Baritono

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Jerus Nogera 2

Jesús Noguera è un baritono venezuelano nato a Cumaná, capitale dello Stato Sucre.
Inizia i suoi studi musicali nella città di Maracay, nello Stato Aragua, nella scuola di musica “Federico Villena”, dove studia l’esecuzione strumentale della viola.
Nel 2003 passa alla fila delle viole dell’Orchestra Sinfonica Infantile e Giovanile di Aragua, appartenente al Sistema Nazionale di Orchestre Infantili e Giovanili del Venezuela.
Nel 2005 partecipa all’audizione per baritoni del Coro Sinfonico Giovanile di Aragua, ottenendo il ruolo principale della fila.
Nel 2006 il Maestro José Antonio Abreu crea il progetto “Sistema nazionale dei Cori”, dove Jesús viene selezionato per il Coro Sinfonico Nazionale, gruppo che accoglie i migliori cantanti giovani del Paese e con il quale partecipa a diversi concerti sinfonici corali sotto la direzione di grandi maestri come Sir Simon Rattle, Claudio Abbado e Gustavo Dudamel.
Nel 2010 si trasferisce a Caracas, dove diventa parte della Coral Nacional Simón Bolívar,il principale gruppo vocale de El Sistema, con cui ha occasione di rappresentare il Venezuela in alcune delle sale più importanti del mondo, come l’Alte Oper di Francoforte, il Teatro Mozarteum di Salisburgo, il Lincoln Center a New York, il Kennedy Center di Washington, il Royal Concert House a Londra e il Teatro alla Scala di Milano, e il gruppo passa alla storia per essere il primo gruppo corale ed orchestrale straniero ad effettuare una stagione di opere in quella sala.
Come baritono solista, partecipa ad opere come il Requiem di Mozart, la Sinfonia n.9 di Beethoven, la Mass in G major di Schubert, la Fantasia Corale di Beethoven, il Requiem di Fauré, La Creazione di Haydn, il Magnificat di Bach, la Missa Brevis in C di Mozart; è stato il dottor Bartolo ne “Le nozze di Figaro” e il conte di Ceprano in “Rigoletto”. Assiste a lezioni di mostri sacri della lirica come Mirella Freni e Vittorio Terranova.
Dal 2015 sente una grande attrazione per il lavoro scenografico riguardo alle opere, passione che lo porta a svolgere il ruolo di assistente regista al fianco del M° Fucho Pereda, grazie al quale ha l’opportunità di assistere il M° Marco Gandini, direttore di scena del Teatro alla Scala, che rimane molto soddisfatto del lavoro del giovane venezuelano e durante una sua visita in Venezuela gli offre la possibilità di assistere al montaggio dell’opera Carmen, e visti l’impegno e la passione lo invita a partecipare a un corso sotto la sua guida, affiancandolo nella messa in scena di Aida al Teatro alla Scala e de L’Italiana in Algeri a Lugano.

Ora lasciamo la parola a Jesus Noguera, con l’augurio di proseguire in questo meraviglioso percorso.


 

D: Com’è nata la passione per la musica?

R: La mia storia è un po’ particolare: da bambino cantavo sempre, nella mia famiglia ci sono molti appassionati di canto e nelle rimpatriate familiari mio nonno suonava la chitarra, i miei zii e mia madre cantavano, e anch’io riconoscevo di possedere una vena musicale, ma volevo essere architetto.
Purtroppo ebbi un incidente con la vernice e riportai bruciature alla cornea in entrambi gli occhi, e dovetti abbandonare questo progetto. Senza dubbio la musica fu sempre un rifugio, però per un adolescente imparare a suonare uno strumento è molto più difficile che per un bambino, ma io non mi arresi: cominciai a studiare musica nella scuola “Federico Villena” di Maracay, e un giorno il direttore della scuola, il maestro Oswaldo Guevara, mi disse che avrei dovuto suonare la viola, e anche se mi sentivo attratto dalle percussioni, la vita mi portò su un’altra strada.
Cominciai il corso di costruzione di violini all’interno de El Sistema, e quando costruii il mio primo violino mi ricordai delle parole del maestro Oswaldo e comprai una viola di seconda mano, e a quel punto il professore di viola Raúl Noriega mi diede l’opportunità di studiare con lui.
Tutto cambiò quando ascoltai il Coro Sinfonico di Aragua che stava provando un’opera venezuelana chiamata “La Cantata Criolla”: da quel momento seppi che volevo cantare, e lì iniziò la mia carriera come cantante.

