Facebook: Francesco Bocciardo
C’è qualcosa, al di fuori del mondo, che è paragonabile alla vita. E’ qualcosa senza cui non potremmo vivere, o sopravvivere. La cerchiamo ogni giorno, ed è ciò che incontriamo al mattino, quando il Sole sorge nel cielo, e la sera, quando la Luna cresce tra le stelle.
L’acqua.
La vita ha la stessa intensità dell’acqua.
Limpida.
Trasparente.
Rigenerante.
Oggi perciò vi parliamo di un ragazzo che vive nell’acqua e nella vita stessa.
Lui è Francesco Bocciardo, giovane nuotatore e medaglia d’oro ai Giochi Paralimpici di Rio 2016.
Francesco, affetto da diplegia spastica, si avvicina al nuoto come forma di terapia da piccolissimo e da allora non abbandona l’acqua, unica forma di vita. Nel 2011, debutta a livello internazionale ai campionati europei di Berlino, susseguiti da altre esperienze, tra cui una sua prima partecipazione ai Giochi paralimpici 2012 e ai campionati europei di Eindhoven 2014. L’anno successivo, ottiene la sua prima medaglia d’oro internazionale ai Mondiali di Glasgow nella gara dei 400 m stile libero e, nel 2016, partecipa agli europei di Funchal, dove ottiene una medaglia d’oro e una di bronzo, fino a giungere alla vittoria di Rio che l’ha reso ancor più celebre.
Ora lasciamo la parola a Francesco Bocciardo, con l’augurio di continuare a trasformare la sua acqua in vita.
D: Com’è stata la tua vita prima dello sport? Che bambino eri?
R: Non lo ricordo, tutti dicono che ero un bambino solare. Ho iniziato sin da piccolo a 3-4 anni ed ero molto curioso e sveglio.
D: Lo sport ti ha aiutato a prendere più consapevolezza di te stesso? In che aspetto credi sia stato fondamentale per la tua crescita?
R: Lo sport mi ha dato maggiore consapevolezza delle mie capacità confrontandomi con me stesso, i miei limiti e le mie possibilità. Per ottenere un buon risultato bisogna sempre impegnarsi e dare il massimo.
D: Cosa ti ha spinto a scegliere il nuoto come disciplina?
R: La mia fisioterapia consigliò ai miei genitori il nuoto perché potevo potenziare i muscoli senza affaticarli troppo. Ho deciso di continuare perché è un ambiente che amo e uno sport che mi stimola tantissimo.
D: Com’è stato per te affrontare esperienze come i mondiali di Glasgow o i giochi paraolimpici di Rio e soprattutto che effetto ti ha fatto vincerli entrambi?
R: Sono emozioni indescrivibili soprattutto le paraolimpiadi. E’ bello sapere che dopo tanti sforzi il duro lavoro viene ripagato; è stata una gioia inaspettata perché non ero certo di superare gli obiettivi che mi ero prefissato.
D: Attraverso queste tue vittorie sullo sport e sulla vita che messaggio pensi di aver trasmesso agli altri? Quale insegnamento invece hai appreso per te stesso?
R: Spero di riuscire a trasmettere che fare sport è fondamentale e può aiutare a migliorare le condizioni di vita, conoscendo sé stessi e gli altri. Non so se avrei mai avuto questa conoscenza dei miei limiti se non avessi iniziato a fare sport. La vita è bella, va vissuta, bisogna sempre impegnarsi nelle cose che si fanno, combattendo e non arrendendosi mai.
D: Cosa ti ha spinto a scegliere come facoltà universitaria “Scienze politiche”?
R: Ho scelto scienze politiche perché mi piacevano molto le discipline insegnate; amando sia le materie economiche e quelle giuridiche, ho fatto sì che tutte le conoscenze apprese potessi applicarle nella vita quotidiana, anche per il lavoro.
D: Quali sono i prossimi obbiettivi che porterai a compimento riguardo lo sport?
R: Riguardo lo sport sto già pensando ai Mondiali in Messico di Settembre del prossimo anno, e vorrei laurearmi entro quest’anno, realizzando tutti i miei obiettivi.
D: Cosa vorresti consigliare a tutti coloro che hanno paura del proprio futuro o di sé stessi?
R: Avere paura del futuro è una cosa quasi normale, ma bisogna saperla sfruttare cercando di non arrendersi e mollare mai; ci sono mille incognite ma nonostante le difficoltà bisogna imparare a ritagliarsi il proprio spazio all’interno del mondo.
D: Sei un esempio per le future generazioni e quelle presenti. Non hai mai pensato di scrivere una biografia che raccogliesse le principali tappe della tua vita?
R: Al momento no; vorrei fare qualcosa che meriti di essere scritto. Più avanti potrei prendere in considerazione l’idea.
D: Qual è il sogno che vorresti coronare al più presto?
R: Vorrei trovare un buon lavoro grazie alla laurea, per quello il mio obiettivo principale è quello di laurearmi.
Ringraziamo Francesco Bocciardo, con l’augurio di continuare a trasformare la sua acqua in vita.
Recensione a cura di Stefania Meneghella
Intervista realizzata da Manuela Ratti
Pubblicazione a cura di Roberta Giancaspro