Musicista


Video: Marco Proietti

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Marco Proietti nasce a Perugia il 2 febbraio 1999. A sei anni scopre una grande passione, quella per la musica, e la coltiva studiando fisarmonica con un maestro che lo spinge a partecipare a svariati concorsi musicali, e a 11 anni si classifica primo al Campionato Nazionale di Fisarmonica e Tastiere, Trofeo Città di Cerchio (Aq) La passione cresce sempre più e a 15 anni inizia un percorso con un’orchestra da ballo che lo porta a girare l’Italia in lungo e in largo, e senza mai tralasciare gli studi: si diploma infatti in un Liceo Musicale privato di Castelfranco Veneto, specializzandosi tecnico audio. Oltre alla fisarmonica suona l’organetto, le tastiere, la chitarra, il basso, la batteria, la tromba, il sax, il pianoforte, l’organo, il violino e il clarinetto. Ora si dedica al lavoro nel suo studio di registrazione a Beroide di Spoleto, dove vive, e alla sua Orchestra, l’Orchestra Italiana Proietti, con la quale ha appena pubblicato l’album “Tramonto d’Oriente”, composto da 12 tracce tutte da ballare.

Lasciamo la parola a Marco Proietti con l’augurio di proseguire in questo meraviglioso percorso.


D: Partiamo dalla domanda più classica… come hai scoperto l’amore per la musica?
R:Da piccolo, appena finiti i compiti, passavo tutto il giorno a guardare video di gruppi musicali famosi, ed ero affascinatissimo dalla gente che applaudiva sotto al palco, e mi perdevo pensando alla grande emozione che potesse provare il gruppo in quei momenti… così un bel giorno mi sono detto: perché non provare?
Da quel momento ho iniziato a studiare il mio primo strumento, la fisarmonica.

D: Hai cominciato molto presto… come facevi con la scuola?

R: E’ vero, ho cominciato a studiare musica a sei anni, ma era soltanto una semplice passione e potevo gestirla tranquillamente. Quando però a 15 anni mi è stata offerta l’opportunità di suonare con un’orchestra ho accettato subito, e facendo qualche sforzo, dormendo meno ore la notte, sono riuscito a portare avanti bene entrambe le cose.
Una cosa era certa: non avrei rinunciato al mio sogno…

D:  Cosa ricordi della prima volta in cui ti sei esibito in pubblico?

R: Un’emozione fantastica! La prima volta che mi sono esibito in pubblico ho avuto l’onore di farlo con un gruppo molto conosciuto, quindi quella sera la piazza era piena! Lo ricordo come fosse ieri, perché è una sensazione che non si dimentica tanto facilmente… mi sono sentito molto soddisfatto perché pensavo che finalmente i miei sforzi avevano portato buoni frutti.

D:  Senti di aver dovuto rinunciare a qualcosa per inseguire questo sogno?

R: Devo dire che all’inizio con la scuola era un po’ dura, ma ho stretto i denti perché non volevo rinunciare alla musica, ma non volevo neanche rinunciare a un diploma! Alla fine ce l’ho fatta, l’unica cosa a cui sicuramente ho dovuto rinunciare a volte sono stati gli amici, perché non sempre ero disponibile per loro. Adesso però posso dire che per qualsiasi sacrificio ne è valsa la pena!

D: Oltre a quello dell’orchestra, qual è il tuo repertorio personale?

R: Suonando la fisarmonica come strumento principale, il mio repertorio è composto soprattutto da quello dell’orchestra.Con il passare degli anni però ho avuto l’occasione di studiare altri strumenti, e il mio repertorio preferito, sul quale, tra l’altro, mi sono appena diplomato, è senza dubbio il jazz.

D: C’è un pezzo che ti emoziona particolarmente suonandolo? E perché?

R: Il mio repertorio è molto vasto e i brani che suono mi piacciono tutti… però ce n’è uno che mi emoziona particolarmente, è il pezzo per pianoforte “Blue Dolphins” del famoso autore Stephen Schlaks: adoro il senso di rilassamento e leggerezza che mi regala mentre lo suono.

D: A chi dedichi il tuo lavoro?

R: Senza pensarci due volte dedico il mio lavoro ad un mio zio, che purtroppo ha perso la vita a causa di un incidente sul lavoro. Io non l’ho mai conosciuto di persona, ma so che aveva una passione pazzesca per la musica, soprattutto per la fisarmonica. La mia prima fisarmonica infatti l’aveva comprata lui, ho iniziato i miei studi con quella, e ora la custodisco come suo ricordo. Se adesso fosse ancora in vita sicuramente sarebbe fiero del mio lavoro, quindi non posso che dedicarlo a lui.

D:  Hai un sogno nel cassetto?

R: 

Il mio sogno nel cassetto era quello di suonare uno strumento in un’orchestra mia, e l’ho realizzato. Un altro sogno? Sarò pazzo, ma è quello di riuscire a realizzare un programma televisivo che parli di musica, dove far esibire i giovani che sappiano suonare o cantare. Non un talent show, perché non mi piace mettere in competizione i ragazzini: semplicemente una vetrina di talenti.


Ringraziamo Marco Proietti per la sua collaborazione e per il tempo che ci ha donato, augurandogli di continuare a sorprenderci e sorprendersi.

Intervista realizzata da Giulia Cucciarelli

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