D:Perché hai deciso di passare dal canto lirico alla direzione di scena?
R:Dopo molti anni passati a cantare, ebbi la possibilità di partecipare alla messa in scena dell’opera Rigoletto, dove facevo la parte del Conte di Ceprano, e in quell’occasione conobbi il direttore di scena Fucho Pereda. Vedere la passione che metteva nella costruzione di ogni singolo personaggio mi fece capire che esiste un mondo dietro il semplice canto: in quel momento io interpretavo il Conte, ma il direttore di scena interpretava tutti i personaggi, è lui che li porta alla luce!
Dopo quella esperienza ricordo di avergli detto: “Fucho, mi piacerebbe imparare a fare quello che fai tu”, e lui senza pensarci due volte mi chiese di aiutarlo in qualche produzione.
Il direttore di scena ha il compito di mostrare la sua arte attraverso un’altra persona: quando assistiamo ad un’opera, ascoltiamo l’interpretazione del cantante, e attraverso il cantante vediamo l’interpretazione teatrale del regista.
E’ per questo che ho voluto iniziare questo cammino, per non limitarmi ad interpretare un solo personaggio: attraverso i cantanti posso esprimere sentimenti ed emozioni di tutti i protagonisti dell’opera.

D: Raccontaci com’è andata con l’invito ad assistere e a studiare con il maestro Gandini!
R: Nel 2015 la Corale e l’Orchestra Sinfonica Simón Bolívar, sotto la direzione del M° Gustavo Dudamel, ebbero la grande responsabilità di interpretare una delle opere più rappresentative al Teatro alla Scala, La Bohéme di Puccini con la regia del maestro Zeffirelli, regia ripresa da Marco Gandini, ed era la prima volta nella storia che un coro ed un’orchestra straniera rappresentavano un’opera in quel teatro leggendario.
Era talmente grande la responsabilità che un mese prima di partire per Milano, il maestro Gandini venne in Venezuela per fare tutti gli aggiustamenti scenici, sui quali avevamo già lavorato con Fucho Pereda, che era suo assistente in questa messa in scena.
Prima dell’arrivo del maestro Gandini dissi a Fucho che mi sarebbe piaciuto collaborare con loro, e così Fucho parlò con lui, me lo presentò all’aereoporto e Gandini accettò subito.
In quel momento mi resi conto che la mia vita sarebbe cambiata per sempre, e che la mia responsabilità era doppia, perché dovevo cantare nel coro e assistere il maestro.
Nel novembre del 2017, Gandini tornò in Venezuela per la sua prima produzione a Caracas, l’opera Carmen. Questa volta non solo mi fece assistere, ma inserì qualcuna delle mie idee sceniche.
Stavolta non dovevo cantare e tutti i miei sforzi erano dedicati alla scena.
Dopo dieci giorni di lavoro, il maestro si avvicinò per congratularsi e durante un pranzo tra la direttrice del coro, lui ed io, disse che a maggio del 2018 avrebbe curato la produzione di Aida alla Scala e de L’Italiana in Algeri a Lugano, e chiese alla direttrice se potevo assistere.
In quel momento non sapevo se piangere o gridare dall’emozione, ma semplicemente mi alzai dalla sedia e andai ad abbracciare il maestro!

