acustica e, successivamente, in giro con una super band per tutta l’estate.

D: Qual è un obiettivo che ti piacerebbe concretizzare nell’ambito musicale?

R:  L’unica cosa che mi auguro é di continuare per la mia strada a fare ciò che sto già facendo: é sempre quel famoso discorso della ciclicità.


Ringraziamo Antonio Maggio per la sua collaborazione e per il tempo che ci ha donato, augurandogli di continuare a sorprenderci e sorprendersi.

Intervista realizzata da Manuela Ratti

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