D: E’ un sogno compiuto, o manca qualcosa?
R: E’ un sogno che si sta compiendo, una meta che si avvicina piano piano. Non capita tutti i giorni di ricevere un invito come questo, ma devo fare i conti con tutte le spese relative all’alloggio, ed anche se il maestro mi sta dando una grandiosa opportunità, non può farsi carico di me, ed è per questo che a gennaio ho iniziato una campagna attraverso Gofundme chiamata “Il sogno di diventare regista”, https://www.gofundme.com/the-dream-of-being-a-stage-manager  per raccogliere fondi che serviranno a coprire queste spese.

D:Tu già conosci l’Italia: che porteresti con te dell’Italia in Venezuela e del Venezuela in Italia?
R:Se potessi portarmi qualcosa del mio Paese in Italia, citerei il testo della canzone “Venezuela”: porterei la sua luce e il suo aroma sulla mia pelle, il cuatro (strumento musicale tipico venezuelano) nel mio cuore, nel sangue la schiuma del mare e il suo orizzonte nei miei occhi.
Dell’Italia mi porterei… l’Italia intera.
Mia madre mi racconta che fin da piccolo ho sempre sentito un grande amore per questo Paese, e non so perché ami così tanto l’Italia, dico spesso che forse in un’altra vita sono stato italiano.
L’Italia è per me una seconda patria, per questo se potessi la porterei con me ovunque.

D: Qual è la tua Opera preferita, e il personaggio che ami di più, e perché?
R:Che decisione difficile! Mi piace tanto “Il Barbiere di Siviglia”, per tutta la comicità che c’è, l’astuzia di Figaro e Rosina; sicuramente “La Bohéme” occupa un posto speciale nel mio cuore: ascoltarla significa evocare tutti i momenti meravigliosi trascorsi alla Scala insieme al mio coro.
Il mio personaggio preferito senza alcun dubbio è Liù, dell’opera Turandot, perché ci insegna il vero significato del verbo amare, perché amare non è solo stare a fianco della persona che ami, amare significa sacrificio, amare è saper dire grazie, chiedere scusa, lasciare nelle mani di Dio la felicità della persona amata: in poche parole, amare significa anche dire addio.

D: Hai un rituale prima di andare in scena?
R: Un rituale vero e proprio non direi: a volte faccio quello che fanno molti cantanti, ovvero vocalizzare, mettermi un momento in disparte per concentrarmi su me stesso, anche se molte volte cammino da un angolo all’altro della stanza.
Tutto dipende dal livello di adrenalina prima del concerto!

D:Che musica ascolta un cantante lirico nel tempo libero?
R:Mi piace ascoltare la musica che mi riporta a momenti felici.
La musica, come gli odori e i sapori, ci trasporta attraverso il tempo; a me piace tornare ai momenti in cui sono stato felice, e per farlo ascolto il gruppo “The Platters”.
Ascolto un po’ di tutto: rock, pop, ballate… dipende da chi voglio ricordare, e a quale momento felice voglio viaggiare.

D: Dimmi perché dovrei scegliere di andare all’Opera stasera… 

R:L’Opera ti dà la possibilità di scappare un po’ dalla realtà, di rilassarti dopo un giorno pesante, di sederti e godersi la voce dei cantanti, le melodie e armonie che si creano insieme all’orchestra, emozionarti con quello che vuole trasmettere il regista.
Anche se l’Opera è uno spettacolo che potremmo benissimo goderci nella comodità di casa nostra, assistere dal vivo ci regalerà un’esperienza unica.
Insomma, andiamo all’Opera!

Ringraziamo Jesus Noguera per la sua collaborazione e per il tempo che ci ha donato, augurandogli di continuare a sorprenderci e a sorprendersi.

Intervista e traduzione a cura di Giulia Cucciarelli

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Jerus Nogera 3

 

 

Jesús Noguera, Baritono venezolano, nacido en la ciudad de Cumaná estado Sucre. Inició sus estudios musicales en la ciudad de Maracay estado Aragua en la escuela de música “Federico Villena” donde estudia ejecución instrumental de Viola. En 2003 pasa a la fila de violas de la Orquesta Sinfónica Infantil y Juvenil de Aragua, agrupación perteneciente al Sistema Nacional de Orquestas Juveniles e Infantiles de Venezuela. En 2005 audiciona a la fila de barítonos del Coro Sinfónico Juvenil de Aragua, donde por su destacada labor obtiene el cargo de principal de la fila de barítonos.

En 2006 el maestro José Antonio Abreu, crea el proyecto “Sistema Nacional de Coros” donde Jesús queda seleccionado para el Coro Sinfónico Nacional, agrupación que acogía a los más destacados jóvenes cantantes del país y con la cual participó en diversos conciertos sinfónico corales bajo la dirección de destacados maestros como Sir Simón Rattle, Claudio Abbado y Gustavo Dudamel.

En 2010 se traslada a caracas, donde pasa a formar parte de la Coral Nacional Simón Bolívar, principal agrupación vocal de El Sistema y con quien ha tenido la oportunidad de representar a Venezuela en algunas de las salas más importantes del mundo, como por ejemplo: Alter Oper de Frankfurt, Teatro Mozarteum de Salzburgo, Lincoln Center de New York, Kennedy Center de Washington, Royal Concert house de Londres, Radio France de París y La Scala de Milán, donde hicieron historia al ser la primera agrupación coral y orquestal extranjera en llevar a cabo una temporada de operas en esa sala.

Como barítono solista, ha participado en obras como: Requiem de Mozart, 9na sinfonía de Beethoven, Misa en G de Schubert, Fantasía Coral de Beethoven, Requiem de Fauré, La creación de Hyden, Magnificat de Bach, Misa Brevis en C de Mozart, el rol de Doctor Bartolo en Las bodas de Figaro, y Conte di Ceprano en la opera Rigoletto

Desde 2015 ha sentido una gran atracción por el trabajo escénico de óperas, lo que lo llevo a incursionar como asistente de regia y maestro interno en varias oportunidades del maestro Fucho Pereda, del cual recibió la oportunidad de asistir al maestro Marco Gandini, director de escena de La Scala de Milán, quien quedó satisfecho del trabajo de este joven barítono, y que en su visita a Venezuela el pasado noviembre, decidió darle la oportunidad de asistirle en el montaje de la ópera Carmen, que se llevó a cabo ese mismo mes, y del cual recibió muy buenas criticas por su desempeño e interés en el trabajo de la dirección de escena, razón por la cual le extendió una invitación para realizar cursos bajo su tutela y la posibilidad de asistirle en el montaje de las óperas Aida en La Scala de Milán y L’italiana in Algeri en la ciudad de Lugano, Suiza.

Ahora, le dejamos la palabra a Jesus Noguera , deseándole que continúe de esta manera maravillosa.


P:Como empezaste con la musica? 

R: Mi historia es un poco particular, pues de niño siempre cantaba, pues en mi familia hay muchos aficionados al canto y en reuniones familiares mi abuelo tocaba la guitarra, mis tios y mi mamá cantaban, de allí tal vez esa vena musical, pero luego en el colegio quise ser arquitecto, pero leugo de un accidente con pintura, en el cual tuve quemaduras de cornea en ambos ojos esa meta de la arquitectura quedó de lado. Sin embargo la música siempre fue un refugio, pero para adolescente aprender a tocar un instrumento es mucho más complejo que para un niño, sin embargo no me rendí, comencé a estudiar música en la escuela “Federico Villena” en la ciudad de Maracay, recuerdo una vez que el director de la escuela el maestro Oswaldo Guevara me dijo “deberias tocar viola” y aunque sentia atracción por la percusión pero la vida me llevó por otro camino. Comencé a hacer el curso en El Sistema de construccion de violines, y recuerdo que cuando construí mi primer violín dije “por que no hacer caso a las palabras del maestro Oswaldo” y compré una viola de segunda mano, la cual desarme y lleve a dimensiones de un instrumento de Luthier, conversé con un profesor de viola de El Sistema en Aragua, el maestro Raùl Noriega quien me diò la oportunidad de estudiar con él, pues como todos sabemos la lavor de El Sistema es la inclusión, pero todo cambió cuando escuché al Coro Sinfónico de Aragua, recuerdo que ensayaban una obra venezolana llamada “La Cantata Criolla” y desde ese momento decidí que quería cantar, y allí comenzó mi carrera como cantante.

P: Por qué decidiste pasar del canto lírico a la dirección de escena?

R: Wow, bueno luego de varios años cantando tuve la oportunidad de participar en el montaje de la opera Rigoletto, donde hacia el papel de Conte di Ceprano, en esa oportunidad conocí al director de escéna Fucho Pereda, y la pasión que le imprimía a cada personaje me hizo ver que había un mundo más alla del canto, en ese momento yo interpretaba al Conte, pero el director de escena interpretaba a todos los personajes, él los traia a la vida y luego de esa experiencia recuerdo haberle dicho “Fucho, me gustaría aprender a hacer lo que tu haces” y sin pensarlo él me dio la oportunidad de ayudarle en algunas producciones. El director de escena tiene el enorme compromiso de mostrar su arte a traves de otra persona, por eso cuando vamos una ópera, escuchamos la interpretación musical del cantante y a traves del cantante vemos la interpretacion teatral del regista, por eso decidí tomar este camino de la dirección de escena, porque no me limito como cantante a interpretar un personaje, sino que a traves de los cantantes puedo expresar sentimientos, acciones y emocines de todos los personajes de una ópera.

P: Cuentanos como surgió la invitación para asistir y estudiar con el maestro Gandini?
R: En 2015 La Coral Simón Bolivar y la Orquesta Sinfónica Simón Bolívar, bajo la batuta del maestro Dudamel, teniamos el enorme compromiso de interpretar una de las óperas mas icónicas representadas en el Teatro Alla Scala, La Bohème de G. Puccini con la regia del maestro Zeffirelli, retomada por el maestro Marco Gandini, era la primera vez en la historia que un coro y una orquesta extranjera hacian una ópera en ese historico escenario. Era tan grande el compromiso que un mes antes de partir a Milán el maestro Gandini vino a Venezuela para hacer todos los ajustes escénicos de la ópera, los cuales ya habiamos trabajado previamente con Fucho, quien era su asistente para este montaje. Recuerdo que le comenté a Fucho dias antes de la llegada del maestro Gandini que me gustaría colaborar con ellos, y sin pensarlo Fucho me dijo “Sí, yo hablo con el maestro, y el día que llegó el maestro al aeropuerto de Venezuela Fucho me presentó al maestro y le comentó mi deseo de asistirles en el montaje, y sus palabras fueron “Sí, comenzamos mañana”. Desde ese momento me di cuenta que mi vida había cambiado para siempre, pues mi compromiso era doble, pues debia cantar con el coro y asistir al maestro Gandini. Luego en noviembre de 2017, el maestro Gandini retorna a Venezuela para hacer su primera producción en Caracas, esta vez fue la ópera Carmen. En esta oportunidad él me dio la oportunidad no solo de asistirle, sino tambien de incorporar algunas de mis ideas escenicas en el montaje (ese fue mi examen de regista), esta vez todo mi esfuerzo estaba dedicado al trabajo escenico y no al canto, tuvimos 10 dias para hacer el montaje y al final, el maestro se acerca para felicitarme por mi trabajo, y durante un almuerzo con la directora del coro, él y yo comenta que en mayo de 2018 él hara la produccion de Aida en La Scala y L’italiana in Algeri en Lugano, y le pregunta a la directora del coro si no tiene problema en que yo vaya como su asistente y estudiante?, en ese momento el mundo se detuvo para mi, no sabía si llorar o gritar de emoción, solo me pare de la silla y le di un abrazo al maestro.

P: Es un sueño cumplido, o falta algo? 

R: Es un sueño por cumplir, es una meta que poco a poco me voy acercando, no todos los días recibimos una invitacion para estudiar y asistir al director de la Scala de Milán, pero para eso yo debo correr con todos los gastos de hospedaje y comidas, pues aunque el maestro me está dando una grandiosa oportunidad, no puede hacerse cargo de mi, es por eso que desde enero, he comenzado una campaña a travez de Gofundme llamada “el sueño de ser regista” https://www.gofundme.com/the-dream-of-being-a-stage-manager para recolectar dinero y cubrir dichos gastos.

P: Tu ya conoces a Italia, que te llevarias de Italia a Venezuela y de Venezuela a Italia? 
R: Si pudiera llevarme algo de mi país a italia, citaría la letra de la canción “Venezuela”, me llevaria su luz y su aroma en mi piel, y el cuatro en mi corazón, en mi sangre las espuma del mar y su horizonte en mis ojos, y de Italia me traeria la peninsula completa, mi mamá me cuenta que desde niño siempre he sentido un gran amor por este país, y no sé por què razon amo tanto Italia, siempre digo que tal vez en otra vida fui Italiano, Italia para mi es mi segunda patria, por eso si pudiera la llevaria conmigo a donde sea.

P: Cual es tu Opera preferida, tu personaje de ópera favorito y porque?

R: Que dificil decisión! Me gusta mucho El Barbero de Sevilla, por toda la comicidad que hay en ella, la astucia de Figaro y Rosina, sin embargo La Bohéme ha sido en mi vida la ópera más significativa, pues marcó un momento importante en mi. Por eso entre las dos, La Bohème ocupa un lugar en mi corazón, escucharla, es ebocar todos los maravillosos momentos en la Scala junto a mi Coro Simón Bolívar.

Mi personaje favorito, sin duda alguna es Líù de la ópera Turandot, porque ella nos enseña el significado del verbo “amar”, porque amar no es solo estar al lado de la persona que amas, amar significa sacrificio, amar es saber dar gracias, pedir perdon y dejar en la manos de Dios la felicidad de la persona que amamos, en pocas palabras amar tambien significa decir “adiós”

P: Tienes un ritual antes de salir al escenario?

R:No diría que un ritual, tal vez hago lo mismo que muchos cantantes, vocalizar, tener un momento a solas y concentrarme en mi mismo, aunque muchas veces camino de un lado a otro, creo que todo depende del nivel de adrenalina antes del concierto jaja.

P: Que musica escucha un cantante lirico en el tiempo libre? 
R: Pues me gusta escuchar la musica que me lleva a los momentos felices, la música al igual que los olores y sabores, nos transporta a momentos especificos, por ejemplo, a mi me gusta regresar a los momentos donde fui feliz, y para eso escucho el grupo “the Platters”. En lo personal escucho de todo un poco. Rock, pop, baladas, etc… depende de “a quien quiera recordar” y a que momento feliz quiero viajar.

P: Dime porque deberia elegir ir a la Opera esta noche? 

R: La ópera es una oportunidad de salirse un poco de la realidad, oportunidad para relajarnos de un día pesado, de sentarnos a disfrutar de las voces de los cantantes, de las melodías y armonías que se crean conjuntamente con la orquesta, disfrutar de las emociones que quiso expresar el regista, en fin, la opera es un espectáculo que si bien podemos verlo en la comodidad de nuestra casa, verla en vivo nos dará una experiencia única. Así que, vayamos a la ópera.

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Gracias a Jesus Noguera por su colaboración y por el tiempo que nos da, deseando que continúe de esta manera.

Entrevista y traducción realizada por Giulia Cucciarelli
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